Mantova, tre big sul palco per la battaglia anti-Lega

Mantova, tre big sul palco per la battaglia anti-Lega Prima uscita comune per i partiti uniti nell'Internazionale Mantova, tre big sul palco per la battaglia anti-Lega DOMENICA IL VOTO IMANTOVA N piazza delle Erbe, da ieri pomeriggio, son pronte le postazioni di Rai3. E' tutto (quasi) a posto per l'Evento, per questo singolare comizio a tre voci, stesso palco, stesso microfono, stesso striscione alle spalle: «Costruire il futuro». Claudio Martelli, deputato eletto a Mantova, è già arrivato. Carlo Vizzini è atteso nel pomeriggio, Achille Occhetto solo in serata. Peccato, perché il ritardo di Occhetto ha mandato all'aria una conferenza stampa, l'assaggio di quanto diranno alle nove di sera, in piazza delle Erbe. Manifestazione impensabile fino a qualche settimana fa. Vero battesimo pubblico per psi, psdi e pds, ora uniti nell'Internazionale Socialista. Primo problema: chi aprirà la manifestazione, e a chi l'ultima parola. «L'ordine - spiega Gianfranco Burchiellato, segretario del pds mantovano - dovrebbe essere Martelli, Vizzini, Occhetto». No, fanno sapere i portavoce di Martelli: «Dovrebbe essere in ordine alfabetico». E lui, il più interessato di tutti? Martelli se la cava con una battuta: «A me va bene a qualsiasi ora e a qualsiasi posto. L'importante è che la manifestazione si tenga». Soltanto ieri mattina, sui tabelloni delle elezioni provinciali di domenica prossima, sono apparsi i manifesti: «Costruire un'alleanza di progresso per il futuro del Paese». E i nomi, qui, sono rigorosamente in ordine alfabetico. Sono 300 mila i mantovani che andranno a votare. E i risultati, lunedì, diranno quale è stato l'impatto del comizio a tre. Un primo risultato già si conosce. L'iniziativa di stasera ha determinato una contromossa democristiana. Bruno Vincenzi, ex deputato e segretario mantovano, sente aria di pericolo: non solo la truppa leghista in forte avanzata, ma anche «questa iniziativa di psi, psdi e pds che non ha precedenti dall'epoca del Fronte Popolare del 1948». Vincenzi ha chiamato il segretario de Arnaldo Forlani: «A Mantova siamo accerchiati». E Forlani ha promesso che sarà qui venerdì sera, per chiudere la campagna elettorale. Appena Martelli, tra un incontro in Municipio con Tano Grasso e i commercianti di Capo d'Orlando (lunedì, a Messina, si apre il processo d'appello) e un comizio a Viadana, ha saputo delle dichiarazioni di Vincenzi si è meso a scrivere la sua risposta. Polemico con Vincenzi e con Rifondazone Comunista: «Capisco che l'onorevole Vincenzi si preoccupi di un alternativa democratica di stampo europeo, ma quando dice che ha sapore frontista commette un grosso abbaglio. Il frontismo è nella realtà di Rifondazione Comunista, che aggredisce Trentin e non a caso non fa parte del cartello politico-elettorale dei tre partiti dell'Internazionale socialista». E stasera torna sull'argomento. Ma non pare che a Mantova l'attesa sia spasmodica. Campagna elettorale sotto tono, almeno finora, fino al comizio di piazza delle Erbe. Da stasera arriveranno tutti i segretari di partito, con l'unica eccezione di Bettino Craxi. «Non l'ho sentito», risponde Martelli a chi domanda di eventuali reazioni dirette alle sue interviste. Una occupa un intera pagina della Gazzetta di Mantova. Il comizio a tre lo definisce «il cartello di Mantova». E spiega: «La prima relazione di Bettino Craxi segretario del psi, preparata anche insieme a me, si chiamava "Costruire il futuro". Ed è lo stesso titolo che ho voluto dare a questa manifestazione di Mantova». Stasera, nel suo collegio elettorale, ripreso da Rai 3, Martelli gioca la carta del suo «sogno», come ama ripetere. Può metter- 10 in difficoltà solo la pioggia, ma in questo caso hanno già prenotato il Palazzo dello Sport. Arriveranno gli iscritti di quella che, prima dell'affermazione della Lega Lombarda, era una delle province più rosse e più ricche, ora rimasta solo ricca e al primo posto per qualità della vita. Sono le prime elezioni del dopo 5 aprile e del dopo Tangentopoli. Ai suoi, Martelli dirà che «Non intendo fare correnti, ma voglio fermare questa delegittimazione che è in corso, rianimare questo psi colpito dalla questione morale. Insomma, voglio restituire, dopo una fase brezneviana, iniziativa, onore politico e orgoglio». Poi aspetterà i risultati di lunedì, per verificare l'impatto del comizio a tre. La strada sembra in salita, da queste parti. Il 5 aprile la Lega Lombarda, con il 22,7% dei voti è diventata il primo partito, la de è scesa al 22,4, 11 pds al 18,9, il psi al 14. Il rischio, in queste elezioni mantovane, è che la Lega avanzi ancora penalizzando proprio de, pds e psi. Bossi, per tirare la volata, arriverà venerdì sera. Giovanni Cerniti Occhetto, Vizzini e il ministro della Giustizia insieme in piazza Qui a fianco il grande assente Bettino Craxi; al centro il segretario del pds Occhetto; nella foto a destra il segretario del psdi