In trappola superboss calabrese di D. M.

In trappola superboss calabrese A Marsiglia In trappola superboss calabrese REGGIO CALABRIA. Anche se gli hanno ucciso un figlio, Domenico Libri si considerava un uomo fortunato. Forse da ieri sera don «Mico», come viene chiamato a Reggio Calabria, ha visto un po' incrinata la sua convinzione, dopo essere stato arrestato all'aeroporto di Marsiglia da agenti del Sisde. Gli investigatori gli hanno dato la caccia per mezza Europa da quando, nel giugno del 1989, entrato in una clinica privata con la scusa di farsi operare alla vescica per chissà quale malanno, ne uscì il giorno dopo eludendo la sorveglianza. Da quel momento riuscì ad eclissarsi, ma non tanto da far perdere le sue tracce. Gli investigatori hanno lavorato duro per mettere le mani su questo che era considerato, nella lista dei boss della 'ndrangheta da catturare, il secondo dopo Nino Imerti, il «nano feroce». Questa fama di Libri non è certo usurpata perché, per oltre trentanni, questo signore dall'aspetto nonnaie, che passa inosservato, è stato per gli inquirenti l'interprete del nuovo modo d'essere della 'ndrangheta, passata dalla gestione delle sue tradizionali attività (la tangente, innanzitutto) al monopolio degli appalti ed al traffico di droga. II. primo grosso colpo a Libri lo aveva dato il «cecchino dalla mira olimpica», il misterioso killer che, per alcuni anni, ha insanguinato prima di sparire nel nulla Reggio Calabria servendosi appunto di un fucile di precisione armato di proiettili ad efficacia espansiva (per intendersi, quelli che debbono solo centrare il bersaglio per essere devastanti), capaci di colpi fenomenali. Come quello da 200 metri che uccise, l'8 settembre del 1988, mentre era in carcere, Pasquale Rocco Libri, quello che era l'erede designato alla guida della famiglia. Il giovane ebbe appena il tempo di uscire nel cortile del carcere di Reggio Calabria per l'ora d'aria che venne trapassato da un proiettile «30/30» che non gli diede scampo. Forse fu lo stesso killer a cercare di uccidere Domenico Libri quando il boss, camminando con l'aiuto di stampelle e circondato da carabinieri, appena sceso dal cellulare per entrare nel Tribunale di Reggio Calabria fu sfiorato da un proiettile. Era il marzo del 1989. [d. m.]

Persone citate: Domenico Libri, Libri, Mico, Nino Imerti, Pasquale Rocco

Luoghi citati: Europa, Marsiglia, Reggio Calabria