E il Berlinguer austero del '77 torna sull'Unità e divide la sinistra

E il Berlinguer austero del '77 torna sull'Unità e divide la sinistra DALLA SOFFITTA ALLA VETRINA E il Berlinguer austero del '77 torna sull'Unità e divide la sinistra Ln ROMA " austerità? «E' un imperativo a cui oggi non si può sfuggire». Parola di Enrico Berlinguer, gennaio 1977, anno secondo dal trionfo pei alle amministrative '75 che ha portato le giunge rosse alla guida di tutti i principali Comuni metropolitani. «L'austerità è sì una necessità - aggiunge il leader del partito comunista - ma può essere anche una occasione per rinnovare, per trasformare l'Italia». Un appello avversato; deriso. Da molti a Botteghe Oscure, come da tanti militanti. Quindici anni dopo, quel discorso del 30 gennaio '77 a Milano torna sulla prima pagina dell' Unità, ancora a firma di Enrico Berlinguer. Quasi un editoriale postumo nel «giornale fondato da Antonio Gramsci», oggi quotidiano del pds; quasi un articolo di fondo, nel day after della super-stangata di Amato che costerà ad una famiglia media italiana la tredicesima '92. «L'austerità per definizione comporta restrizioni di certe disponibilità a cui ci si è certe rinunce a certi vantaggi acquisiti aggiunge Berlinguer, rivolgendosi agli operai - ma noi siamo convinti che non è detto affatto che la sostituzione di certe abitudini con altre, più rigorose e non sperperatrici, conduca a un peggioramento della qualità e della umanità della vita...». Un discorso attuale? Per Walter Veltroni, il direttore dell'Unità, che - sul numero di ieri - ha scelto di riproporre in prima pagina le parole dell'allora segretario pei, si tratta innanzitutto di un «risarcimento storico». «A Berliguer - spiega l'ex ragazzo cresciuto alla scuola del leader venuto dalla Sardegna • è capitato spesso di essere insultato per le sue argomentazioni. Vedeva le cose prima degli altri. Tutto lì. Ed è la riprova che il partito ha lavorato per tempo por far intendere l'esigenza di sacrifici e di austerità, proponendo un suo modello alternativo». «Intuito politico, direi quasi una capacità profetica», incalza Antonio Tato, parlamentare pei per tante legislature, l'uomo che più di ogni altro conosce gioe, fatiche ed ansie del compagno Enrico, il segretario. Insomma, a poche ore dal discorso di Reggio Emilia dove anche Occhetto riconosce che «i sacrifici sono necessari perchè la crisi è reale», l'Unità tira fuori Berlinguer dalla soffitta per rimetterlo in vetrina. «Ebbene sì riconosce Tato -. Conoscevamo la ricetta. Se quella idea di 15 anni fa fosse stata accolta, oggi l'Italia sarebbe ai primi in Europa, non il fanalino di coda. La storia ci dà ragione e oggi, nel segno della continuità, Achille Occhetto aggiorna la proposta e pone come contropartita la necessità di cacciare dal Palazzo tutti i responsabili dello sfascio». Eppure, quel discorso alle tute blu raccolte al Lirico fatica ad essere recepito, allora come oggi. «C'è una sinistra eretica che non sa quello che vuole, ma lo vuole imporre a tutti», aggiunge Giuseppe Caldarola, vicedirettore vicario dell' Unità, pensando al presente. «Sorprese anche me», confida Chiara Valentini, giornalista e biografa di Enrico Berlinguer, guardando indietro. «Quindici giorni prima - ricorda - aveva detto sostanzialmente le stesse cose agli intellettuali al convegno dell'Eliseo, raccogliendo solo critiche». Come quella di Lucio Colletti: «Un esercizio da oratorio...». E l'immagine di Berlinguer come «frate zoccolante» che predica l'austerità, propone altri modelli di sviluppo e sollecita nuove scelte culturali, è finita nel cestino anche in casa di Rifondazione comunista, che pure fa dell'ex segretario pei una sua bandiera, contendendola alla Quercia. «Sono fuori dalla cultura del pei - sostiene senza scorn* porsi Emanuele Macaluso, uno dei leader della vecchia guardia di Botteghe Oscure, ora pidiessino - Sono solo un gruppetto di testimonianza oppositoria, senza più un progetto, senza avere nè la forza, nè il consenso, nè la cultura del partito che voleva governare l'Italia». Ma lo stesso Macaluso confessa che quel comizio al Lirico gli sembra «datato»: «Un discorso da meditare; contiene valori rimasti nell'animo di tanta gente, ma anche sepolti dai cambiamenti degli anni '80». Mario Tortello 'L'austerità IT H 1588EÌ 2^£23£^>ffgi ,1.1 SS Nelle foto da sinistra Occhetto e Macaluso Accanto, l'Unità con Enrico Berlinguer

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