Star e Vip mobilitati per il «sì» dai Grandi Persuasori dell'Eliseo di Aldo Cazzullo

Star e Vip mobilitati per il «sì» dai Grandi Persuasori dell'Eliseo LA CAMPAGNA ELETTORALE Star e Vip mobilitati per il «sì» dai Grandi Persuasori dell'Eliseo T. i PARIGI RE mesi fa in casa Delon, Duras, Alesi, Saint Laurent, suonò il telefono. Erano due ministri, Jack Lang e la charmante Elisabeth Guigou. I Grandi Persuasori di Mitterrand stavano scovando i personaggi della cultura e dello spettacolo uno a uno. Avevano un messaggio dell'Eliseo: «Qui si mette male. Dobbiamo dare una mano all'Europa, tutti. Scrivete, cantate, fate quello che sapete fare, ma convincete la gente a votare sì». Loro, le vedette, sapevano di non avere scampo, e hanno accettato. Qualcuno senza entusiasmo. Johnny Hallyday ha posto una condizione: «Non fatemi dire niente, non ne sarei capace». Minimalista anche il grande cuoco lionese Paul Bocuse, l'Escoffier redivivo: «Grazie a Lang insegnerò la mia arte nelle scuole, come potevo dirgli di no? E poi l'Europa non mi fa paura: tanto, i nostri formaggi resteranno sempre i migliori». Se a decidere fossero i vip, quello di oggi non sarebbe un referendum all'ultimo voto, ma un plebiscito. Tra le centinaia di firme in calce all'appello del governo c'è anche qualche insospettabile, come Gerard Depardieu. Le altre volte che si era schierato nella battaglia politica, il principe del cinema francese, che passa il tempo libero nella sua vigna, stava con i contadini: vale a dire con lo zoccolo duro del no all'Europa. Ora è dall'altra parte: «Ho appena interpretato il film su Colombo - spiega -, un europeo alla scoperta del Nuovo Mondo». Ha firmato, vincendo la sua ritrosia, Catherine Deneuve. Con lei Alain Delon, fedele alle indicazioni del suo amico Raymond Barre (ma altre volte lo hanno visto al fianco di Le Pen). Un sì da sinistra, invece, è quello di Yves Saint Laurent. Lo stilista si è battuto per Mitterrand nella campagna dell'88, nel '92 è ancora al fianco del Presidente: «Anche se devo superare la mia maledetta timidezza». Aggressiva è invece Valérie Kaprisky, l'attrice di «Femme poblique»: oui, senza esitare. Europeiste Annie Girardot e Charlotte Rampling? Una firma l'hanno messa anche attori e registi italiani: Vitti, Mastroianni, Cavani, Bertolucci. Mitterrand potrà contare sul sorriso triste di Philippe Noiret e sulle voci di Charles Aznavour e Charles Trenet. Ma sono proprio tutti d'accordo? Dove si nasconde l'altra metà del Paese? Nei salotti e sui palcoscenici è come all'Eliseo e in Borsa, il no è un demone da esorcizzare. Nessuno osa sussurrarlo: così anche chi tace rischia di passare per sciovinista. Sarà per questo che negli ultimi giorni altri nomi sono venuti allo scoperto: l'ex centravanti della Nazionale Dominique Rocheteau, campioni olimpici come il surfista Franck David, e ieri anche Jean-Claude Killy. «Per uno come me, metà savoiardo e metà alsaziano, l'Europa è casa. Non ho mai parlato di politica, ma oggi è in gioco l'avvenire di Francia». Maastrichtiano fin dal primo momento è Jean Alesi: un po' italiano e un po' francese, casa a Avignone e contratto a Maranello, delle frontiere non sa che farsene. Voterà sì anche Papin? Oggi il bomber mancato1 del infilali1 rtoh dovrebbe giocare, ma non si muoverà da San Siro: fa sapere che non è bene informato e in ogni caso sono affari suoi. Nemici dell'Europa, dove siete? Proviamo tra i registi: niente, Claude Lelouch e Bertrand Tavernier hanno firmato per Lang. Gli intellettuali? Marguerite Duras, Alain Robbe-Grillet, il medievalista Jacques Le Goff e il sociologo Edgar Morin sono per Maastricht. Come Mister Adidas, Bernard Tapie, e Gilbert Trigano, fondatore del Club Mediterranée. Il no può vantare documenti di economisti e docenti universitari, ma nessun nome che lasci il segno. Con un'eccezione: Max Gallo, uno dei migliori intellettuali del dopoguerra, già consigliere di Mitterrand e poi feroce avversario della sua «sbandata a destra». Ora ha scritto un libro, «L'Europa contro l'Europa». Dice: «Vogliono costruire la Comunità della moneta e della tecnocrazia? Facciano pure, ma senza di me». Aldo Cazzullo Dal Presidente un 'offerta che non si poteva rifiutare Nella pattuglia a favore del sì sono stati arruolati anche la Deneuve (sopra), Papin (a fianco), Aznavour e Depardieu (a destra)