Ivrea rinuncia a quelle signore di Lodovico Poletto

Ivrea rinuncia a quelle signore Sparisce dalla rievocazione dei vecchi mestieri la casa di tolleranza Ivrea rinuncia a quelle signore Gli organizzatori: «Basta con le polemiche» Ma dal vicepresidente delVApt nuove accuse Hanno vinto quelli che la casa di tolleranza proprio non la tolleravano. E così domenica prossima, giorno clou della festa «amarcord» dei vecchi mestieri, Ivrea non rivivrà in pieno i bei tempi andati con la fedele ricostruzione di un bordello. Il suo ideatore, Paolo Origlia, ha deciso di fare retromarcia: «E' stata una scelta di noi organizzatori, non c'entrano le polemiche dei giorni scorsi» dice. Ma basta poco per fargli tirare fuori tutta l'amarezza che ha dentro: «Ivrea ha tanti problemi; non riesco proprio a capire come qualcuno abbia potuto scagliarsi contro una ricostruzione tra il satirico e lo storico». Di certo ha pesato la presa di posizione di un gruppo di donne di Ivrea e anche della Curia, intervenuta tramite don Mario Vesco, parroco del rione in cui avrebbe dovuto essere riscostruita la casa chiusa. E mentre alla «Piola del generale», storico bar di via Palma, gestito da Paolo Origlia, si continua a discutere sulla vicenda e soprattutto a immaginare quali «signore» avrebbero partecipato alla rievocazione, dall'altro capo della città gli organizzatori de «I mestieri della memoria» tirano un respiro di sollievo. Le polemiche, stavolta sembrano davvero passate: adesso sono tutti al lavoro per limare i dettagli degli appuntamenti di domenica. «Abbiamo forse sbagliato ad inserire nel programma certe cose - ammette Francesco Gioana - ma non ci aspettavamo proprio una simile presa di posizione da parte della città». Bue arrosto e casa di tolleranza sono particolari che giudicano irrilevanti. «Ci sono decine di altre iniziative che meritano attenzione - aggiunge Gioana -. Se il tempo ci assiste, il pubblico, cèrtamente, le saprà apprezzare». Condizioni meteorologiche a parte c'è anche chi sostiene che un po' d'immagine la manifestazione se la sia giocata con le polemiche dei giorni scorsi. E il più critico fra tutti è certamente Giuseppe Binai, presidente delle Pro loco canavesane e organizzatore delle due passate edizioni della festa. «Più in basso di così non potevano proprio far cadere questo appuntamento - spiega amareggiato -: in giro c'è tanta gente disposta a giurare che quest'anno non verrà neppure un giorno a Ivrea». Lui, che ha lasciato a malincuore le redini dell'organizzazione in mano a «Canavisium» proprio non se la sente di prendere le difese di qualcuno. Nei giorni scorsi, è stato messo sotto processo da una parte del direttivo dell'Azienda di promozione turistica presieduta da Camilla Sada: Binel è il suo vice, ma non fa misteri dei contrasti su certe scelte del presidente e dei suoi più stretti collaborato¬ ri: «Mi hanno criticato - aggiunge - perché riuscivo a reperire fondi attraverso sponsor privati. Sono arrivati al punto di dire che cercavo di convincere le varie Pro loco della zona a boicottare l'appuntamento». Ma chi avrà ragione sulla perdita o meno di immagine della manifestazione è ancora troppo presto per dirlo. E ai disfattisti, quelli di «Canavisium» contrappongono la ragione dei numeri. Per la cena in programma domani sera sono state già chiuse le prenotazioni. Settecento i coperti che saranno serviti. «Se non ci fosse stato il rischio della pioggia - dicono - il banchetto si sarebbe svolto all'aperto in via Palestro. Ma il rischio del maltempo era troppo forte». Si mangerà sotto i portici di piazza Ottinetti. Lodovico Poletto E neppure il bue verrà cotto in piazza dopo la protesta degli ambientalisti Da sinistra Paolo Origlia, Giuseppe Binel e Camilla Sada; sotto Francesco Gioana

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