Ambroveneto Escono le Popolari
Ambroveneto Escono le Popolari Dal sindacato Ambroveneto Escono le Popolari MILANO. Le banche popolari venete azioniste da dieci anni del Banco Ambrosiano Veneto hanno deciso di chiedere il «divorzio» dall'istituto di credito guidato da Giovanni Bazoli. Con una lettera hanno formalizzato questa decisione allo stesso Bazoli, nella sua qualità di presidente del patto di sindacato che controlla l'istituto, e attendono a giorni una risposta. Le quattro popolari (Verona, Vicenza, Antoniana, Padova) detengono insieme una quota del 12,5% che ha un valore non inferiore ai 350 miliardi. Secondo il regolamento del patto di sindacato, quando un socio ad esso aderente decide di vendere le sue quote, è necessario procedere all'offerta pro-quota delle sue azioni a tutti gli altri soci sindacati e vendere poi il pacchetto ad uno solo di essi o addirittura ad un acquirente esterno ma solo nel caso in cui non tutti gli altri soci che restano siano disposti ad acquistare le azioni in vendita e sempre a patto che la maggioranza dei soci sindacati stessi approvi la vendita a «terzi». Da ricordare che da almeno tre anni le banche venete venivano considerate «in uscita» dall'azionariato Ambroveneto; da ricordare inoltre che l'azionariato dell'istituto è notevolmente composito: soci sindacati con il 12% sono la Gemina, il Crediop e un gruppo di azionisti bresciani guidati dal San Paolo di Brescia; con quote tra il 5 e il 6% seguono le Generali e il Credit Agricole. La situazione dunque si presenta estremamente incerta. I contatti tra le parti, guidati da Bazoli, si svolgeranno secondo le norme previste dal patto di sindacato. Fino a trovare una soluzione che non appare semplice. [r. e. s.]
Persone citate: Bazoli, Giovanni Bazoli
Luoghi citati: Brescia, Milano, Padova, San Paolo, Verona, Vicenza
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