Uccisa la nemica di Escobar
Uccisa la nemica di Escobar COLOMBIA Nell'agguato a Medellin sterminati anche i tre agenti di scorta Uccisa la nemica di Escobar La donna faceva parte di un nucleo ristretto di magistrati «senza volto» A giorni era attesa la sentenza su un omicidio attribuito al boss latitante Myriam Rocio Velez, 38 anni, imo dei magistrati «senza volto» (la cui identità dovrebbe rimanere rigorosamente segreta), e le sue tre guardie del corpo sono state assassinate ieri a Medellin. «Presumibilmente», dicono le notizie di agenzia, i killer erano al soldo dei narcotrafficanti del cartello di Medellin. Ma sulla matrice del delitto in realtà - come non vi sono stati dubbi in Italia per i recenti omicidi eccellenti di Falcone e Borsellino - è fin troppo chiara. Myriam Rocio Velez stava infatti per rendere note le sue conclusioni su un delitto attribuito a Pablo Escobar, il numero uno latitante della più potente cosca colombiana. A Palermo la Mafia, per superare le misure di sicurezza, con Falcone e Borsellino ha usato il tritolo. A Medellin i killer hanno invece fatto uso di mitra, incuranti di ingaggiare uno scontro a fuoco con gli agenti di scorta che hanno reagito sparando, ma alla fine avendo la peggio. L'agguato è avvenuto nel quartiere di Mallorca, in una zona chiamata «dei Conquistadores», non lontano dall'abitazione di Miriam Rocio Velez. La donna giudice era stata appena prelevata dall'auto della polizia che quotidianamente l'accompagnava nel percorso da casa al lavoro. Un fuoristrada bianco ha tagliato la strada all'auto e subito è partita la prima raffica di mitra. Lo scontro è stato violentissimo: il giudice ed i tre uomini tuttavia non hanno avuto scam¬ po. Quando sono arrivati i soccorsi gli agenti erano già morti, Miriam Rocio Velez respirava ancora, segno che i killer non avevano ritenuto necessario di spararle il colpo di grazie. Nella guerra ai narcotrafficanti, compresa la signora Velez, sono 82 i magistrati caduti sotto il piombo dei killer. Tra pochi giorni la giudice avrebbe chiuso l'inchiesta sull'assassinio di Guillermo Cano, direttore del quotidiano «El Espectador», ucciso nel 1986 per ordine, a quanto sembra, proprio di Escobar che dalla latitanza mercoledì aveva fatto sentire la sua voce minacciosa promettendo una ripresa della guerra. Salvatore Rotondo
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