La Fiom-Piemonte ritrova l'unità

La Fiom-Piemonte ritrova l'unitàlii segreteria Cremaschi della minoranza La Fiom-Piemonte ritrova l'unità TORINO. Il leader della Fiom, Fausto Vigevani, è drastico: «Come Fiom - ha dichiarato ieri ai giornalisti in una pausa del direttivo piemontese dei metalmeccanici - non voteremmo mai un accordo sul costo del lavoro che non prevedesse i due livelli di contrattazione (nazionale e integrativo aziendale). E' un modo per dire che l'accordo non passerebbe nella Cgil». In questa posizione «condivisa dalle categorie dell'industria della Cgil» Vigevani è rafforzato dal fatto che la scelta della doppia contrattazione è «stata sancita, giovedì scorso, da una decisione unitaria presa con la Firn e la Uilm». La Fiom è alle prese con una situazione interna difficile: «In periferia - ha detto Vigevani - ci sono molti scompensi. C'è un dato di sfiducia e di distacco rilevante. Ci sono, purtroppo, anche manifestazioni esplicite di sfiducia. Il nostro impegno è di ricostruire un rapporto con i lavoratori; ma non sarà facile». Per «andare dai lavoratori» ha annunciato il segretario piemontese della Fiom, Marcenaro, si faranno a partire da subito, due settimane di assemblee nelle fabbriche con l'impegno di assumere come vincolanti gli orientamenti che saranno espressi, che saranno sintetizzati in un direttivo piemontese straordinario. In Piemonte, dove la Fiom ha 55 mila iscritti, l'opposizione di «Essere Sindacato» è molto forte e rappresenta il 35-40%. Nella segreteria regionale entrerà prossimamente Giorgio Cremaschi (uno dei leader di «Essere Sindacato»). Così la Fiom nazionale risolve il problema che è rimasto aperto dal congresso di Ariccia. «Essere Sindacato» non entrò nella segreteria nazionale perché c'era uno sbarramento contro Cremaschi; adesso, rimossa la questione, ci saranno per la minoranza due posti a disposizione: uno potrebbe essere Magni della Fiom lombarda dove «Essere Sindacato» sfiora il 50 per cento. Vigevani è convinto che il sindacato a questo punto debba anche «elaborare delle idee in materia di politica industriale». «Non mi pare - ha detto - che ci siano sforzi significativi da parte di tutti (governo, imprenditori, sindacati) per tirar fuori uno straccio di idea sulla politica industriale. In termini unitari, con Firn e Uilm, tenteremo di mettere insieme delle proposte». Il dibattito nel direttivo piemontese della Fiom è stato intenso ma senza esasperazioni. Dopo la relazione di Marcenaro, sono intervenuti, tra gli altri, Marilde Provera di «Essere Sindacato», il segretario piemontese della Cgil, Sabbatini e il leader nazionale dei metalmeccanici Vigevani. Il dibattito, si è concluso con un documento unitario destinato a incidere sul piano nazionale. I punti principali sono tre: 1) In sostituzione della scala mobile, attivare un sistema di tutela del salario che garantisca l'adeguamento all'inflazione reale; 2) Riconoscimento dei due livelli di contrattazione; 3) Riconoscimento contrattuale delle Rappresentanze Sindacali Unitarie. Il testo è stato approvato con 58 voti favorevoli, 14 astenuti e 7 contrari. Un emendamento di «Essere Sindacato» per tornare alla vecchia scala mobile è stato respinto a maggioranza; i voti favorevoli sono risultati solo 29 con 3 astenuti. Sergio Devecchi

Luoghi citati: Ariccia, Piemonte, Torino