SE IL CUORE DI FRANCIA DICE NO di Enrico Benedetto

SE IL CUORE DI FRANCIA DICE NO PIUMA PAGINA SE IL CUORE DI FRANCIA DICE NO chiesa ha esposto i dodici vessilli Cee, unendovi - per santificare l'ensemble - quello bianco-giallo del Vaticano. Inoltre un bel puzzle sull'Europa, con preghiera internazionale al patrono, domina la navata piccola. Autore, fratel Roberto, padre marista canavesano in Alvernia dal '47. «Raccolgo solo elogi per l'iniziativa» spiega. Ma aggiunge: «Temo che possa vincere il "no"». Essere il centro d'Europa gratifica insomma la cittadinanza (e solleva feroci gelosie con le frazioni limitrofe), però domenica il campanilismo nulla varrà contro i reali interessi in gioco. Saint-Clément cessa allora di essere una bizzarria statistica con il suo bravo primato da Guinness per ridivenire «Francia profonda», quella che nessun sondaggio ha mai messo in campo, la vera incognita per Maastricht. Si trovi in Vandea, Limosino, Aquitania, Giura... ha per comune denominatore un tessuto agricolo, la relativa insensibilità ai «media» e antiche diffidenze verso Parigi. L'Alvernia, in particolare, vanta una leggendaria caparbietà. Nei paraggi Vercingetorige non umiliava forse Cesare? Mini-sondaggio sull'unica piazza. Venti persone. La maggioranza va ai «non ho ancora deciso» (12), poi 4 rifiuti, 2 «si» e altrettanti «no». Secondo Fratel Roberto, che conosce bene le sue pecorelle, l'indecisione di massa cela volentieri il «no» in pectore che si esita ad esternare con un «forestiero». In tal caso la bilancia penderebbe verso l'antieuropeismo. Ma non bisogna sottovalutare l'incertezza. «Io non mi ci ritrovo proprio» dice il cantoniere. «Più leggo, meno so orizzontarmi. Voto da sempre, senza esitazioni. Adesso, invece, è così balordo». Al minuscolo ufficio postale gemono: «Un mese di superlavoro. Propaganda a tappeto. Ogni elettore riceve inoltre dall'amministrazione centrale una brochure in 16 pagine che spiega Maastricht. Almeno servisse!». «Maas... che? Guardi, non abita a Saint-Clément. Uno con quel nome me lo ricorderei. E comunque siamo dei nostri in paese: Gay, Tartarin, Roche... Niente stranieri». Nessuno dei rari anti-Maastricht confessi tollera vedere il prorio nome su un taccuino. «Sono le nostre ragioni che bisogna scrivere: allevatori di pecore rovinati per i diktat comunitari, campagne in abbandono, famiglie a pezzi. Il 1° gennaio '93 le cose peggioreranno irrimediabilmente. Occorre impedirlo, ce la faremo». Protezionismo, magari con qualche venatura xenofoba? No: Saint-Clément offre a JeanMarie Le Pen solo tre suffragi nulla - e malgrado le reiterate avances di Georges Marchais verso il mondo agricolo anche il pcf rimane iperminoritario. Donne e uomini del «no» sono francesi medi, coriacei all'estremismo. Di Maastricht nel villaggio alvergnate nessuno critica i grandi principi. Semmai le conseguenze pratiche avviliscono qualcuno. La rabbia non trova comunque adepti numerosi. Protesterebbero i sabotiers - gli zoccolai - ma dei 100 che esercitavano 25 anni fa, oggi neppure uno sopravvive. E i contadini sono 17 appena, incattivito ma trascurabile 5%. St-Clément ha visto scendere la popolazione di 5/6 in neppure due secoli, i nuclei agricoli disfarsi o emigrare, l'inurbamento a Vichy e Clermont-Ferrand progredire senza interruzione. E quando - l'ora è vicina - nell'Europa entreranno Svezia, Austria o Svizzera? La corona finirà nella polvere, St-Clément dovrà cederla ad altri misconosciuti paesini. «Ma senza abolire cippo, bandiere, gadget. Resteremo per sempre al centro tra i Dodici, il nucleo storico. Con fierezza» osserva Barraud. Vercingetorige approverebbe. Enrico Benedetto

Persone citate: Clermont, Fratel Roberto, Georges Marchais, Giura, Le Pen, Maas, Piuma, Roche

Luoghi citati: Aquitania, Austria, Europa, Francia, Parigi, Svezia, Svizzera