«L'onore si paga» e uccide 2 volte di Francesco Fornari

«L'onore si paga» e uccide 2 volte Dramma della gelosia nel Comasco: l'uomo tradito finisce a revolverate in ospedale gli amanti feriti «L'onore si paga» e uccide 2 volte Spara in due tempi alla moglie e al genero MERATE (LECCO) DAL NOSTRO INVIATO Ha ucciso la moglie e ferito gravemente il genero-rivale in un'impressionante sequenza di violenza, seguendo uno schema preciso, calcolato con freddezza, in nome di un barbaro codice dell'onore che pretende che ogni offesa venga lavata col sangue. Un attimo prima di conficcarle una pallottola in testa, ha sibilato alla donna «l'onore ha un prezzo». Ai carabinieri che l'hanno arrestato, al magistrato che lo ha interrogato, ha ripetuto «l'onore è onore». Un dramma della gelosia in tre tempi ed un prologo sullo sfondo dei paesi della Brianza. I protagonisti della tragedia vengono tutti dalla Calabria: da Seminara, Antonino Carbone, 46 anni, muratore, la moglie Maria Musicò, 39 anni, la figlia Carmela, 19 anni ed un'altra più giovane. Da Palmi, Domenico Rosano, 25 anni, muratore, che il 18 luglio di quest'anno ha sposato Carmela. Le due famiglie abitano nella stessa casa, una modesta villetta a due piani, a Rónco Briantino, in via Sant'Antonio 3: al primo piano Carbone con moglie e figlia, al pianterreno la giovane còppia. In questo paese nel cuore della Brianza, vive una piccola comunità di immigrati calabresi, tutti riuniti nelle vecchie casette del centro storico, accanto ad un bar che è un po' il loro punto d'incontro. Due anni fa Domenico Rosano entra a far parte di questo gruppo: è appena arrivato dal Sud, ha trovato lavoro in un'impresa edile, quella in cui è occupato anche Antonino Carbone. Diventano amici, Domenico incomincia a frequentare la casa dei Carbone, corteggia Carmela, che allora ha 17 anni. Quando viene sfrattato, è ospitato dall'amico, che ormai lo considera uno di famiglia, il fidanzato della figlia. Ma qualcosa si incrina: a torto o a ragione Antonine incomincia a nutrire dei sospetti, gli sembra che fra sua moglie e Domenico corra qualcosa di più di una innocente simpatia. Certi sguardi, certi atteggiamenti. In più occasioni si arriva ad un passo dalla lite: l'intervento di amici comuni, le esortazioni dei parenti, sembrano convincere Antonino che le sue paure sono frutto di fantasia. Due mesi fa Domenico e Carmela si sposano, si fa gran festa, dubbi e sospetti sembrano dimenticati. 0 forse no. Martedì mattina, alle 7, Antonino Carbone esce per andare al lavoro. Mezz'ora dopo è di ritorno: ha dimenticato il portafogli. Oppure è tornato per controllare, per cancellare quel dubbio. Sale al primo piano, va in camera da letto: la moglie non c'è. Scende: dall'appartamento al pianterreno, quello della figlia (già uscita per andare al lavoro) e del genero (che dovrebbe pure lui essere già fuori, al cantiere), si sentono dei rumori. Carbone suona il campanello. Nessuno apre. Tempesta di pugni la porta, grida. All'improvviso l'uscio si spalanca, Domenico sguscia fuori come una saetta, sparisce in strada. Dall'interno un grido di donna, seguito da un botto: Maria Carbone, nel tentativo di scappare dalla finestra, è caduta in cortile, spezzandosi una gamba. Antonino Carbone resta come inebetito. Non dice nulla, non fa nulla. Si allontana in silenzio. La sera torna a casa. Trascorre la notte con la figlia Carmela, inebetita dal dolore, distrutta dalla vergogna. La madre è ricoverata con la gamba rotta all'o¬ spedale di Merate, il marito è scomparso. Che cosa si dicono padre e figlia durante quella lunga, interminabile notte? Ieri mattina, come al solito, Carmela va al lavoro. Il padre, invece, sale in auto e si dirige a Lomagna, dove il genero lavora in un cantiere. Ha in tasca una pistola Beretta cai. 7,65, con la matricola abrasa, otto proiettili nel caricatore ed imo in canna. Per vendicare l'onore della famiglia, il suo, quello della figlia tradita. Al cantiere il giovane non c'è. Carbone torna indietro, attraversando la piazza del paese incrocia l'auto del genero: c'è traffico, è giorno di mercato, le due vetture si affiancano, quasi ferme. Attraverso i fine¬ strini aperti i due uomini si guardano: Carbone impugna la pistola, preme quattro volte il grilletto. Un proiettile si conficca nella tempia sinistra di Domenico, due nell'addome, un quarto va a vuoto. Carbone adesso si dirige verso l'ospedale di Merate. Sale al terzo piano, reparto di ortopedia, entra nella camera sette. Sua moglie è a letto, ci sono altre tre ricoverate: l'uomo si avvicina, estrae la pistola di tasca. «L'onore ha un prezzo», dice. E spara. Un colpo solo, alla testa. Si allontana senza fretta, a passo lento, fra lo sgomento, il terrore delle malate e delie infermiere. Arriva all'ingresso dell'ospedale proprio mentre sopraggiunge a sirene spiegate un'ambulanza. A bordo c'è Domenico Rosano, ferito gravemente ma ancor vivo. Antonino Carbone non lo sa, non può saperlo ma è colto da un dubbio: segue con gli occhi l'ambulanza, gli infermieri che scaricano la barella, la loro corsa verso l'ascensore. E li segue. Con un altro ascensore arriva al quinto piano, dove c'è il reparto di rianimazione. La porta sta per chiudersi, si infila fra i battenti: nel corridoio, fra infermieri col camice verde e la mascherina sulla bocca, vede sulla barella il corpo di Domenico. Gli stanno mettendo una flebo in un braccio, altri si affannano con delle siringhe: Antonino fa un passo avanti, punta la pistola. Le detonazioni rimbombano nel reparto, un'infermiera grida spaventata, due proiettili trapassano il torace del giovane. Carbone mette la pistola in tasca, raggiunge la guardiola dell'ingresso. Ai due sorveglianti, Marcello Trappa e Giancarlo Consonni, consegna l'arma: «Dovevo farlo, l'onore è onore. Chiamate i carabinieri». Sono le 8,30. Quattro ore dopo la moglie Maria muore. Il genero Domenico è in condizioni disperate, in coma profondo. Al sostituto procuratore della repubblica Luigi Bocciolini, l'omicida dice: «Non sono un delinquente. Mi dispiace ma dovevo farlo». Francesco Fornari Agguato in piazza al giovane poi il bis in rianimazione tra medici e infermieri sconvolti e increduli La donna si era rotta una gamba fuggendo dopo essere stata scoperta 2h| Antonino Carbone e l'ospedale dove è avvenuta la terribile sparatoria

Luoghi citati: Calabria, Lecco, Lomagna, Merate, Palmi, Seminara