E i Gambino si risvegliarono in manette

E i Gambino si risvegliarono in manette Boss legati a John Gotti, erano spariti da New York alla vigilia di un processo per omicidio. L'Fbi li cercava anche in Sicilia E i Gambino si risvegliarono in manette I due fratelli fuggiti sorpresi nel sonno in un hotel della Florida WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Li hanno sorpresi nel sonno, ieri, in un «residence» di Fort Lauderdale, non uno dei migliori. Gli agenti dell'Fbi hanno prima circondato il «South Haven Hotel-Apartments» e poi hanno fatto irruzione, mettendo le manette a John e Jo Gambino senza incontrare resistenza. John, 52 anni, ha cominciato a dire che stava male e così adesso si trova sotto stretta sorveglianza in un ospedale della Florida. Suo fratello Jo, di 6 anni più giovane, è stato spedito in una galera della Broward County, dove sarà ascoltato dal giudice entro poche ore. Dall'inizio del mese i due, cugini dell'ormai defunto capo dell'omonima famiglia di «Cosa Nostra» di New York, Carlo Gambino, erano al centro di un'ansiosa caccia internazionale che riguardava, oltre agli Stati Uniti, l'Europa e il Sud America. Si erano dati alla macchia il 10 settembre, lasciando nelle mani del giudice una cauzione di 5 milioni di dollari. Dovevano essere giudicati per omicidio, traffico di droga e estorsione. Il capo era John, come ha precisato Andrew Duffin, che dirige l'Fbi di Miami. Ma tutti e due mantenevano contatti diretti con John Gotti, che aveva assunto il comando della famiglia Gambino dopo aver fatto assassinare il suo predecessore Paul Castellano. Adesso Gotti sta scontando un certo numero di ergastoli, dopo essere stato condannato nella primavera scorsa grazie a dei nastri registrati e alla decisiva testimonianza del suo ex-braccio destro, Sammy «The Bull» Gravano. Nei nastri, con telefonate fatte o ricevute da «Don Gagà» - è il soprannome di Gotti - nel suo covo, il Ravanite Club di Little Italy, c'erano anche le voci dei fratelli Gambino. Gli arresti di ieri accelerano il declino della più potente «famiglia» di New York, accreditata, fino a poco tempo fa, di circa 500 membri. L'arresto di Gotti era stato il colpo decisivo, ma la famiglia aveva da tempo dei problemi. In una delle telefonate registrate, Gotti minacciava Frank Locascio, altro suo sottotenente, perché aveva saputo che questi stava creando una sua propria fazione. I membri più stretti della famiglia Gambino, poi, non avevano mai perdonato a Gotti la liquidazione di Paul Castellano. Qualche mese fa, in gennaio, l'Fbi aveva arrestato Thomas Gambino, figlio del fondatore, per estorsione su larga scala. Si era specializzato nel ramo negozi di vestiario. Ma le disgrazie della famiglia Gambino hanno marciato insieme a quelle delle altre quattro «famiglie» di New York. La «famiglia» Genovese, 400 associati, non si è ripresa dopo il ritiro forzato di Antony «Fat» Salerno, condannato nell"88, poi liberato, ma convinto a cambiar aria. La «famiglia» Lucchese, 125 membri, si è smembrata dopo che il suo capo, Alphonse D'Arco, succeduto a Antony Corallo e Vittorio Amuso, entrambi inchiodati dall'Fbi, ha deciso di collaborare con la polizia federale. Sbandata anche la «famiglia» Colombo, 100 associati, dopo la condanna, nell"86, del suo «boss» Carmine Persico. I Bonanno, 75 membri, trascinano una vita apparente sotto lo stanco coordinamento di Salvatore Vitale, che è diventato «capofamiglia» dopo le condanne di Philip Rastelli e Joseph Massina. Sono finiti i bei tempi per «Cosa Nostra» di New York. A Boston, Raymond Patriarca Jr. si è dichiarato colpevole di estorsione l'anno scorso. Nicodemo «Niellino» Scarfo, mitico «boss» di Philadelphia, è al fresco da quattro anni. James Licavoli, di Cleveland, sta scontando un ergastolo da 10 anni ed è stato subito seguito dal suo successore Angelo Lonardo. In carcere, a Kansas City, due generazioni di Civella, Cari e Antony. L'ultimo «boss» di Chicago, John Di Franzo è in carcere da gennaio. Gli inqui- renti continuano a lavorare sulle soffiate di uno stuolo di informatori, il più importante dei quali, Phillip «Crazy» Leonetti viene considerato il più importante testimone dai tempi di Joseph Valachi. E, visto come stanno andando le cose in Italia negli ultimi giorni, alcuni arresti importanti e infine la cattura di Vittorio Ierinò, «Cosa Nostra», adesso, non può neppure sperare in un grande aiuto dalla madrepatria. Paolo Passarmi Giuseppe, malato di cuore è stato ricoverato in ospedale A sinistra, John Gambino scortato da un agente Fbi e a fianco John Gotti, grande amico dei Gambino e ora detenuto a New York