Scifo scuote i compagni di Marco Ansaldo

Scifo scuote i compagni Scifo scuote i compagni «Un grande club si ripete subito» Fortunato, recupero in extremis NORRKOEPING DAL NOSTRO INVIATO Nel ritorno del Torino in Coppa Uefa c'è tutto, persino il ruvido difensore che fa di mestiere il poliziotto, per riproporre un amatissimo cliché: quello dei multimilionari italiani che affrontano i peones del pallone. Assicuratori, impiegati, stagnini, studenti, gli elettricisti che in Italia sono una razza rara e qui li troviamo in ogni squadra di calcio. Eccola la fauna pedatoria del Norrkoeping, che riapre questa sera alle 19 il ciclo europeo dei granata. Gli svedesi sono semiprofessionisti ma non per questo corrono meno. Hanno un discreto straniero, Marovic, ex riserva della Stella Rossa di Belgrado, e un ucraino, Kutnetsov, che non c'entra nulla con i due omonimi della vecchia nazionale sovietica ma non è uno sprovveduto. In più c'è il giovane Rodlund, nazionale della Svezia a Barcellona. Un trio di centrocampisti accettabile, a supporto di Andersson e Hellstroem le due punte. Non è moltissimo, ma è quanto basta per rinverdire la tradizione di un club sempre scorbutico per le nostre squadre: Fiorentina, Milan, Inter, Roma e Sampdoria che sono già venute a Norrkoeping non hanno mai vinto. E hanno pure faticato a qualificarsi. «Ci sono club italiani che hanno avuto un sorteggio migliore del nostro, senza aver fatto l'anno scorso quello che è riuscito a noi», ha detto Mondonico. Il pensiero è filato dritto alla Juve. Ma il Torino, il Toro della stabilità, per usare una definizione di Scifo, non può soffermarsi su queste cose. «Un grande club è quello che riesce a ripetersi», ha spiegato ieri il belga. E allora non deve spaventare questo Norrkoeping, un po' in crisi eppur sicuro di andare in Coppa dei Campioni perché ha vinto la prima fase del campionato. Ieri su un Campetto a una trentina di chilometri dalla città, mentre le nuvole basse lasciavano posto al sole, Mondonico ha preso coscienza del recupero miracoloso di Fortunato, così cadono anche gli ultimi dubbi legati alla formazione. «Con gli uomini che ho, posso giocare in un solo modo», ha ribadito il Mondo, che si aspetta molto dagli stranieri e soprattutto da Scifo. Il belga sa di essere il leader in campo («non fuori, perché troppe volte mi ostacola la lingua») ma deve dimostrarlo: «Noi non dobbiamo fare paragoni con il passato e guardare avanti». Marco Ansaldo Scifo, 26 anni, è nato a La Louviére

Persone citate: Andersson, Hellstroem, Marovic, Mondonico, Scifo

Luoghi citati: Barcellona, Belgrado, Italia, Roma, Svezia