Arrivano i monelli del basket

Arrivano i monelli del basket Oggi al via il torneo: i ragazzi degli Anni 70 sfidano i vecchi campioni Arrivano i monelli del basket 7/ torinese Abbio: siamo pronti a cambiar la faccia al campionato Carlton Myers, l'uomo mercato, vuol portare lo scudetto a Pesaro Il campionato n. 71 riparte dal Palaverde di Treviso, dove si era concluso l'ultimo torneo con il trionfo tricolore del Benetton sulla Scavolini. Festa allora, festa oggi per quello scudetto che spicca sulle maglie di Kukoc & C, impegnati nell'anticipo televisivo contro una delle sei neopromosse, la Kleenex Pistoia. Mancherà però il grande protagonista di quel successo. Del Negro, tornato nell'Nba, e la sua assenza potrebbe pesare molto sul futuro di Treviso, che ha dirottato ad altri incarichi il manager dello scudetto, De Stefano: un divorzio e un allontanamento con uno stretto legame temporale-causale, visti i rapporti di amicizia che legavano il dirigente all'oriundo e al suo procuratore. Senza Del Negro, Treviso deve trovare i giusti equilibri, cui aveva supplito lo scorso anno il suo regista-solista. L'attendono al varco Bologna che ha completato benissimo l'organico (unico dubbio, l'età che potrebbe impedire a Brunamonti di giocare ai livelli eccellenti dello scorso anno), Roma più solida con Dell'Agnello (ma sempre condizionata dal duo Radja-Mahorn) e Pesaro vivificata dalla prepotente personalità di Myers (purché James torni ad essere il tiratore che aveva fatto sognare Bucci). Questo il poker-scudetto, con Milano, leggerina, a guidare le altre outsider: Trieste del 19enne serbo Bodiroga (autentica scommessa di Tanjevic), Cantù e Caserta, che con «Cadillac» Anderson ha pescato il nome più altisonante in Usa. Ma se la sfida a Treviso costituisce il clou del campionato, per il basket italiano è forse ancor più importante il guanto che lanciano ai vecchi campioni, usciti con le ossa rotte dal torneo preolimpico, i Ragazzi degli Anni 70, le giovani leve che arrivano sull'onda dei molti successi conquistati in campo giovanile. Due nomi su tutti: i ventunenni Carlton Myers e Alessandro Abbio, grandi esclusi dalla Nazionale per i Giochi. Il primo è diventato l'uomo-mercato di un'estate che incominciava a sentire gli effetti della crisi: Pesaro ha comunque sborsato 3,5 miliardi (e mandato Calbini a Rimini) per la comproprietà di questo mulatto, figlio di un sassofonista dei Caraibi e di una romagnola, che fino a pochi anni fa lavava bicchieri in una discoteca e ora guadagna più'di 600 milioni all'anno. E Myers, per nulla toccato dai sarcastici commenti di Rubini per il suo orecchino e il telefonino sempre a portata di mano, è già diventato l'idolo di Pesaro. «So che non sarò più il numero uno, come a Fammi, so che dovrò limitare i tiri, giocare più con la squadra, ma non ho paura. Se Treviso rivuole lo scudetto, dovrà fare i conti con noi». Altrettanto esplosivo e già esperto del basket di Al, anche se il suo stipendio sarà appena un terzo di quello del coetaneo, Alessandro Abbio è sicuro che i ventenni sapranno farsi valere: «Dietro a noi due ce ne sono altri, ma è importante che abbiano spazio per giocare, come è capitato a me a Torino e a Myers a Fdmini. Forse è anche ora di ridurre gli stranieri a uno solo per squadra, magari partendo dalla A2 quando ci sarà la nuova formula dei campionati. Non è un caso infatti che tra i giovani emergenti abbondino i piccoli: i lunghi sono chiusi dagli stranieri e spesso vengono ignorati. Come è successo a Frosini, il pivot delle... mie Nazionali giovanili, che a Verona ha sempre fatto tanta panchina». E' una generazione diversa, quella di Myers e Abbio: «Non cercate tra noi un tiratore come Riva: forse c'è solo Portaluppi che può imitarlo. Ma siamo pronti a cambiare faccia al campionato», e ce ne sarebbe bisogno, nel basket sempre più statico e greve delle ultime stagioni. «Non pretendiamo di cancellare i vecchi campioni, che hanno sicuramente più esperienza e malizia, ma sono convinto che con una giusta miscela anche la Nazionale potrebbe essere più forte». I nomi sono li, davanti agli occhi di tutti: oltre ad Abbio e Myers, Moretti, Ferroni e subito dopo Meneghin jr„ Ruggeri... una bella schiera pronta a far blocco con Fucka, l'unico cui Gamba diede un po' di fiducia. «Tutta gente a cui piace il gioco in velocità, con fantasia. Non dico che abbiamo imparato dall'Nba, perché qui è tutto diverso, devi sempre lottare alla morte, ma i campioni americani hanno stimolato la nostra voglia di imparare, di imitare la loro fantasia. E magari guardiamo anche ad altri paesi: Bodiroga, ad esempio, il serbo della nostra ge¬ nerazione che gioca a Trieste, un talento che sa giocare in ogni ruolo, in ogni parte del campo. Ecco, è il basket che ci piace, a ritmi sempre altissimi e poco legato a schemi rigidi». Spettacolo sul campo, anche contro la crisi paventata per la recessione economica? «Sì, alcune società hanno esagerato, con Kukoc, Radja, lo stesso Rusconi: e gli altri giocatori, sentendo certe cifre, pretendono di adeguarsi. Logico da parte nostra, visto quello che fanno alcuni club. Ma ora è giusto che ognuno si guardi intorno e faccia bene i conti. Alla crisi però non credo: la gente ama un certo basket. E i giovani possono offrirlo». Anche nei suoi sogni, ovviamente, uno scudetto: «Ma spero di arrivarci il prossimo anno, anche se difficilmente potrò farlo a Torino. Quest'anno penso a salvare la Robe di Kappa. Lo scudetto lo lascio al mio amico Myers. Sì, lui può farcela a conquistarlo, a Pesaro. Altrimenti andrà a Bologna, a Moretti». Guido Ercole Una schiacciata di Alessandro Abbio e (sotto) Carlton Myers; hanno tutti e due 21 anni