Il pc di Tokyo caccia il leader centenario di Fernando Mezzetti

Il pc di Tokyo caccia il leader centenario GIAPPONE Denunciò un compagno neil'Urss di Stalin Il pc di Tokyo caccia il leader centenario E' come se i comunisti italiani avessero espulso Togliatti quando era ancora in vita, venerato leader del partito. Un parricidio politico che mette in discussione tutta la storia del partito stesso dalle origini al suo rilancio nel dopoguerra. E' ciò che hanno fatto i comunisti giapponesi (9% in parlamento), cacciando con ignominia il loro presidente onorario, Sanzo Nosaka, giunto alla veneranda età di cent'anni dopo essere sopravvissuto alla Tokko, la polizia politica imperiale degli Anni Trenta, e alla cupa Mosca stalinista di quello stesso periodo, dove i maggiori esponenti del Komintem venivano inghiottiti dalla Lubjanka. L'accusa per Nosaka, unico sopravvissuto del primissimo gruppo fondatore del partito, è di aver denunciato alla Gpu, quando era a Mosca negli Armi Trenta a rappresentare i comunisti giapponesi presso il Komintem, un altro leader rivoluzionario nipponico, Kenzo Yamamoto, anch'egli rifugiato in Unione Sovietica, accusandolo di essere una spia della Tokko. Yamamoto era una delle figure più importanti del clandestino comunismo nipponico negli Anni Trenta. Arrestato dalla Tokko riuscì a fuggire riparando a Mosca dove fu però prima guardato con sospetto dai compagni e poi inghiottito dalle purghe che in quegli anni falcidiavano per primi i dirigenti dei vari partiti in lotta in Occidente. Una pagina cupa del movimento comunista, un'epoca in cui tutti denunciavano tutti e in cui Nosaka, come Togliatti, riuscì a sopravvivere, facendo poi ritorno in patria alia fine della guerra rilanciando il partito. Fucilato dalla Gpu con l'accusa di essere una spia, Yamamoto non è mai stato ricordato nella iconografia del comunismo nipponico dal dopoguerra, pur essendo stato tra i fondatori del partite: per la fine fatta, restava invece soprattutto un elemento ingombrante, come se ii partito fin dall'inizio avesse avuto doppiogiochisti e provocatori tra quelli che lo avevano fondato. Gli spiragli apertisi negli archivi moscoviti, con documenti che volano a suon di centinaia di dollari, procurano ora la riabilitazione a Yamamoto e la rovina a Nosaka. proprio al tramonto della sua vita. Lui, personaggio che ha impersonato il partito per più di quara.it' anni dalla fine della guerra, leader indiscusso fino al 1985 quando si ritirò dalla politica attiva conservando la presidenza onoraria, ha le mani lorde di sangue. Il settimanale Shukan Bonshun ha pubblicato alcune settimane fa degli articoli sulla personalità di Yamamoto rivelando che il suo arresto e la sua fucilazione erano stati fatti scattare da una denuncia presentata contro di lui da Nosaka. Questi lo accusava di spiare per conto della Tokko i suoi compagni denunciando a sua volta la loro attività. Il settimanale riproduceva addirittura la lettera di denuncia scritta da Nosaka, avendola avuta dagli archivi moscoviti. Il partito comunista giapponese ha inizialmente ufficialmente ignorato il tutto ma in realtà ha indagato e si è procurato esso medesimo una fotocopia della lettera-denuncia di cui Nosaka era autore. Si è aperto un processo interno, Nosaka non ha potuto negare e ha cercato di giustificarsi richiamando la durezza dell'epoca: uno che sfuggiva alla Tokko non poteva non essere passato al suo servizio. Le sue spiegazioni non sono bastate e il Comitato centrale, in un plenum speciale, ha deciso di cacciarlo dalla carica di presidente e di espellerlo dal partito. Fernando Mezzetti Il pc di Tokyo caccia il leader