«La droga è più forte» e s'impicca di M. Cir.

«La droga è più forte» e s'impicca Napoli, a 31 anni «La droga è più forte» e s'impicca NAPOLI. Aveva i capelli rossi e una faccia da bambina. E una speranza: ricominciare da capo, gettare alle spalle 10 anni consumati dalla droga. Ma Teresa non ce l'ha fatta. Si è impiccata con una cintura stretta al collo e nessuna spiegazione. E' sgusciata dal letto senza far rumore, per non svegliare il marito e il figlio, poi ha raggiunto la soffitta. Lui l'ha trovata un paio d'ore più tardi ed è riuscito appena in tempo a chiudere la porta per nascondere al ragazzino il corpo della madre che penzolava da una trave. E' finita così, a 31 anni, la speranza di Teresa Fiorentino. Viveva a Portici, città-dormitorio con la più alta densità di popolazione d'Europa. Con il marito, Luigi De Iuris, 39 anni, pure lui tossicodipendente, e il figlio Gennaro, 9 anni, abitava nel rione di via Capottano. Da un paio di mesi erano tornati lì, nell'appartamentino al terzo piano dì un vecchio edificio. Per un anno tutta la famiglia si era trasferita in una comunità terapeutica a Montesarchio, nel Beneventano. Poi il Comune ha bloccato i finanziamenti e per loro pagare la retta di 500 mila lire si è rivelato impossibile. E' stato questo l'inizio della fine? «Si era chiusa, non usciva mai. Era apatica, vuota, nervosa»: le testimonianze del marito, degli amici e dei vicini parlano del male di vivere che aveva preso Teresa al ritorno a casa. Eppure, quei mesi passati nella comunità sembravano averla guarita. E anche lui aveva trovato la forza di rimettersi in giro a cercare qualche lavoro, per tirare avanti. Ma forse avevano entrambi ancora bisogno di aiuto, di quell'assistenza che la burocrazia e la mancanza di fondi hanno negato loro. Di andare via da Portici l'avevano deciso dopo tanti inutili tentativi. Si erano conosciuti da ragazzi, quando si passavano i pomeriggi all'angolo di una via diventata l'unico punto d'incontro per i giovani di un paese senza niente. Poi la droga li aveva presi tutti e due, nonostante il matrimonio e un figlio. E lei era rimasta sola. La sua è una famiglia della piccola borghesia: la madre, vedova e malata, vive al Nord con un altro figlio. Allora Teresa e Luigi hanno deciso di afferrare l'occasione e di entrare in una comunità con il piccolo Gennaro. Poi il ritorno e forse la paure di non farcela, di cadere di nuovo nella droga, nell'esistenza fatta di buchi e soldi da carcere a ogni costo. Ieri lui si è svegliato alle 6, mentre la moglie dormiva ancora. Ha preparato il caffè e si è rimesso a letto. Alle 8 si è alzato: lei non c'era più. Luigi ha chiesto al figlio che guardava i cartoni alla tv dove fosse la mamma. «Non lo so», ha risposto il bambino. L'uomo ha pensato che Teresa fosse andata a stendere il bucato sul terrazzo e insieme con il ragazzino è salito per le scale che portano alla soffitta. Ha aperto la porta, ha visto il corpo che pendeva e ha richiuso subito l'uscio. «Non c'è, vieni, andiamo via». Ha afferrato il figlio e ha bussato alla casa di una vicina, per chiedere aiuto. [m. cir.]

Persone citate: Luigi De Iuris

Luoghi citati: Europa, Montesarchio, Napoli, Portici