«Non si può sbagliare così» di Claudio Giacchino

«Non si può sbagliare così» «Non si può sbagliare così» Aguilera deluso fa autocritica Fortunato ko, domenica fermo NORRKOEPING DAL NOSTRO INVIATO Come i guerrieri vichinghi dopo i saccheggi e le vittorie, i giocatori del Norrkoeping festeggiano la vittoria già nel tunnel che conduce agli spogliatoi saltellando e cantando. Intanto i granata si chiudono nello stanzone sulla cui porta c'è, ironia della contingenza, la scritta «Domati», che chissà cosa significherà in svedese. I volti dei torinisti sono altrettanti specchi della delusione e del rammarico. Così, saranno le parole. Il solo Pereni, per una notte gran condottiero in vece di Mondonico, squalificato dalla Uefa e quindi zittito dal regolamento, va controcorrente e si dichiara «soddisfattissimo». Di che cosa, scusi? «Del modo in cui i ragazzi si sono comportati. Il risultato è una beffa, se siamo davvero forti riusciremo a ribaltarlo tra due settimane». Poi, via con lo stantio refrain degli sconfitti: «Il calcio è fatto di episodi, a noi sono toccati quelli sfortunati». Pereni conclude: con un invito alla saggezza: «Le disillusioni sono ben altre, non abitano il mondo del pallone, guai a prendersela». Da come s'è agitato in panchina, però, non sembrerebbe... Basta osservare e ascoltare Aguilera, Casagrande e soci per capire che nel football le delusioni esistono eccome. Appena uscito dal campo, Pato scaglia lontano il nastro «chiamafortuna» che porta al polso, impreca, scuote la testa: «E' un periodo nero: con il Brescia abbiamo creato cinque palle gol e qui almeno quattro. Ebbene, non una è entrata, siamo perseguitati dalla malasorte. Poi, il portiere svedese, s'è salvato con due miracoli... Pazzesco, cosa dobbiamo fare per spingere il pallone in rete?» Dall'ira all'autocritica: «Certo che se continuiamo a sbagliare da due passi occasioni facili facili...». Al riguardo, cos'ha combinato Casagrande? Il brasiliano allarga le braccia e sulla ghiotta oppor¬ tunità fallita a metà della ripresa dice: «Credevo che la palla mi sbattesse addosso. Poi, su quell'azione in extremis, ho fatto quanto potevo». Come tutti i torinisti, Walter reputa bugiardo il risultato, imputa il gol scandinavo a una «mancanza di attenzione da parte nostra», e giudica il Torino <<bellissimmo nella prima e nell'ultima parte del match». Marchegiani precede le do- mande interrogando, e interrogandosi: «Che debbo dire? Avevamo la situazione in pugno, abbiamo dominato per lunghi periodi e ce ne torniamo a casa con il risultato peggiore. Il tiro-rete di Blohm? Non so se era imparabile, non l'ho visto partire». Scifo ascolta compiaciuto chi lo complimenta per il bell'inizio, si rabbuia neU'udire le critiche per come ha proseguito. Taglia corto: «Le cose vanno bene o male indipendemente dal rendimento di un singolo». Il più abbattuto, e sincero, è Fortunato: s'è fatto male al ginocchio destro, oggi saprà se la distorsione è grave. Commenta afflitto: «E' andata pessimamente». Poco più in là, l'alenatore svedese confida ad un suo dirigente: «Forse, al quinto tentativo, è la volta buona che eliminiamo una squadra italiana». Non s'è visto Borsano: è rimasto a Roma per impegmi parlamentari, hanno detto i suoi fidi. Claudio Giacchino Fusi, a terra, contrasta un'avanzata dell'attaccante Kutznetzov

Persone citate: Aguilera, Borsano, Casagrande, Marchegiani, Mondonico, Pereni, Scifo

Luoghi citati: Roma