Soma mette Shell nel motore

Soma mette Shell nel motore II vecchio polo chimico nazionale è tramontato. Foro Buonaparte si razionalizza sui mercati mondiali Soma mette Shell nel motore Montedison s'allea col colosso anglo-olandese MILANO. Va di moda l'inglese tra le grandi aziende chimiche italiane. All'accordo raggiunto mesi fa tra l'Enichem e la British Petroleum nel poliestere, la Montedison oppone adesso la firma di un memorandum d'intenti con la Royal DuchShell nelle poliolefine. Reso noto ieri a Londra, Milano e New York, l'accordo (già comunicato alle autorità antitrust della Cee) è di fatto un progetto di integrazione su scala mondiale tra Montecatini, la società chimica del gruppo Ferruzzi-Montedison, e una parte del gruppo anglo-olandese Shell. Si tratta, in poche parole, di una joint-venture voluta e studiata da Italo Trapasso, l'uomo della chimica in Montedison, e dall'amministratore della Shel italiana Pieter Berkhout, che dovrebbe sorgere entro sei mesi, al termine di tutte le valutazioni in corso. Non tutti i particolari della nuova società in comune tra Montecatini e Shell sono noti. Non se ne conosce ancora il nome (MonteShell esiste già: è la joint-venture di vecchia data tra i due gruppi operante nella distribuzione di carburanti in Italia) e non si sa dove verrà collocato il quartier generale. Noti, invece, sono i rispettivi apporti. La Shell, colosso petrolchimico da 155 mila miliardi di fatturato consolidato, apporterà la materia prima, e cioè l'etilene e il propilene, per un giro d'affari molto vicino al miliardo e mezzo di dollari. Mentre la Montecatini conferirà l'Himont, maggior produttore al mondo di polipropilene, e la Moplefan (film di polipropilene), il tutto per un fatturato di 2,5 miliardi di dollari. Obiettivo dichiarato: dar vita a un'impresa in grado di produrre 3 milioni di tonnellate di poli- propilene all'anno, mezzo milione di tonnellate di polietilene e fatturare (al cambio liradollaro attuale) almeno 4 mila miliardi di lire. Si celebra così, con due matrimoni all'inglese, il definitivo addio tra i due grandi della chimica italiana, Montedison ed Enichem, un tempo uniti nell'avventura Enimont finita con il fin troppo burrascoso divorzio, protagonista l'ex timoniere di casa Ferruzzi, Raul Gardini. A lungo, prima in Enimont e poi con l'Enichem dell'Eni, proprio il problema della destinazione finale di Himont, il gioiello statunitense della Montedison, era stato al centro di trattative e polemiche. Trattative e polemiche finite in nulla, nonostante autorevoli sponsor politici da entrambe le parti, per l'eccessivo differenziale tra le richieste (vere o presunte) di Montedison per Himont e le offerte (vere o presunte) di Enichem. Fatto sta che l'eterno problema di Enichem - dove trovare le tecnologie di processo per dar sbocco al proprio etilene - e l'eterno problema di Montecatini-Montedison - dove trovare le materie prime per approvvigionare il proprio polipropilene - sono stati risolti, anziché in comune, ognuno per proprio conto. Enichem ha trovato una tecnologia di processo, anziché in Himont, nel gruppo British Petroleum. E adesso la Montecatini-Montedison per la sua Hi¬ mont ha trovato nella Shell, anziché nell'Eni, chi gli fornirà etilene e propilene. Soluzioni perfette da un punto di vista delle singole società. Un po' meno per il sistema chimico italiano già defunto da tempo. Di sicuro, come già per Enichem l'accordo con Bp, il memorandum d'intenti siglato tra Trapasso e Berkhout rappresenta per Montedison un momento importante di razionalizzazione delle attività del gruppo. E se non è certo possibile parlare di un'uscita di scena dalla chimica, non c'è dubbio che l'abbandono della gestione in proprio della Himont e la scelta di un partner forte come Shell rappresentano per Montedison una svolta di cen- tottanta gradi rispetto ai tempi in cui Gardini si era gettato nella mischia al grido: «La chimica sono io». Insomma, il matrimonio con Shell, come fa capire Carlo Sama, aministratore delegato della Montedison, è la conferma di una strategia nuova che punta a condividere con soci forti la presenza nei settori della chimica fine, dei nuovi materiali, della farmaceutica, avventure altrimenti insostenibili nei prossimi anni (per via dei costi di gestione e di ricerca sempre più elevati) da chi colosso non è. Si è partiti dal polipropilene e da Shell. Presto toccherà, si lascia chiaramente intendere da Foro Buonaparte, al farmaceutico e alla chimica fine. [a. z.] A CHE SERVONO I POLIMERI! UTILIZZI DELLE: POLIOLEFINE : NEI VARI SETTORI, DELL'ECONOMIA, EUROPA % wm OCCIDENTALE. ' PERCENTUALI SUiiii TOTALE DEI CONSUMI Wme.

Persone citate: Buonaparte, Carlo Sama, Gardini, Italo Trapasso, Raul Gardini, Reso, Trapasso

Luoghi citati: Europa, Italia, Londra, Milano, Montecatini, Montecatini-montedison, New York