«Una crisi oggi sarebbe la fine» di Augusto Minzolini

«Una crisi oggi sarebbe la fine» Il segretario socialista denuncia rischi di svolta autoritaria e rivela: le bombe a piazza Fontana erano degli anarchici «Una crisi oggi sarebbe la fine» Craxi: alprossimo voto simbolo psi-psdi-pds BERLINO DAL NOSTRO INVIATO «Ma a che servirebbe cambiare governo adesso? Servisse, capirei pure. Ma Amato sta lavorando, e gli speculatori che complottano contro la lira non si fermerebbero certo di fronte ad un nuovo governo: loro puntano a far soldi, non pensano alla politica. Una crisi di governo ora sarebbe tragica, un disastro, screditerebbe il Paese a livello internazionale e non basterebbe a risolvere la situazione economica difficile di un'Italia che sta scivolando verso il Sud America». A sentire Bettino Craxi, che parla dell'Italia a Berlino, durante le pause dei lavori dell'Internazionale socialista, si ha la fotografia di un Paese in pieno allarme rosso, che se non si dà una «regolata» va incontro ad un futuro nero. C'è un po' di tutto nei racconti del segretario del psi: una crisi economica da paura che investe mezzo mondo, un'armata di speculatori che vuol far soldi alle spalle della lira, un vento di destra che percorre l'Europa («Il nostro continente ha spesso generato dei mostri e ho tutta l'impressione che ne stia nascendo un altro») e che in Italia si tramuta in un disegno che, magari sull'onda dello scandalo delle tangenti, punta a distruggere i partiti ed a cam- biare il sistema. «La questione morale esiste ed ha un suo valore - dice il segretario del psi, camminando per i viali che costeggiano il Reichstag - ma c'è chi la sta strumentalizzando, perseguendo un progetto che vuole superare l'attuale sistema, una svolta autoritaria». L'Italia dei misteri, l'Italia dei complotti. A pranzo, al ristorante dell'hotel Intercontinental di Berlino, Craxi trova il tempo per raccontare qualche episodio oscuro degli ultimi quarant'anni di storia del nostro Paese. E anche se Craxi non lo dice, forse un giorno bisognerà aggiungere un altro capitolo a questa «storia inedita», proprio su Tangentopoli: già, questa è una «promessa» che si sente nell'aria, mentre il segretario del psi disserta sulle tante verità che non sono mai state dette. «Parliamo delle bombe a piazza Fontana - racconta il segretario - ho fatto delle indagini negli anni, per scoprire come era andata e mi sono convinto che la bomba è stata fatta mettere dagli anarchici, ma che i mandanti erano spezzoni dei servizi segreti legati alla Nato. Credo che gli anarchici pensassero di fare un gesto dimostrativo, non tennero conto che eccezionalmente il mercoledì la Banca dell'Agricoltura era aperta. Per questo Pinelli, che era un gran brav'uomo, si suicidò, per il senso di colpa di aver provocato una strage. Altro che le prove del manichino! Furono eseguite da un giudice che aveva una tesi preconcetta, un giudice comunista di nome Gerardo D'Ambrosio». Parla Craxi e dopo un sorso d'acqua passa ad altre pagine oscure. Racconta dell'assassinio di Walter Tobagi e di tutte le verità mai scoperte del «caso Moro», di quei giorni in cui si trovò solo alle prese «con la viltà della de e con un pei che, sapendo di aver contro l'Urss, avversaria dell'eurocomunismo, aveva paura di provare a vedere cosa c'era dietro quella storia». Misteri insoluti, pagine drammatiche raccontate in un altro momento difficile. Craxi è convinto che nuovi nemici sono agguato. «Avete sentito i discorsi qui all'Internazionale? In molti Paesi e in Italia emergono segnali di destra, spinte verso tesi semplificatorie della democrazia, che conducono dritto dritto a concezioni autoritarie. C'è poi il diffondersi di un cinismo e di un egoismo sociale nei confronti dei più deboli che trova spazio tra ceti e in aree geografiche che sono installati nell'area del benessere». Una miscela esplosiva che fa riapparire in Germania le «svastiche» e in Francia il razzismo di Le Pen. E in Italia? «Rispetto a tutto quello che sta avvenendo nel mondo - spiega il segretario del psi, mentre compra cimeli dell'ex impero sovietico al mercatino sorto dopo la caduta del Muro, vicino alla Porta di Brandeburgo - da noi c'è una sfasatura, guardiamo altrove». Non se ne accorge la gente, non se ne accorge la classe politica di «un Paese che appare seduto». «Ma vi rendete conto che in Italia il turismo sta andando a rotoli? Ormai gli italiani che hanno i soldi fanno una vacanza in Italia, quelli che non li hanno vanno all'estero. C'è da capirli, da noi si paga più che a Montecarlo, a New York o a Parigi. Sono matti, così i turisti vanno altrove: in Tunisia con 60 mila lire al giorno si ha la pensione completa in un albergo di lusso e in bassa stagione si arriva addirittura alle 20 mila lire. Sono queste le cose di cui questo Paese deve rendersi conto. Abbiamo avuto un ciclo dell'economia positivo, ma sono aumentati i consumi e non abbiamo fatto fronte al debito dello Stato. Ora bisogna pensarci, visto che solo nei primi sei mesi di quest'anno ci sono stati quattrocentomila disoccupati in più. E se questo Paese ce la mette tutta, può farcela. E' un Paese che fa miracoli, negli Anni 80 stava anche peggio». Così, alla fine, nei discorsi di Craxi la parola chiave diventa «responsabilità». L'ha chiesta anche l'altra sera ad Occhetto, tracciandogli per filo e per segno questo scenario da paura e trovando un interlocutore altrettanto preoccupato. E proprio sull'allarme rosso che regna sul Paese, il segretario del psi sta tentando di riprendere il filo dei rapporti a sinistra. Un filo che potrebbe anche portare lontano. Anche perché il meccanismo messo in moto dall'ingresso del pds nell'Internazionale potrebbe portare delle nuove sorprese avvicinando - nelle intenzioni di Craxi - ancora di più i partiti della sinistra. Ad esempio, a gennaio il pds entrerà nel gruppo parlamentare socialista europeo e, contemporaneamente dovrebbe nascere una federazione tra i gruppi parlamentari europei di psi, psdlì e pds. A novembre, poi, il partito di Occhetto dovrebbe entrare nell'Unione dei partiti socialisti europei che sta per trasformarsi in Partito socialista europeo sull'esempio del Ppe democristiano. Conseguenza: alle elezioni europee del '94, psi, psdi e pds potrebbero avere un simbolo comune da accompagnare al loro simbolo tradizionale. Almeno questo è il disegni di Craxi. Augusto Minzolini Il segretario del psi Bettino Craxi nonostante le notizie che gli arrivano a Berlino sulla situazione economica afferma di non essere «sfiduciato» e di credere in un superamento della crisi