Il dramma di Delibasic distrutto come Sarajevo
Il dramma di Delibasic distrutto come Sarajevo La dura vita dello sfortunato ex cestista bosniaco Il dramma di Delibasic distrutto come Sarajevo C'è una bella fetta della ex-Jugoslavia nel nostro basket: i croati Kukoc, Radja e Tabak, i serbi Djordjevic, Danilovic e Bodiroga e lo sloveno Alibegovic. Ma un «grande» della più forte Jugoslavia di sempre vive giorni disperati in una Sarajevo distrutta dalle bombe. E' U bosniaco Mirza Delibasic, che dovette interrompere la carriera una decina d'anni fa quando, dopo i successi in patria e nel Real Madrid, fu colpito da embolia cerebrale a Caserta, dove stava per iniziare l'avventura italiana. A 39 anni, Delibasic è quasi irriconoscibile. «Quando esisteva la Jugoslavia mi sentivo jugoslavo, ma da quando è iniziata questa guerra ho cominciato a sentirmi bosmaco, come mio padre, musulmano», spiega fumando una sigaretta dopo l'altra davanti alla misera pensione in cui vive con la seconda moglie, serba, e il figlio di 5 anni. La prima moglie, anch'essa serba, risiede con 3 figlio 13enne a Belgrado. E' una delle tante situazioni intri¬ cate che vive la gente del suo Paese. Il fratello, invece, è sposato con una croata. «Qui non esiste una famiglia etnicamente pura: siamo tutti mischiati». «Quello che sta accadendo è tristissimo e la cosa peggiore di questi cinque mesi è sapere che molti amici sono ancora sulle colline sparando contro vecchi compagni, distruggendo la città che abbiamo costruito insieme. Che il tuo vicino di casa, il tuo vecchio amico ti stia sparando addosso è qualcosa che non si può comprendere, giustificare. Se stessi bene andrei anch'io a combattere in prima linea come molti amici e giocatori ma, nelle mie condizioni, credo di poter fare di più per la Bosnia lontano da Sarajevo che qui». E spera di poter accettare l'invito di due vecchi amici, Brabender e Corbalan: «A Madrid potrei raccontare cosa sta succedendo: questa non è una guerra etnica, e la gente potrà ascoltarmi. Non sono un politico, ma un uomo sincero che non sa mentire», [r. s.] Mirza Delibasic con in braccio il figlioletto Darko, di 5 anni, davanti alle rovine di Sarajevo bombardata
Persone citate: Alibegovic, Bodiroga, Danilovic, Delibasic, Djordjevic, Kukoc, Mirza Delibasic
Luoghi citati: Belgrado, Caserta, Jugoslavia, Madrid, Sarajevo
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