Vizzini Mantova, tre big sul palco per la battaglia anti-Lega Prima uscita comune per i partiti uniti nell'Internazionale Mantova, tre big sul palco per la battaglia anti-Lega DOMENICA IL VOTO IMANTOVA N piazza delle Erbe, da ieri pomeriggio, son pronte le postazioni di Rai3. E' tutto (quasi) a posto per l'Evento, per questo singolare comizio a tre voci, stesso palco, stesso microfono, stesso striscione alle spalle: «Costruire il futuro». Claudio Martelli, deputato eletto a Mantova, è già arrivato. Carlo Vizzini è atteso nel pomeriggio, Achille Occhetto solo in serata. Peccato, perché il ritardo di Occhetto ha mandato all'aria una conferenza stampa, l'assaggio di quanto diranno alle nove di sera, in piazza delle Erbe. Manifestazione impensabile fino a qualche settimana fa. Vero battesimo pubblico per psi, psdi e pds, ora uniti nell'Internazionale Socialista. Primo problema: chi aprirà la manifestazione, e a chi l'ultima parola. «L'ordine - spiega Gianfranco Burchiellato, segretario del pds mantovano - dovrebbe essere Martelli, Vizzini, Occhetto». No, fanno sapere i portavoce di Martelli: «Dovrebbe essere in ordine alfabetico». E lui, il più interessato di tutti? Martelli se la cava con una battuta: «A me va bene a qualsiasi ora e a qualsiasi posto. L'importante è che la manifestazione si tenga». Soltanto ieri mattina, sui tabelloni delle elezioni provinciali di domenica prossima, sono apparsi i manifesti: «Costruire un'alleanza di progresso per il futuro del Paese». E i nomi, qui, sono rigorosamente in ordine alfabetico. Sono 300 mila i mantovani che andranno a votare. E i risultati, lunedì, diranno quale è stato l'impatto del comizio a tre. Un primo risultato già si conosce. L'iniziativa di stasera ha determinato una contromossa democristiana. Bruno Vincenzi, ex deputato e segretario mantovano, sente aria di pericolo: non solo la truppa leghista in forte avanzata, ma anche «questa iniziativa di psi, psdi e pds che non ha precedenti dall'epoca del Fronte Popolare del 1948». Vincenzi ha chiamato il segretario de Arnaldo Forlani: «A Mantova siamo accerchiati». E Forlani ha promesso che sarà qui venerdì sera, per chiudere la campagna elettorale. Appena Martelli, tra un incontro in Municipio con Tano Grasso e i commercianti di Capo d'Orlando (lunedì, a Messina, si apre il processo d'appello) e un comizio a Viadana, ha saputo delle dichiarazioni di Vincenzi si è meso a scrivere la sua risposta. Polemico con Vincenzi e con Rifondazone Comunista: «Capisco che l'onorevole Vincenzi si preoccupi di un alternativa democratica di stampo europeo, ma quando dice che ha sapore frontista commette un grosso abbaglio. Il frontismo è nella realtà di Rifondazione Comunista, che aggredisce Trentin e non a caso non fa parte del cartello politico-elettorale dei tre partiti dell'Internazionale socialista». E stasera torna sull'argomento. Ma non pare che a Mantova l'attesa sia spasmodica. Campagna elettorale sotto tono, almeno finora, fino al comizio di piazza delle Erbe. Da stasera arriveranno tutti i segretari di partito, con l'unica eccezione di Bettino Craxi. «Non l'ho sentito», risponde Martelli a chi domanda di eventuali reazioni dirette alle sue interviste. Una occupa un intera pagina della Gazzetta di Mantova. Il comizio a tre lo definisce «il cartello di Mantova». E spiega: «La prima relazione di Bettino Craxi segretario del psi, preparata anche insieme a me, si chiamava "Costruire il futuro". Ed è lo stesso titolo che ho voluto dare a questa manifestazione di Mantova». Stasera, nel suo collegio elettorale, ripreso da Rai 3, Martelli gioca la carta del suo «sogno», come ama ripetere. Può metter- 10 in difficoltà solo la pioggia, ma in questo caso hanno già prenotato il Palazzo dello Sport. Arriveranno gli iscritti di quella che, prima dell'affermazione della Lega Lombarda, era una delle province più rosse e più ricche, ora rimasta solo ricca e al primo posto per qualità della vita. Sono le prime elezioni del dopo 5 aprile e del dopo Tangentopoli. Ai suoi, Martelli dirà che «Non intendo fare correnti, ma voglio fermare questa delegittimazione che è in corso, rianimare questo psi colpito dalla questione morale. Insomma, voglio restituire, dopo una fase brezneviana, iniziativa, onore politico e orgoglio». Poi aspetterà i risultati di lunedì, per verificare l'impatto del comizio a tre. La strada sembra in salita, da queste parti. Il 5 aprile la Lega Lombarda, con il 22,7% dei voti è diventata il primo partito, la de è scesa al 22,4, 11 pds al 18,9, il psi al 14. Il rischio, in queste elezioni mantovane, è che la Lega avanzi ancora penalizzando proprio de, pds e psi. Bossi, per tirare la volata, arriverà venerdì sera. Giovanni Cerniti Occhetto, Vizzini e il ministro della Giustizia insieme in piazza Qui a fianco il grande assente Bettino Craxi; al centro il segretario del pds Occhetto; nella foto a destra il segretario del psdi Vizzini

Luoghi citati: Mantova, Messina, Viadana