Abbandonò il complice morente: omicidio

Abbandonò il complice morente: omicidio Ripreso ieri il processo a uno dei banditi che partecipò alla rapina in una pizzeria a Collegno Abbandonò il complice morente: omicidio Si difende: «L'ho caricato in auto, non parlava, eragià morto» Smmtitojdall'autopsia: «Poteva sembrare (ale,, ma era vivo» Rischia l'ergastolo per una rapina da quattro soldi, compiuta il 31 marzo '91 in ima pizzeria di Collegno. Uno degli aggressori fu ferito da un cliente, il complice lo caricò in auto e lo abbandonò in un garage dove morì dissanguato. Ora quel complice, Massimiliano Tocco, 27 anni, è giudicato per omicidio volontario aggravato. Il processo, iniziato a giugno, è ripreso ieri in prima corte d'assise. Due i nodi che i giudici devono sciogliere: Vincenzo Di-1 renzo era vivo quando fu abbandonato a pochi passi dall'ospedale Martini di via Tofane? E, se era vivo, si può parlare di omicidio volontario o di omissione di soccorso aggravato? Con il Tocco è processato, per rapina, il terzo complice Gianfranco Laurita. La sera del 31 marzo i tre amici, armati, entrarono nella pizzeria Paradiso. Obbligarono clienti e personale del locale a radunarsi nel salone, un rapinatore passò tra loro e rastrellò denaro e gioielli. Tra i clienti della pizzeria, anche la famiglia di Salvatore Cappabianca, guardia giurata, armato. L'uomo reagì, tolse la maschera a un rapinatore che subito tentò la fuga. Pistola in pugno, Cappabianca sparò: sei colpi. Un proiettile raggiunse Direnzo. Vincenzo Direnzo, 30 anni, tossicodipendente, pregiudicato, trovato morto nei garage di via Marsigli 64 interno 6, aveva nella tasca dei jeans, banconote e gioielli, anelli e orecchini: parte del bottino alla pizzeria. Una traccia. Da questa i carabinieri risalirono ai suoi amici Massimiliano Tocco e Gianfranco Laurita. I due complici hanno confessato. Laurita, difeso dall'awo- cato Tom Servette ha sostenuto: «Sono scappato a piedi, dal retro del negozio. Non so cosa sia successo in seguito». Il complice Massimiliano Tocco, difeso dagli avvocati Bosco e Malerba, ha detto: «Ho messo in auto Vincenzo, perdeva molto sangue dalla ferita al torace. Siamo scappati. Ho girato un po' per la città. Vincenzo non parlava. Sono passato davanti al Martini, ma il cancello del pronto soccorso era chiuso». Ieri la Corte ha sentito due dipendenti dell'ospedale: «Il cancello è sempre aperto. Se è chiuso, c'è la guardia giurata che controlla l'arrivo di eventuali auto». Il rapinatore poteva essere salvato? Tocco ha detto: «E' morto in auto. Il cuore non batteva più». L'autopsia eseguita dal professor Griva lo ha smentito almeno in parte: «Direnzo era vivo quando fu abbandonato. Poteva essere salvato se fosse stato accompagnato in ospedale. Però, con quelle ferite e in quelle condizioni, poteva anche sembrare morto ad una persona inesperta come l'imputato». Il perito di parte Viglino ha affermato: «Aveva perso molto sangue. Era già morto o poteva apparire morto». La guardia giurata che sparò, imputata di eccesso colposo in legittima difesa, ha patteggiato davanti al gip due anni di carcere. Il processo continua oggi. Imputato di rapina anche il terzo uomo: «Sono scappato e non so che cosa sia successo» g iijgg| | ||||||||| | 1 ?g 1 i SSSSSSm *«* : . - «a* •a» Ilr L'accusato Massimiliano Tocco e il corpo di Vincenzo Direnzo

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