La donna? Una truffatrice

La donna? Una truffatrice Contessa, derubata di un miliardo, finisce in miseria La donna? Una truffatrice S'era conquistata la fiducia della nobildonna Accusata di falso e appropriazione indebita Un'anziana contessa torinese, finita in miseria, un patrimonio sparito nel nulla. E la sua dama di compagnia denunciata e arrestata per truffa, falso, appropriazione indebita. Secondo l'accusa avrebbe sottratto alla nobildonna quasi un miliardo tra denaro depositato in banca, mobili antichi, gioielli di famiglia. Ieri si è iniziato il processo, davanti al pretore Giuseppe Marciante. Sul banco degli imputati, Gabriella Perotti Gardino, 48 anni, difesa dall'avvocato Santoni De Sio. Bionda, con l'aria quasi dimessa, ma decisa a difendersi dalle accuse che le vengono mosse dal pubblico ministero Paola Ferrerò. Tutto comincia a metà degli Anni Ottanta. La contessa Clara Cornaro Lubatti, che oggi ha 87 anni, è vedova, senza parenti, ricca. Poliomielitica fin dalla nascita, si sposta a fatica, ma non rinuncia agli impegni mondani della nobiltà torinese a cui appartiene. E' tesoriera del patronato militare dei soldati di leva, fa attività di beneficenza, e, ironia della sorte, fa parte dell'organizzazione San Giobbe, una sorta di San Vincenzo per nobili decaduti. La contessa conosce a un ricevimento Gabriella Gardino. Quella donna gentile, dai modi eleganti e dai gusti raffinati la colpisce favorevolmente. Diventano amiche, iniziano a frequentarsi regolarmente. Nel giro di pochi mesi la Gardino guadagna la totale fiducia dell'anziana signora, che vive in un elegante camera della lussuosa pensione Moderna, in via Pietro Micca, arredata con mobili d'epoca e quadri di valore. Nel settembre '88 la contessa si trasferisce in piazza Statuto, alla pensione Traforo. E qualcuno dei suoi conoscenti si accorge che, nel trasloco, alcuni mobili sono spariti. Nel frattempo la sua salute peggiora, e lei, sempre assistita dalla premurosissima Gardino, soggiorna in un Hotel in collina, viene ricoverata al Maria Vittoria, poi a Villa Cristina. Infine approda alla Casa Mariana di via Confienza. Fino all'aprile del '91, quando i proprietari dell'albergo rintracciano un'amica di famiglia, Maria Rosa Mainardi Rolando, docente al Politecnico: «Mi hanno detto che nessuno provvedeva al pagamento della retta. Mi sono preoccupata, e ho cercato di capire cosa stava succedendo». Dopo alcuni solleciti, la Gardino consegna all'albergo un assegno da 10 milioni, postdatato. «Sono andata a controllare alla Banca Subalpina - racconta la professoressa Mainardi Rolando - e i funzionari mi hanno annunciato che il conto della contessa era in rosso». Parte la denuncia alla Procura. S'iniziano le indagini. L'abitazione della Gardino viene perquisita, molti oggetti ven¬ gono messi sotto sequestro. La Guardia di Finanza passa al setaccio conti bancari e ricostruisce tutte le operazioni. Gli assegni (tutti firmati Clara Cornaro vedova Lubatti) e i prelievi effettuati ammontano a 607 milioni. La Gardino viene arrestata, e finisce alle Nuove. Tornerà in udienza il 9 novembre. Intanto il pretore ha disposto una perizia contabile, e una perizia calligrafica. La contessa invece è senza un soldo, con la pensione del marito pignorata, malata e non autosufficiente. E' ricoverata a Villa Cristina, ogni tanto ricorda i bei tempi, finiti chissà dove. Brunella Giovara Bionda, con aria dimessa nega e si difende con foga La contessa Clara Cornaro Lubatti, 87 anni c la dama di compagnia, Gabriella Gardino