Cristoforo mio, che astronomo maldestro

Cristoforo mio, che astronomo maldestro La rivista «Sky and telescope» rivela tutti gli errori di Colombo nella scoperta delle Americhe Cristoforo mio, che astronomo maldestro Per fortuna un 'eclisse di Luna gli salvò la pelle in Giamaica c HE cielo vide Cristoforo Colombo la sera del 12 ottobre 1492, appena sbarcato sull'isola che chiamerà San Salvador? Quali osservazioni astronomiche fece? Con quale accuratezza scientifica? La risposta viene da due articoli pubblicati sul numero di ottobre della rivista americana «Sky and telescope»: Colombo fu un cattivo astronomo. Fu però abbastanza fortunato e astuto da sfruttare la poca astronomia che conosceva per mettere nel sacco gli indigeni del Nuovo Mondo. L'aspetto della volta celeste di qualsiasi epoca e di qualsiasi luogo oggi è facilmente ricostruibile con un piccolo computer. San Salvador, che appartiene all'arcipelago delle Baha¬ mas, si trova e. 24 gradi di latitudine Nord. Colombo vide dunque una discreta fetta di cielo australe, con costellazioni che soltanto un secolo dopo verranno battezzate. Curiosamente, l'unico pianeta sull'orizzonte di San Salvador in quella sera di 500 anni fa era Saturno: esattamente come in questi giorni, e anche allora il pianeta degli anelli si trovava nella costellazione del Capricorno. Una coincidenza dovuta al caso ma che sembra fatta apposta per le celebrazioni. Come osservatore del cielo, fa notare «Sky and telescope», Cristoforo Colombo non fu davvero brillante. Nel novembre 1492, approdato a Cuba, per stabilirne la latitudine misurò con il quadrante l'altezza sull'orizzonte della Stella Polare, del¬ la quale conosceva esattamente la distanza dal polo celeste reale. Peccato che abbia sbagliato stella e abbia invece misurato l'altezza di Alfirk, o Beta Cephei. Il risultato fu che attribuì a Cuba la latitudine di 42 gradi, all'incirca quella di Roma (o di Boston). Accortosi poi dell'errore, corresse la latitudine in 26 gradi, sbagliando ancora di 5 gradi. Cioè di seicento chilometri: molti anche per gli strumenti imprecisi di quel tempo, che permettevano misure approssimate a meno di 10 chilometri. Un'altra osservazione astronomica di Colombo è stata verificata di recente ed è quella dell'eclisse totale di Luna del 29 febbraio 1504. Il fenomeno avvenne mentre Colombo si trovava nell'isola di Giamaica. Il genovese, sapendo dell'eclisse dalle effemeridi di Regiomontano, fece credere agli indigeni di avere il potere di oscurare la Luna, ottenendo così grande prestigio e aiuti alimentari. Bisogna però ricordare che le effemeridi usate da Colombo erano calcolate per l'Europa e che Colombo aveva un'idea notevolmente sbagliata delle dimensioni della Terra, ritenendola assai più piccola di quanto non sia: nel valutare la longitu¬ dine della Giamaica, sbagliò di circa 37 gradi, corrispondenti a ben due ore e mezzo di moto apparente della volta celeste. Che l'eclisse sia risultata visibile anche dalla Giamaica fu quindi un autentico colpo di fortuna. Fortunata fu anche la circostanza che per l'isola dei Caraibi il fenomeno si verificò subito dopo il tramonto, in un'ora in cui gli indigeni non dormivano, mentre a Cadice avvenne dopo mezzanotte. Per inciso, se Colombo avesse potuto stabilire con esattezza l'ora della totalità in questi due luoghi sarebbe anche riuscito a farsi un'idea corretta delle dimensioni della Terra e della distanza percorsa. Con ciò avrebbe ottenuto la prova che le terre da lui scoperte non appartenevano alla Cina, come credeva, ma a un nuovo continente. Ed è facile immaginare quanto sarebbe stato sorpreso nello scoprire che la di- stanza effettiva tra le isole Canarie e la Cina è di 11.750 miglia anziché di 3550 come lui riteneva sulla base di stime del cartografo Paolo Toscanelli (il quale tuttavia, con 5000 miglia, era un po' più vicino al vero). Mezzo millennio sulla scala dei tempi astronomici è poca cosa. Le costellazioni che vediamo, quindi, sono praticamente identiche a quelle che vide Colombo. Il moto di precessione degli equinozi ha però fatto ruotare un poco tutto il cielo, per cui la Stella Polare, che allora era a tre gradi e mezzo dal Polo Nord, ora si trova a poco più di mezzo grado. Oggi, quindi, navigare con le stelle sarebbe più semplice. Ma, grazie ai satelliti, non servono più. Piero Bianucci Cuba secondo lui era all'altezza di Roma o Boston Colombo e l'eclisse di Luna del 29 febbraio 1504 in una stampa di fine Ottocento apparsa in un libro di Irving Washington

Persone citate: Baha, Beta Cephei, Cadice, Cristoforo Colombo, Irving Washington, Paolo Toscanelli, Piero Bianucci