Acqui Storia ha vinto Pavone di Piero Bianucci

Acqui Storia ha vinto Pavone «Guerra civile» Acqui Storia ha vinto Pavone ACQUI TERME DAL NOSTRO INVIATO Ha scritto forse la prima storia della Resistenza senza miti eroici, senza oleografia. E ha intitolato il suo lavoro Una guerra civile. Il titolo non è piaciuto, ha innescato dure polemiche. Ma la giuria del Premio Acqui Storia non si è fermata alle parole e gli ha assegnato il riconoscimento maggiore (10 milioni) tra i molti previsti dal suo bando. Tuttavia Claudio Pavone, 72 anni, capelli folti e candidi, docente di storia contemporanea all'Università di Pisa, sabato sera, ritirando il premio, ha ancora voluto difendere la sua scelta. «La categoria di guerra civile dice Pavone - permette di capire meglio che cosa è successo. Guerra di liberazione è un'espressione che va benissimo, ma non chiarisce da chi bisognava liberarsi. C'è stata un guerra di liberazione patriottica, contro i tedeschi. E c'è stata una guerra di liberazione dai fascisti. Il fascismo purtroppo, è un'invenzione italiana. Non possiamo nasconderci che per liquidarlo si sono trovati di fronte italiani contro italiani. Non solo: nella Resistenza era contenuta anche una lotta di classe tra l'Italia operaia e, dall'altra parte, l'Italia degli imprenditori e dei borghesi che si erano appoggiati al fascismo». Una guerra civile (Bollati Boringhieri) si conclude con la nascita della democrazia fondata sui partiti. La repubblica dei partiti è il titolo del saggio di Pietro Scoppola (il Mulino) che ha diviso il secondo premio con U riarmo dello spirito, saggio di Mimmo Franzinelli sulla figura del cappellano militare. Un filo tenace unisce i libri di Pavone e di Scoppola. Il primo approda ai partiti quale simbolo della libertà riconquistata. Il secondo, dopo averne analizzato il ruolo positivo, ne delinea la crisi fin quasi agli eventi di questi giorni e che hanno denunciato quanto nei partiti ci sia di deviante, al punto da farne un'insidia per la stessa democrazia. Nelle sue conclusioni Scoppola auspica il passaggio «da una repubblica dei partiti a una repubblica dei cittadini». E' la legittimazione per la Lega di Bossi? «Le leghe - risponde Scoppola - sono soltanto un elemento di denuncia della crisi, non sono una risposta». Dunque la transizione alla «repubblica dei cittadini» dovrà ancora essere mediata dai vecchi partiti? «No, anche da movimenti nuovi, da aggregazioni diverse: il movimento dei referendum è un segno di questa mobilitazione di forze più ampie e non cristallizzate». Il premio per l'opera prima è andato a Alexander Stille per Uno su mille (Mondadori), storia di cinque famiglie ebraiche sotto il fascismo. Premiato anche Luca Ronconi per la regia de Gli ultimi giorni dell'umanità di Karl Kraus. Marisa Fabbri ne ha recitato, applauditissima, il monologo finale. Piero Bianucci

Persone citate: Alexander Stille, Claudio Pavone, Karl Kraus, Luca Ronconi, Marisa Fabbri, Mimmo Franzinelli, Pietro Scoppola, Scoppola

Luoghi citati: Acqui Storia, Acqui Terme, Italia, Pavone