centenario GIAPPONE Denunciò un compagno neil'Urss di Stalin Il pc di Tokyo caccia il leader centenario E' come se i comunisti italiani avessero espulso Togliatti quando era ancora in vita, venerato leader del partito. Un parricidio politico che mette in discussione tutta la storia del partito stesso dalle origini al suo rilancio nel dopoguerra. E' ciò che hanno fatto i comunisti giapponesi (9% in parlamento), cacciando con ignominia il loro presidente onorario, Sanzo Nosaka, giunto alla veneranda età di cent'anni dopo essere sopravvissuto alla Tokko, la polizia politica imperiale degli Anni Trenta, e alla cupa Mosca stalinista di quello stesso periodo, dove i maggiori esponenti del Komintem venivano inghiottiti dalla Lubjanka. L'accusa per Nosaka, unico sopravvissuto del primissimo gruppo fondatore del partito, è di aver denunciato alla Gpu, quando era a Mosca negli Armi Trenta a rappresentare i comunisti giapponesi presso il Komintem, un altro leader rivoluzionario nipponico, Kenzo Yamamoto, anch'egli rifugiato in Unione Sovietica, accusandolo di essere una spia della Tokko. Yamamoto era una delle figure più importanti del clandestino comunismo nipponico negli Anni Trenta. Arrestato dalla Tokko riuscì a fuggire riparando a Mosca dove fu però prima guardato con sospetto dai compagni e poi inghiottito dalle purghe che in quegli anni falcidiavano per primi i dirigenti dei vari partiti in lotta in Occidente. Una pagina cupa del movimento comunista, un'epoca in cui tutti denunciavano tutti e in cui Nosaka, come Togliatti, riuscì a sopravvivere, facendo poi ritorno in patria alia fine della guerra rilanciando il partito. Fucilato dalla Gpu con l'accusa di essere una spia, Yamamoto non è mai stato ricordato nella iconografia del comunismo nipponico dal dopoguerra, pur essendo stato tra i fondatori del partite: per la fine fatta, restava invece soprattutto un elemento ingombrante, come se ii partito fin dall'inizio avesse avuto doppiogiochisti e provocatori tra quelli che lo avevano fondato. Gli spiragli apertisi negli archivi moscoviti, con documenti che volano a suon di centinaia di dollari, procurano ora la riabilitazione a Yamamoto e la rovina a Nosaka. proprio al tramonto della sua vita. Lui, personaggio che ha impersonato il partito per più di quara.it' anni dalla fine della guerra, leader indiscusso fino al 1985 quando si ritirò dalla politica attiva conservando la presidenza onoraria, ha le mani lorde di sangue. Il settimanale Shukan Bonshun ha pubblicato alcune settimane fa degli articoli sulla personalità di Yamamoto rivelando che il suo arresto e la sua fucilazione erano stati fatti scattare da una denuncia presentata contro di lui da Nosaka. Questi lo accusava di spiare per conto della Tokko i suoi compagni denunciando a sua volta la loro attività. Il settimanale riproduceva addirittura la lettera di denuncia scritta da Nosaka, avendola avuta dagli archivi moscoviti. Il partito comunista giapponese ha inizialmente ufficialmente ignorato il tutto ma in realtà ha indagato e si è procurato esso medesimo una fotocopia della lettera-denuncia di cui Nosaka era autore. Si è aperto un processo interno, Nosaka non ha potuto negare e ha cercato di giustificarsi richiamando la durezza dell'epoca: uno che sfuggiva alla Tokko non poteva non essere passato al suo servizio. Le sue spiegazioni non sono bastate e il Comitato centrale, in un plenum speciale, ha deciso di cacciarlo dalla carica di presidente e di espellerlo dal partito. Fernando Mezzetti

Persone citate: Kenzo Yamamoto, Sanzo Nosaka, Stalin, Togliatti, Yamamoto

Luoghi citati: Giappone, Mosca, Tokyo, Unione Sovietica