Cattive nuove per Bush: torna Perot di Paolo Passarini

Cattive nuove per Bush: torna PerotPRESIDENZIALI USA Il miliardario texano rilancia il suo piano di riduzione del deficit e risale nei sondaggi Cattive nuove per Bush: torna Perot «Potrei ricandidarmi, oppure appoggerò Clinton» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Il ritorno di Ross Perot» sembra il titolo di un film, ma potrebbe diventare una storia ve-, ra. E' stato lo stesso miliardario texano, che si ritirò a sorpresa; dalla corsa presidenziale nove settimane fa, a fare intravedere questa possibilità. E ha accennato anche a un'ipotesi alternativa, quella di offrire il suo sostegno al democratico Bill Clinton. Sono, entrambe, due pessime notizie per George Bush, che continua ad arrancare nei sondaggi. Per la verità, Perot ha presentato le due possibilità in ordine inverso. Si è detto deluso dal fatto che entrambi i candidati si siano sottratti a ogni impegno per la riduzione del pesante deficit federale, che ormai sfiora i 400 miliardi di dollari, e che nessuno abbia preso in considerazione le sue proposte di tagli severi alle spese. Se uno dei due candidati le facesse proprie, Perot sarebbe pronto a sostenerlo. «Tuttavia, sono ormai convinto che Bush perderà le elezioni», ha aggiunto subito dopo. Ne consegue che l'offerta di un possibile appoggio riguarderebbe, nei fatti, solo Clinton. Non a caso, l'ex governatore del Texas John Connally, democratico passato ai repubblicani e, infine, diventato sostenitore di Perot, ha detto di prevedere un sostegno finale a Clinton. E Perot, quando gli è stato chiesto di commentare la sua uscita, non lo ha sconfessato. «Non sta a me decidere di sostenere qualcuno - si è limitato ad osservare -. Sarebbe la nostra organizzazione, America Unita, a decidere». Può darsi che finisca così, anche se è più che improbabile che l'uno o l'altro dei candidati, e in particolare Clinton, faccia proprie le proposte economiche di Perot, nonostante siano state giudicate molto serie da numerosi specialisti. Il fatto è che adottarle equivarrebbe a dichiarare apertamente la propria volontà non solo di tagliare drasticamente le spese, ma anche di aumentare sensibilmente le tasse. Nessun candidato se la sente di sfidare l'impopolarità fino a questo punto. Allora l'altra ipotesi da secondaria diventa principale. Se nessuno dei due candidati assumesse impegni soddisfacenti per risanare il bilancio, Perot potrebbe convocare in assemblea i coordinatori della sua organizzazione nei 50 Stati del Paese. «Se loro mi dicessero: "Sì, vai", allora ripartiremmo ha annunciato il miliardario -. E, se questo succedesse, sarebbe un grosso colpo per entrambi i grossi partiti, perché, se ritornassi in gara, correrei certamente per vincere». Nonostante si sia ritirato, Perot continua a ricevere, nei sondaggi, un sostegno oscillante tra il 15 e il 20% dell'elettorato. L'ultimo sondaggio, condotto dal «Washington Post» tra gli elettori orientati a votare, gli assegna il 16%. Si tratta di una percentuale robusta, se si considera che, quando decise di ritirarsi, Perot era già sotto il 20%. Questo non significa necessariamente che, se si rimettesse in gara, il miliardario avrebbe garantita una percentuale simile. Ma significa che il fenomeno che ha rappresentato è profondo e tuttora vivo, mentre il disgusto della gente verso i partiti tradizionali resta molto esteso. Domani, con la presentazione delle firme da parte del suo comitato elettorale in Arizona, Perot, nonostante il ritiro, conseguirà l'obiettivo di avere il proprio nome stampato sulle liste di tutti e 50 gli Stati dell'Unione. Di conseguenza, anche se non decidesse di ripresentarsi, qualunque elettore potrebbe convogliare su di lui il proprio voto di protesta. Anche se a fare questa scelta fosse soltanto il 56% dell'elettorato, il fenomeno avrebbe un effetto devastante per Bush. Infatti, il sostegno a Perot può essere rappresentato come una pesca, il cui nocciolo è costituito dall'elettorato repubblicano e la polpa da quello democratico. In altri termini, meno voti Perot prende, più ne sottrae a Bush. Paolo Passarini

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