Morto l'accusotore della Ballerini di Angelo Conti

Morto l'accusotore della Ballerini Il suocero Francesco Magliacani si batté per fare luce sull'omicidio del figlio Morto l'accusotore della Ballerini «Franca è colpevole, lei conosce la verità Paolo Pan ha ucciso Fulvio e lei lo sapeva» Si è spento ieri al Cto Francesco Magliacani, 80 anni, padre di Fulvio Magliacani, il marito di Franca Ballerini ucciso la notte del 20 giugno 1972 in circostanze mai chiarite. Fu il motore di un'indagine che, arenatasi dietro una semplice «denuncia di scomparsa», rischiava di non arrivare mai ad un colpevole. Attento investigatore, implacabile ragionatore, costruì prima da solo, poi con l'ausino dei carabinieri, la catena d'accuse che porto alla condanna all'ergastolo di Paolo Pan, l'amante della Ballerini. Si battè anche per cercare la verità sulla discussa partecipazione della donna all'omicidio: fu lui a fornire gli elementi che fecero confessare alla Ballerini la distruzione di una coperta insanguinata. Un elemento decisivo nella condanna della donna, in primo grado. Definì i processi successivi, che finirono con le assoluzioni della donna, «cumuli di menzogne». Uomo delicato, fu sempre attento a non fare del male alla nipotina Stefania, che aveva continuato ad amare intensamente anche quando la nuora aveva pubblicamente ammesso che non era figlia di Fulvio Magliacani, bensì dell'amante omicida. La storia della sua personale ricerca di giustizia comincia il 21 giugno 1972. Quel giorno la moglie di Fulvio, dal Sestriere, telefona al marito, che non trova. Avvisa proprio Francesco Ma- gliacani, che va nell'alloggio. E' tutto in ordine. La moglie rientra a Torino e scopre che sono spariti una valigia con un abito del marito e l'occorrente par la toilette. Dice: «Sarà fuggito con un'altra». Ma Francesco Magliacani non le crede. Franca Ballerini passa con la figha alcuni giorni in casa del suocero. Poi comincia a frequentare Paolo Pan, con cui usciva già quando era ragazza: affìtta un alloggetto in corso Francia, dove va a vivere da sola. Francesco Magliacani non crede che suo figlio sia fuggito: «Sento che lo hanno ucciso». Indaga da solo, raccoglie indizi, viene a La Stampa a fine settembre e fa pubblicare un appello, firmato confidenzialmente «Nonno Barbetta», il soprannome che gli aveva dato Stefania. Subito dopo gli arriva la telefonata di una donna: «Tuo figlio sta bene, ed è felice». Un falso. Torna a La Stampa, si confida con un giornalista che lo accompagna dai carabinieri. Al maresciallo Savoia ed il capitano Formato fornisce elementi precisi, compreso il racconto di una vicina di casa del figlio: «Quella notte ho sentito un urlo agghiacciante». Franca Ballerini e Paolo Pan sono fermati il 21 dicembre '72 alla frontiera. Lui ha documenti falsi, lei 5 milioni di lire. Paolo Pan viene arrestato per vecchie pendenze, lei denunciata per esportazione di valuta. Francesco Magliacani durante un processo e con la moglie. Nella foto piccola Franca Ballerini Aveva 80 anni, da tempo si era ritirato: «Sono stanco di lottare» Nel maggio '73 si presenta ai carabinieri Paolo Rossini, corniciaio: «So chi ha uccio Magliacani. E' stato Paolo Pan. Suo fratello Tarcisio, che mi ha raccontato il fatto mentre era ubriaco, l'ha aiutato a sotterrarlo in un bosco a Fiano». I fratelli Pan sono fermati. Sedici mesi dopo, il 21 ottobre '83, Tarcisio Pan porta i carabinieri nel bosco di Fiano, dove è sepolto Maghacani. Partono i processi. La Ballerini è messa di fronte al giallo del copriletto: una «carta» giocata da Francesco MagUacani. La donna, alle strette, ammette di averlo buttato nella spazzatura, tagliato a pezzi, su suggerimento di Paolo Pan, che le ha confessato il delitto. In primo grado, nel '77, prevale la tesi colpevolista: Paolo Pan e Franca Ballerini sono condannati all'ergastolo. In appello, nel '79, la donna è assolta con formula piena, all'uomo è confermato l'ergastolo. Nel dicembre '81 la Cassazione annulla l'assoluzione della Ballerini. Nuovo processo nel maggio '83, ed assoluzione definitiva. Francesco Magliacani, ormai settantenne, esce di scena: «Hanno ucciso mio figlio, mia moglie è morta di crepacuore, io per dieci anni ho inseguito la giustizia. Adesso sono stanco». L'anno scorso, avvicinato dai cronisti, confidò: «La polvere è diventata troppa». Angelo Conti

Luoghi citati: Fiano, Sestriere, Torino