Palermo, silurato padre Pintacuda

Palermo, silurato padre Pintacuda Non potrà più insegnare nella scuola di formazione politica, ma resta al Centro studi Palermo, silurato padre Pintacuda «Troppo coinvolto con la Rete, il nostro Istituto no» Dura replica di Orlando: siete voi faziosi e intolleranti PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il gesuita Ennio Pintacuda, ispiratore del leader della Rete Leoluca Orlando, è stato licenziato dall'Istituto di formazione politica della Compagnia di Gesù intitolato a Pedro Arrupe. Motivo: «La stretta collaborazione del padre Pintacuda con un determinato movimento politico potrebbe indurre a credere che anche l'Istituto Arrupe sia in qualche modo coinvolto in una scelta partitica alla quale esso è e intende restare del tutto estraneo». La notizia è stata data ieri mattina dal direttore dell'Istituto, padre Bartolomeo Sorge, che, prima di essere inviato a Palermo nel 1985, fu per dodici anni direttore dell'autorevole rivista dei gesuiti Civiltà Cattolica. Immediate le reazioni della Rete, con dichiarazioni infiammate. Sorge ha convocato i giornalisti per rendere nota l'apertura delle iscrizioni al corso biennale riservato a laureati che intendono approfondire le nozioni sulla politica, la società, i partiti, ovviamente nell'ottica dei gesuiti che a Palermo gestiscono anche la maggiore scuola privata della città, il Gonzaga, e l'Isas, l'Isti- tuto di scienze arnmiriistrative e sociali. Una presenza consistente e che ha inciso nella formazione di parecchi esponenti palermitani nei campi più diversi (da Sergio MattareUa allo stesso Orlando, da Onofrio Pirrotta a Marcello Dell'Utri). Nel comunicato che padre Sorge ha fatto distribuire non manca un ringraziamento dell'Istituto Arrupe a Pintacuda «per la preziosa collaborazione prestata in questi sette anni di lavoro comune». E anche se non insegnerà più sociologia politica si precisa - «egli continuerà ad appartenere alla comunità religiosa del Centro studi di Palermo: proseguiremo perciò insieme la medesima battaglia». Dopo l'annuncio che la fondazione giapponese Sasakawa per la pace e la cooperazione ha assegnato all'Istituto Arrupe una delle sue 50 borse di studio annuali «per il significato morale e scientifico» della sua attività, padre Sorge ha congedato i giornalisti. Ha poi trascorso il resto della giornata accanto al telefono e al fax subissato di chiamate da giornali, radio, televisioni, esponenti politici. Silenzio invece da parte di padre Pintacuda, fuori Palermo («E' in Lombardia, per ora non vuol parlare», dicono negli uffici della Rete). Subito comunque s'è fatto sentire Orlando. Furente, ha fatto distribuire un commento nel quale solidarizza con il suo ex insegnante di religione e compaesano di suo padre: Pintacuda infatti è di Prizzi, a 80 chilometri da Palermo, come il professor Salvatore Orlando Cascio, ex docente di procedura civile e noto avvocato. Orlando ha citato anche Cossiga, con il quale duellò spesso nella stagione delle esternazioni al Quirinale (Cossiga parlò di Pintacuda come di uno degli ultimi gesuiti che avevano scambiato la Sicilia con il Sud America): «So che padre Sorge dopo Cossiga - ha detto Orlando - sta da tempo tentando di allontanare da Palermo padre Pintacuda. I superiori della Compagnia di Gesù lo hanno però sempre impedito. In merito al pericolo di inquinamento politico della scuola di formazione politica avremo ancora tanto da dire: per adesso mi limito a ricordare che l'odierna posizione di padre Sorge segue di alcuni giorni la sua partecipazione alla Festa dell'amicizia». Il senatrre Carmine Mancuso, pure della Rete, dichiara: «Il simultaneo attacco, dell'on. Ayala e di padre Sorge, l'uno a Orlando e l'altro a padre Pintacuda, è la manifestazione lampante di una strategia verosimilmente concordata. Facciamo i complimenti all'on. Ayala e a padre Sorge con i ringraziamenti per la loro disponibilità che sicuramente riceveranno dai loro altolocati amici». E il coordinatore regio¬ nale della Rete, Pippo Russo: «Il democristiano Bartolomeo Sorge licenzia padre Pintacuda colpevole di non schierarsi con la de». La Rete chiederà «un pronunciamento del padre generale dei gesuiti, padre Kolvenbach» su quello che definisce «un gesto di intolleranza intellettuale e di faziosità politica». Antonio Ravidà Padre Pintacuda durante una fiaccolata antimafia organizzata dagli scout Qui accanto Padre Sorge A des. Orlando