«Amato, hai con te tutto il partito» di Augusto Minzolini

«Amato, hai con te tutto il partito» «Amato, hai con te tutto il partito» Su Palazzo Chigi la benedizione di Craxi e De Michelis DENTRO IL PSI LO SFOGO DEL GAROFANO ORE 14 di ieri, nella hall dell'Hotel Intercontinental di Berlino, dondolandosi sulle gambe tra una frase e l'altra, Gianni De Michelis, vicesegretario del psi e nuovo alleato interno di Bettino Craxi, spiega senza peli sulla lingua qual è la posta in gioco dello scontro che in Italia rischia di mandare all'aria il governo Amato. «La verità è - rivela De Michelis - che il partito che non c'è si è scatenato a morte contro il governo. Per sentirsi al sicuro, Giuliano deve arrivare indenne alla data del 20 settembre, al referendum francese sull'Europa: se vincono i «sì», potrà sopravvivere, ma dipenderà da lui. Per arrivare a quella scadenza Amato deve avere sangue freddo, se fossi in lui mi chiuderei in casa e staccherei il telefono». Il vicesegretario socialista si ferma un attimo e, quindi comincia a parlare del «piano» degii avversari. «Tutto quello che sta avvenendo - dice De Michelis - può essere spiegato in questa logica: dalla bocciatura al Senato dell'Ici, alla bagarre che si è scatenata sui disegno di legge varato dal governo per avere i pieni poteri in economia. Amato quest'ultimo prov- vedimento lo ha copiato dalla Germania, ma questo non gli ha evitato degli attacchi furibondi. Si è scatenato Spadolini, che pure da anni ci rompe le scatole con le quattro-dieci emergenze. E anche Scalfaro ha fatto il suo intervento... Altro che Cossiga...». Ma i nemici del governo chi vogliono a Palazzo Chigi al posto di Amato? De Michelis ridacchia, ma è pronto a fare il nome del personaggio più odiato in questo momento da lui e da Craxi: Claudio Martelli. «Solo che Claudio - avverte - quando ha parlato e sparlato in questi giorni, dei problemi dell'economia non ha mai detto niente. Un disastro. Verrebbe proprio la tentazione di provarlo, di fare la prova del budino. Potrebbe succedergli la stessa cosa che capitò a Goria: prima di entrare a Palazzo Chigi era l'uomo più popolare del Paese, il nuovo Sandokan, ma tutti sanno come finì...». Anche a Berlino tra una riunione e l'altra dell'Internazionale socialista nei corridoi del Reichstag, l'argomento principale dei politici italiani è lo scontro sul governo. Lo sfogo di De Michelis, infatti, contiene il senso dei discorsi fatti con Craxi in questi giorni. Tutti e due sono d'accordo su un punto: per il segretario socialista in questo momento è necessario evitare a tutti i costi una crisi di governo che complicherebbe oltremodo le difficoltà che sta incontrando dentro il partito. «Nel psi la partita si vince - ama ripetere Craxi ma per questo non si deve aprire un fronte governo». E la capitale tedesca di fatto è diventata uno dei teatri di questa battaglia. Non ci vuole molto per scoprirlo sulle linee telefoniche roventi che collegano Berlino ai palazzi di Roma. Craxi ieri si è tenuto in stretto contatto con Amato e lo ha incoraggiato a non mollare: «Il mio governo è durato quattro anni, è andato sotto 190 volte e non è mai successo niente». Poi, per sdrammatizzare la situazione, ha anche dispensato qualche battuta in pubblico. «Mi rendo conto - ha detto - naturalmente, che tutto è molto difficile. Mi viene da parafrasare un detto arabo: «Se Dio è arrabbiato con te ti fa Capo del governo. Se Dio è realmente arrabbiato con te ti fa Capo del governo italiano». Occhetto, invece, ha esultato dopo la sconfitta del governo in Parlamento, si è sentito per telefono con Scalfaro e si è detto d'accordo con il comunicato del Quirinale di ieri pomeriggio. Sono atteggiamenti che testimoniano come i tre partiti che d'ora in poi siederanno insieme nell'Internazionale, sono schierati su fronti opposti: il psi e il psdi con Amato, mentre il pds contro. Ma questo non ha impedito che a Berlino ieri si dispiegasse la diplomazia sotterranea per evitare o rinviare la crisi di governo. Certo promesse non ce ne sono state e nemmeno giuramenti, ma nell'incontro di ieri sera, in una saletta riservata del Reichstag, Bettino Craxi, Achille Occhetto e Carlo Vizzini hanno parlato anche dei rischi insiti in una crisi di go- verno in questo momento. Il segretario del psi ha osservato che la crisi economica potrebbe rendere rischiosa la situazione nel nostro Paese. «Potrebbero presentarsi i rischi di un'involuzione autoritaria». E ha chiesto ad Occhetto un atteggiamento diverso, un confronto stringente sui programmi ma anche «un'opposizione responsabile». E Occhetto? Ha dato una risposta incoraggiante, ha usato anche lui l'espressione «opposizione responsabile», e, soprattutto, ha detto che per il pds «la questione non è la crisi di questo governo o meno ma il suo programma». Così, anche un personaggio scettico come Bettino Craxi è uscito ieri da quella stanza un po' più disteso. Se Occhetto ha detto il vero, infatti, il segretario del psi potrebbe aver conquistato il tempo necessario per mettere a posto le cose con quel nuovo avversario che risponde al nome di Martelli. Anche ieri quel nome Craxi lo ha praticamente ignorato e sul divorzio con l'ex pupillo si è limitato a dire: «Scriverò qualche nota sul mio diario, ma non di più». Augusto Minzolini A sinistra Bettino Craxi Sopra Gennaro Acquaviva

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