Piazza Affari risale ma non brinda

Piazza Affari risale ma non brinda Un tempo roccaforte del partito della svalutazione, la Borsa è ormai quasi allo stremo Piazza Affari risale ma non brinda Nel rialzo generale si accende la polemica sul Credit La Consob indaga su insider e vendite allo scoperto MILANO. Prezzi all'insù. Morale sotto zero. Piazza Affari, la vecchia piazza Affari un tempo regno del partito della svalutazione, questa volta non ha esultato. E' salita di un 3,26%, in ossèquio alla legge non scritta che vuole la Borsa favorevole a un recupero di competitività delle proprie imprese e sensibile alle previsioni di ribasso dei tassi. Ma senza esultare, senza stappare champagne. Senza un applauso. Con la consapevolezza di essere arrivati all'ultima spiaggia. Con l'angoscia, confessata da Ettore Fumagalli, agente di cambio tra i più noti in piazza Affari, «di vivere nel Paese dei campanelli». Non è l'unico, Fumagalli, a esprimere perplessità. Come lui la pensano i De Gaspari, gli Aletti, gli Albertini, i Ventura, i Pastorino. «Guai a illudersi», ripete il presidente Attilio Ventura, la faccia più scura del solito. Guai, insiste, ad abbassare la guardia: «adesso più di prima, è necessario evitare spinte inflazionistiche, essere fermi nel risanare i conti pubblici». Solo due ore, ieri, è durata la finta euforia in piazza Affari. Molti acquisti, molti scambi. Ma anche qualche importante vendita di chi ha preferito realizzare. «Ricoperture», hanno poi sentenziato gli addetti ai lavori. Pochissimi acquisti dai fondi e dall'estero, nessuno dai borsini di provincia. Uno stop dovuto anche alla decisione della Bundesbank di chmmuire solo di uno 0,50% il tasso di sconto e quasi di un nulla - un quarto di punto il Lombard, che è poi «quello che conta» come ironizza l'agente di cambio Giuseppe Gaffino. Inutile nasconderlo, in Borsa c'è chi sperava in un segnale più forte della Bundesbank. E invece la «Buba», ha sentenziato piazza Affari, ha fatto il meno possibile: basta uno 0,50% in meno a far digerire al mercato la pillola amara di mi 7% in meno per la lira? E meno male che dalla Banca d'Italia, in attesa di un ribasso dello sconto («Speriamo in un taglio di due punti», auspica Biagio Bailo), arrivano i dati dei pronti contro termine: finalmente in Italia il costo del denaro comincia a scendere, dal 20,75% di sei giorni fa al 16% di ieri. Un pizzico di sollievo per le aziende che esportano in area marco. Ma un aggravio per chi ha a che fare con il dollaro. Il mercato fa i conti e registra: Fiat su del 6,34%, Generali del 5,43%, Olivetti del 4,62%, Montedison del 7,01%, Mediobanca del 6%. Ma nel dopolistino, quando le ricoperture si fanno sentire meno, l'onda rialzista si ferma. Qualcuno non si spiega tanto rimbalzo: «Non è giustificato, ci sono tante incognite all'orizzonte, è difficile che possa durare», sintetizza Mario Zaffaroni dell'Uniprof Sim. Ma intanto, all'una, tre ore dopo l'inizio, a richiamare l'attenzione degli operatori è una parentesi tutta italiana: la riammissione al listino (ma non nel durante e con il divieto di vendite allo scoperto) di Credit e Nuovo Pignone, le due società da privatizzare, sospese dalla Consob all'indomani dell'annuncio. Va alle stelle il titolo Credit: +15% (da 1390 a 1600 lire) dopo il balzo del 14% di mercoledì. Il Nuovo Pignone, invece, dopo due rinvii, non riesce a far prezzo. E sale di tono anche la polemica. Non solo sull'ipotesi di insider di Stato su cui la Consob sta indagando, anche sul divieto di vendite allo scoperto. Una voce per tutti, quella di Ventura. Dice: «Il divieto di vendite allo scoperto è contrario all'interesse del mercato, in questi casi bisognerebbe evitare, con qualche strumento, che gli enti emittenti operino sul titolo». !.....Armando Zeni iti i'MirP^n « -:; CREDITO ITALIANO ORDINARIE 16001560152014801440 14001360 1320 1280' 12401200 1160 1120 PIOGGIA D'ACQUISTI SU CREDIT ■ :v::x:: 12 15 18 Agosto 24 27 30 Settembre 9 14 Il presidente della Consob Enzo Berlanda La commissione sta indagando per verificare l'eventuale sussistenza di «insider trading» negli anomali comportamenti al rialzo del titolo del Credit

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