Da «sceriffo» ad assassino per punire il rivale in amore

Da «sceriffo» ad assassino per punire il rivale in amore Da «sceriffo» ad assassino per punire il rivale in amore Gli piacevano le armi, gli piacevano i film di guerra, le divise, le tute mimetiche, i berretti militari, le gare di sopravvivenza. Una passione sfrenata, quella di Arrigo Candela, ex guardia giurata, 36 anni, da due residente a Baldissero Canavese, in una casa in centro paese. Accusato dell'omicidio di Carmine Gatta, sospettato del delitto dei coniugi Pilone, e di quello di Lorenzo Bertin, ucciso a Grosso Canavese il 18 marzo 1991, un colpo di fucile calibro 22 al cuore. E sì, la gente di Baldissero un po' di paura l'aveva, dello «sceriffo». Dicevano che era «strano», che andava in giro sempre con la giacca addosso per nascondere le pistole, una Beretta e una Walter, che aveva nella fondina sotto l'ascella. Tutto vero. E in casa gli trovarono un arsenale. A marzo era sparito. Lui e le sue armi. A bordo di un camper noleggiato. L'impiegata con cui aveva trattato lo ricorda bene: «Era vestito con berretto e giacca mimetica: sembrava Rambo». Un uomo in fuga. Verso la Francia, inseguito da un mandato di cattura internazionale firmato dal pm Marabotto. Il prov¬ vedimento riguardava l'omicidio di Carmine Gatta, commerciante di Pino Torinese ucciso con 16 colpi di pistola nel garage di casa. Era la notte del 21 gennaio scorso. Dietro a quel cadavere crivellato, una vecchia storia di affari, una donna contesa, schiaffi, pugni, un rancore profondo, che Candela aveva coltivato giorno dopo giorno. Ma c'era di più. 18 ottobre 1991: in un bosco di Mazze, nel Canavese, vengono ritrovati due cadaveri: Luigina Podio e Vincenzo Pilone, marito e moglie, 49 e 59 anni. Uccisi a fucilate mentre raccoglievano funghi. Un delitto inspiegabile, senza un movente. Si era parlato dell'errore di un cacciatore, che poteva aver scambiato la sagoma della donna per quella di un animale, e poi, dopo averla impallinata, aveva ucciso anche il marito, accorso in sua difesa. Una tesi traballante, «Solo un pazzo avrebbe potuto agire così», si disse allora. Gli indizi contro Candela sono forti. E' possibile che sia andato in quel bosco a Mazze per provare una delle sue armi. Aveva l'abitudine di esercitarsi al tiro in posti sicuri, dove nessuno avrebbe potuto vederlo. Secondo una perizia, i bossoli calibro 12 trovati tra gli alberi di Mazze porterebbero sul fondello il segno inconfondibile di un fucile trovato dai carabinieri del Nucleo operativo di Torino nella perquisizione della sua casa. E' il 29 febbraio scorso. Il capitano Polvani e i suoi uomini irrompono alle 22,25. Candela non c'è. Ma c'è la sua convivente, Antonietta Biscotti, e ci sono 5 pistole e 4 fucili: tra queste armi c'è la Beretta che ha ucciso Gatta, e c'è il Franchi calibro 12 che ha ucciso i coniugi Pilone. Con la copia del decreto di perquisizione Candela va dal suo avvocato, Mario Garavoglia: «Mi ha detto di essere preoccupato - racconta il legale -, mi ha chiesto di spiegare al magistrato che lui con l'omicidio Gatta non c'entrava». Il 20 marzo Candela è di nuovo nello studio dell'avvocato, che lo invita a presentarsi ai carabinieri. Lui risponde che dai carabinieri non ci va. «Mi raccontò che avevano arrestato suo nonno e lo avevano spedito a Mauthausen. Sembrava affetto da una specie di nevrosi ossessiva», ricorda. Candela si rende latitante. L'avvocato Garavoglia rifiuta la difesa d'ufficio, che passa alla dottoressa Iossetti. Rambo intanto telefona alla convivente, non sa che l'apparecchio è sotto controllo. «Troviamo un Paese dell'Africa dove non c'è l'estradizione, tipo Kenya». Racconta di essere inseguito, inventa molto, gioca a fare l'eroe braccato che sfugge alle trappole: «Ho avuto addosso la polizia francese tre volte in un'ora e sono riuscito a fregarli». Chiede alla donna: «Come si comportano, i carabinieri? Se ti toccano si trovano con un giaguaro impazzito in mezzo alla strada». Chiede notizie dei suoi amati fucili: «Mi hanno requisito il Mannlicher? E' troppo bello, quel fucile, è un pezzo da collezione». Vuole andare in Sud Africa, «lì mi compro un Uzi a raffica», lei risponde «tu non ti compri un cazzo», e Rambo allora scherza, «Dai, io gioco così, da partigiano e chiuso. Non ti preoccupare, ti porto a raddrizzare banane in Tanzania. Ciao, amore». Brunella G io vara Era sparito a fine marzo con un arsenale sul camper Rambo è accusato per l'omicidio del commerciante Carmine Gatta (a fianco) e sospettato di aver ucciso due coniugi nei boschi di Mazze

Luoghi citati: Africa, Baldissero, Baldissero Canavese, Francia, Grosso Canavese, Mazze, Pino Torinese, Sud Africa, Tanzania, Torino