Nomine, la carica dei 500

Nomine, la carica dei 500 Le autocandidature per 33 poltrone in enti di sottogoverno Nomine, la carica dei 500 Cinquanta in corsa per il Lingotto E il tiro a segno alletta il pensionato Cinquecento torinesi in corsa per 33 poltrone di nomina comunale. E' il risultato dell'operazione «trasparenza» varata dal vicesindaco Marzano e dai membri della commissione Statuto. Pubblicità sui giornali, manifesti, avvisi al pubblico hanno provocato un interesse superiore al previsto: ieri, ultimo giorno utile per presentare le candidature, gli uffici di Palazzo civico hanno ricevuto 205 curricula. Un record. E dire che tutti gli incarichi sono gratuiti o scarsamente retribuiti. Chissà che ressa a dicembre, quando si dovranno scegliere gli amministratori della Sagat (10 milioni annui per i consiglieri, 90 milioni per il presidente) o dell'autostrada Torino-Piacenza (8 milioni ai consiglieri, 90 al presidente, 250 mila lire a seduta per tutti). Questa volta ci si deve accontentare: 120 mila lire a seduta all'Ipla (istituto per le piante da legno e l'ambiente), 40 mila per il Teatro Regio, 15 mila per l'Ente che si occuperà di tutelare la collina. Neanche un soldo per il senato accademico del Politecnico o il Museo dell'Automobile, tanto per fare due esempi. «Adesso dobbiamo fare in modo che la novità non si trasformi in boomerang», sostiene Michele Vietti, de, altro padre dell'operazione. I capigruppo decideranno quali can- didature ammettere. Poi voterà il Consiglio: Non è escluso che i partiti continuino ad occupare gli enti più prestigiosi e remunerativi: «Ma almeno con persone competenti», dice Marzano. Come l'ingegner-architetto Franco Roccazzella, due lauree e due iscrizioni ad albi professionali, un curriculum lungo tre pagine: «E non ci ho messo tutto». Ex vicesindaco di Borgaro, poi vicepresidente del Cit, Roccazzella è ormai fuori dalla politica: «Perché mi presento? Voglio vedere come va a finire. Corro per il Lingotto, l'i¬ stituto Galileo Ferraris, l'Ipla, il Regio». Per il Lingotto deve vedersela con una cinquantina di rivali. Ad esempio il de Beppe Accattino, bodratiano, lui pure ingegnere: «E guarda caso mio vicino di studio. Però ho titoli superiori», ammicca Roccazzella. C'è una piccola coda davanti all'ufficio che raccoglie le candidature. Il capo di gabinetto Francesco Panzica non ha scordato i tempi in cui guidava i vigili urbani, c'è del mestiere nel modo in cui dirige il traffico e guida gli aspiranti manager. Intanto, quattro impiegate lavorano a tutto spiano per catalogare le domande. S'è fatta ora di pranzo, i candidati ingannano il tempo riesumando aneddoti nemmeno lontani. Come quello del portaborse di partito che tra le proprie benemerenze citò: «Recentemente mia figlia ha conseguito il diploma di ragioneria». Scorrono nomi, volti anche noti. L'ex sindaco Zanone, in corsa per la Fondazione Einaudi, il professor Traniello presentato dal vicesindaco Marzano per una conferma al Museo del Risorgimento, il professor Pichierri, docente di sociologia urbana, candidato dal pds per il Lingotto. Arriva Marcello Segre, consigliere di circoscrizione e volontario del soccorso: «Mi propongo dove ne capisco qualcosa». Croce Bianca, dunque, e tutte le associazioni benèfiche. Ecco un altro consigliere comunale, Davide Nerattini, che tenta la strada dell'Isef (è..arbitro e insegnante di educazione fisica). Poi Tommaso Scardicchio, leader dei Pensionati. Il Lingotto? Il Regio? Un'opera pia? «Ma no, penso all'ente di salvaguardia della collina, io abito lì. E poi al Tiro a segno». Ma sì, c'è anche un posto nel direttivo del Tirò a segno nazionale. E per Scardicchio s'annunciano giorni difficili. Sono le 13,30 quando fa domanda Roberto Massucco, 32 anni, ex ufficiale dei carabinieri ed esperto in materia: «Osso duro per tutti, con uno così possono fare da bersagli», ridacchia l'usciere di passaggio. La città risponde, la gente spera che tanto ensusiasmo non vada sprecato. C'è chi ha fatto confusione come Rosario De Cicco «disoccupatissimo da due anni»: vorrebbe un posto vero, cioè un lavoro, ma l'indirizzo è sbagliato. C'è chi scrive curricula infiniti, chi si limita a poche righe. Come l'ingegner Aldo Brizio, già capo dell'ufficio tecnico comunale. E' in corsa per il Regio e vanta un formidabile atout: il teatro lo ha ricostruito lui. Giampiero Paviolo Sono scaduti ieri i termini per presentare i curriculum Ora deciderà il Consiglio Tommaso Scardicchio (sopra) candidato per il Tiro a segno. Francesco Traniello potrebbe restare al Museo del Risorgimento L'ex ingegnere capo del Comune Aldo Brìzio è candidato per l'unico posto nel Consiglio del teatro Regio

Luoghi citati: Borgaro, Comune Aldo Brìzio, Piacenza, Torino