Londra accusa Bonn; è tutta colpa vostra

Londra accusa Bonn; è tutta colpa vostra BUFERA VALUTARIA IMHiiiH Major e Lamont partono all'attacco, mentre la stampa britannica invita i francesi a votare no Londra accusa Bonn; è tutta colpa vostra «La sterlina tornerà nello Sme soltanto se cambiano le regole» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Riemerge Major dal lungo silenzio seguito alla crisi della sterlina e subito si alza di tono la polemica contro la Germania, presa a bersaglio dal premier e dal Cancelliere Lamont. In un'intervista alla tv, il primo ministro ha infatti confermato che il rientro della sterlina nello Sme «non è imminente», non avverrà almeno fintantoché «la politica monetaria non venga gestita nell'interesse di tutti i Paesi d'Europa e non solo di un singolo Paese». Quale sia questo Paese, Major non l'ha voluto dire esplicitamente. Ma il riferimento alla Germania era trasparente quando il premier ha citato «l'effetto catalizzatore» sulla sterlina, orchestrato da certe «dichiarazioni intempestive» attribuite al presidente della Bundesbank Schlesinger. Di conseguenza, ha concluso Major, un rientro della sterlina nel Sistema monetario europeo non è ipotizzabile fin quando «non saranno corrette le linee difettose nel meccanismo di funzionamento dello Smesse il primo ministro ha avuto il riguardo di evitare il nome dell'accusato di tutti i mali di cui oggi soffre l'Inghilterra, il Cancelliere Lamont non si è preoccupato di certe finezze diplomatiche. Additato come imputato numero uno per la crisi della sterlina, il Cancelliere dello scacchiere ha detto invece chiaro e tondo alla Bbc che «noi inglesi saremo soddisfatti solo quando la politica tedesca, responsabile di molte delle tensioni scoppiate nello Sme, subirà decisi cambiamenti». E con tono larvatamente minaccioso il «cancelliere svalutato» come lo ha bollato impietosamente la stampa popolare che continua a reclamarne la testa, il cancelliere ha concluso: «Intendo porre molte domande ai miei partners su come deve funzionare la cooperazione fra i vari governi. E adesso intendiamo mettere in atto una politica economica e valutaria tutta britannica», ossia non più sottoposta al ben volere della Bundesbank. Insomma, è frattura aperta, ufficiale tra Londra e Bonn. E in queste polemiche recriminazioni ce n'è anche per l'Italia. Perché il governo inglese non ha certo accolto benevolmente l'incontro di Firenze tra Amato e Kohl e soprattutto «la comprensione» dimostrata dall'Italia per l'atteggiamento della Germania. Il ministro dell'Industria Heseltine, uno dei candidati alla prossima sostituzione di Lamont, ha accusato infatti italiani, francesi e tedeschi di volersi sostituire al ruolo di Major presidente di turno della Cee reclamando un summit di emergenza. Ma il sentimento prevalente di questa Inghilterra che sembra di nuovo voler prendere il largo, allontanarsi dal continente, è quello antitedesco, lumeggiato anche grossolanamente dai tabloid popolari che amplificano le diffidenze verso l'Europa. Il «Daily Star», ad esempio, ha pubblicato ieri un editoriale inneggiante a un «no» dei francesi per sabotare Maastricht contro «un tradizionale nemico comune», agitando fobie antitedesche. Per intanto, mentre al caos valutario si abbina una crescente tempesta politica, la sterlina continua la sua caduta libera. Anche ieri il pound ha infatti battuto il suo record negativo cedendo altri due pfennig al marco, chiudendo a 2,61", e perdendo tre cent sul dollaro. Si irrobustisce, al contrarie, la ripresa della Borsa, nell'attesa di un prossimo taglio di un punto dei tassi d'interesse. Sarebbe una misura popolarissima che ridarebbe un po' di lustro al governo. L'ex ministro Baker, in un incontro al «Club di Londra» ha pronosticato ieri un ribasso al livello del 6 per cento, il più adatto per rilanciare l'economia e «per salvaguardare gli interessi inglesi». Ma fino a quando la sterlina non avrà trovato un nuovo equilibrio, per gli esperti della City appare davvero difficile un'accelerazione della corsa al taglio dei tassi inglesi fermi al 10 per cento. Almeno fintantoché la Bundesbank non si muoverà in questa direzione. Paolo Patru no La moneta affonda In vista un nuovo calo dei tassi? Il premier britannico John Major ha difeso il cancelliere dello Scacchiere Normant Lamont

Persone citate: Baker, Heseltine, John Major, Kohl, Lamont, Paolo Patru, Schlesinger