Padre Pintacuda «licenziato» da Ruini

Padre Pintacuda «licenziato» da Ruini L'allontanamento dal Centro Arrupe dopo un vertice top secret tra gesuiti e presidente Cei Padre Pintacuda «licenziato» da Ruini E la Radio vaticana appoggia Sorge ROMA. La responsabilità è tutta mia: così si è giustificato il superiore provinciale dei Gesuiti italiani padre Giangiacomo Roteili, attribuendosi la paternità del provvedimento che ha colpito padre Ennio Pintacuda, da ieri nell'insolita veste di gesuita più scomodo d'Italia. La rimozione dall'insegnamento al Centro di studi sociali Pedro Arrupe di Palermo pare sia stata decisa molto più in alto, in un vertice «top secret» tra il presidente dei vescovi italiani cardinale Camillo Ruini e padre Giuseppe Pittau, uno dei gesuiti più ascoltati da Wojtyla. «Questa decisione è mia», ha però ostinatamente ribadito padre Roteili. E dal punto di vista «tecnico» è senz'altro vero in quanto solo al superiore compete prendere un provvedimento come questo, il cui vero motivo va cercato nel fastidio che dava ai vertici della Chiesa italiana l'attiva propaganda di Pintacuda a favore di Orlando e della sua Rete. Da Palermo e dal severo palazzo sede dei vertici della congregazione, a ridosso del Vaticano, si getta acqua sul fuoco delle polemiche. Padre Salvatore Pandolfo, capo dei gesuiti in Sicilia, spiega che «non si è trattato di un licenziamento ma di una chiarificazione». Il compito di dare una versione ufficiale della vicenda è stato affidato alla Radio vaticana, per bocca del direttore dei programmi padre Federico Lombardi, fino al 1991 superiore generale dei Gesuiti italiani e quindi profondo conoscitore del «caso Palermo» e dei suoi risvolti politici. «L'attività del Centro studi di Palermo - ha dichiarato - è di formazione e non si vuole rischiare che essa possa venire confusa con l'appoggio esplicito all'uno o all'altro movimento o partito». Sta di fatto che la maggiore preoccupazione, in questo momento, è quella di evitare una spaccatura tra i cattolici siciliani: dal 1986, anno di nascita del primo corso di formazione politica palermitano, secondo un modello poi esportato in tutte le diocesi, fette consistenti dei cattolici siciliani hanno trovato in Pintacuda ed Orlando un polo di aggregazione alternativo alla de. In prima fila nello schieramento alternativo troviamo le Acli e il movimento «Città per l'uomo», le riviste «Segno» e «Novica». Proprio dal direttore di quest'ultima, il salesiano Vincenzo Noto, arriva un campanello d' allarme: «La motivazione per sollevare Pintacuda dall'incarico potrebbe essere la stessa per eliminare padre Sorge, un altro religioso che si occupa attivamente di politica». Insomma adesso anche la poltrona di Sorge sarebbe traballante. Arrivato nel capoluogo siciliano nel 1985, dopo oltre un decennio da direttore di «Civiltà cattolica», Sorge, attivamente coadiuvato da Pintacuda, ha contribuito a smuovere il terreno politico dell'isola fondando la scuola di formazione politica e puntando l'indice contro la de. Al vertice dei vescovi l'espe- rienza di Palermo non è mai piaciuta molto e la prova è nel fatto che due anni fa la diocesi ha fondato un'altra scuola che ha subito ottenuto il riconoscimento della Conferenza episcopale mentre quella di Sorge e Pintacuda è restata al palo. Così a padre Sorge potrebbe essere mossa molto presto l'accusa di aver iniziato il sommovimento politico che ha portato al trionfo di Orlando e al calo della de, nonostante Sorge negli ultimi tempi abbia preso le distanze dall'attivismo politico di Pintacuda. Sono i notabili democristiani che plaudono al defenestramento di padre Ennio; i parlamentari Franco Marini, Giuseppe Gargani, Vito Bonsignore, Rino Nicolosi «tifano» Sorge. I Gesuiti, dopo le dichiarazioni del superiore, tacciono. Significativamente, ieri sera a Roma l'intero corpo redazionale di «Civiltà cattolica» era assente. Motivo: la presentazione di una serie televisiva in quattro puntate sulla Compagnia di Gesù dal titolo «Il rischio e l'obbedienza». Dopo Pintacuda anche «Civiltà cattolica» è al centro delle illazioni, dopo gli spostamenti interni in base ai quali da Milano arriva a Roma padre Angelo Macchi, noto per la sua vicinanza alle tesi di Comunione e liberazione. Un segno che forse in nome dell'obbedienza potrebbe cambiare anche la linea attuale della rivista. Sandro Berrettoni Nella foto a destra: padre Bartolomeo Sorge direttore dell'Istituto di formazione politica dei gesuiti In alto: padre Ennio Pintacuda licenziato dal Centro Arrupe Nella foto piccola qui sopra: Camillo Ruini, presidente Cei

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