Prezzi «freddi» a Porta Palazzo

Prezzi «freddi» a Porta Palazzo E nelle banche tante richieste di informazioni Prezzi «freddi» a Porta Palazzo Centinaia di telefonate hanno tempestato ieri i servizi titoli delle principali banche cittadine. La preoccupazione è comprensibile, in momenti che lo stesso Amato ha dichiarato di emergenza. Dicono al San Paolo: «Non c'è corsa al ritiro dei risparmi, ma ima grande richiesta di informazioni sui titoli di Stato e sui certificati di deposito. Ai nostri clienti consigliamo di non vendere, perché ci rimetterebbero e finirebbero per alimentare la speculazione». Anche alla Banca Popolare di Novara, dove nei giorni scorsi sono state significative le richieste di investimenti in valuta, la compravendita dei titoli ieri è stata del tutto «normale». Qualche «pressione» si segnala agli sportelli della Crt per vendere titoli di Stato versando il ricavo sui propri conti. Mai code né panico. L'attenzione è rivolta ai prezzi. C'è il timore di aumenti. Qualche ritocco c'è sempre stato a settembre, ma con la bufera in corso che cosa accadrà? Ieri mattina abbiamo fatto un giro a Porta Palazzo, il primo mercato di Torino, quello che dà le indicazioni. Il cronista è stato subito scoperto perché sorpreso ad aggirarsi con taccuino e matita. Una anziana venditrice irata: «Ma li guardi qui, i miei 4 chili di pomodori a 3 mila lire. Sono 3 giorni che il prezzo è fermo. Vogliamo dircela tutta? Qui la roba rincara se aumenta la benzina». Il cronista viene sballottato tra banchetti dove l'uva è offerta a mille lire il chilo, due chili di prugne a 1500, due chili di mele delizia a mille lire e a 1500 lire un chilo di banane. Dice una cliente: «C'è anche uva venduta a 500 lire il chilo, ma ha troppi scarti. Lo stesso per i meloni: ovvio che quelli venduti a mille lire il paio sono migliori dei 4 allo stesso prezzo». Un pensionato: «Per piacere, non gridiamo al lupo finché non c'è: è pericoloso e rischiamo di rimetterci tutti». Una cautela più che giusta. Un ambulante: «Vede? Nonostante i prezzi bassi, siamo pieni di roba invenduta. Il fatto è che ci siamo tutti abituati troppo bene. Mele vendute in qualche negozio di centro a 5500 lire? Non mi meraviglia, in Italia c'è inflazione anche di cretini». Sarà solo un'impressione, ma ieri mattina sembrava che ci fosse più cortesia a Porta Palazzo. C'erano venditori che salutavano e si udiva persino qualche «grazie». Un «progresso» forse legato alla feroce concorrenza degli ipermercati. Anche a livello di grande distribuzione nessun allarme, per ora. Anzi. Passando al settore dell'arredamento, c'è da notare la pubblicità del supermarket svedese Ikea: nei giorni precedenti la bufera valutaria aveva distribuito a porta a porta i nuovi cataloghi, garantendo prezzi bloccati sino al 31 luglio 1993. «Nessun ritocco» assicura la centralinista. E' un impegno condiviso tanto da Continente quanto da Auchan. Dicono i clienti, mentre scelgono frutta e verdura con i guanti di plastica: «Per ora ci sembra proprio di escludere ogni speculazione». I commercianti torinesi aspirano a conoscere l'andamento dei prezzi. Con questo obiettivo oltre cento esercenti appartenenti ai più diversi settori merceologici forniranno i dati sui prezzi all'origine e all'ingrosso, al «monitor dei prezzi» istituito dalla Confesercenti che potrà così denunciare i tentativi di scaricare sul commercio al dettaglio la responsabilità di rincari decisi invece a monte della catena distributiva. Attraverso il monitor la Confesercenti intende anche fornire ai consumatori un quadro corretto sulla situazione. La Confesercenti ha chiesto anche al prefetto di istituire, a livello provinciale, un osservatorio dei prezzi sul modello di quello nazionale. «Tutto questo per evitare - ha detto il segretario generale, Giovanni Giustetto - che si diffondano ingiustificati allarmismi». [1. r.] Tra i banchi del più grande mercato cittadino per ora nessun rincaro: «Ecco le mie mele, 4 chili a mille lire e in qualche negozio costano oltre 5 mila il kg»

Persone citate: Giovanni Giustetto

Luoghi citati: Auchan, Italia, Novara, San Paolo, Torino