Sinistra dc, dal Piemonte ultimatum a Forlani

Sinistra dc, dal Piemonte ultimatum a Forlani Anche Forze Nuove e gli amici di Goria al convegno dell'ex area Zaccagnini sul lago d'Orta Sinistra dc, dal Piemonte ultimatum a Forlani Bodrato: «Basta con l'immobilismo, il segretario dia un segnale» PETTEWASCO (Novara) DAL NOSTRO INVIATO ' Quando Pier Luigi Castagnetti, della direzione nazionale de, ha detto che per rinnovare il partito è necessario cambiare il gruppo dirigente, dalla platea s'è levato l'applauso. Poco dopo Guido Bodrato, indicato da molti come possibile successore di Arnaldo Forlani, ha precisato: già nel prossimo Consiglio nazionale la sinistra del partito dovrà porre tre punti irrinunciabili: nuove regole per la vita interna e per il congresso, un documento politico per un popolo democristiano sempre più disorientato e un «segnale di rinnovamento del gruppo dirigente». Un invito a Forlani a farsi da parte? «Nella de non esiste l'istituto della sfiducia al segretario spiega Bodrato - ma, a questo punto, l'attuale gruppo dirigente deve dimostrare di saper superare il proprio immobilismo». Gran folla alla due giorni di studio dell'ex area Zaccagnini piemontese, convocata da Guido Bodrato a Pettenasco, sul lago d'Orta, a riflettere sul «senso della politica». Nel salone delle conferenze dell'Hotel «L'approdo», quest'anno c'erano anche esponenti di Forze Nuove e uomini vicini al ministro Goria, ossia tutta la sinistra de del Piemonte, rappresentata da Triglia, Astori, dall'assessore regionale Nerviani, dal vicesindaco di Torino Pizzetti, dal capogruppo a Palazzo Civico Porcellana e dall'assessore Bracco. Bodrato ha criticato le iniziative di Martelli e di Segni. «La personalizzazione della politica e di modelli trasversali che sono emersi anche in questi giorni per disgregare la de non sono una soluzione ai problemi della politica» ha detto, spiegando che la de «non può essere costretta ad un ruolo conservatore. Chi si propone una strategia di riforme dovrà confrontarsi, e non contrapporsi con il popolarismo dei cattolici democratici». L'ex ministro ha parlato della «questione morale». Nel ruolo di commissario della de milanese ha ricordato che sotto il Duomo molti gli hanno domandato: «Perché riorganizzare questa de? Per fare in modo che finita l'operazione Mani pulite ritorni tutto come prima?». «No» ha risposto Bodrato. Le degenerazioni ci sono in tutti i Paesi occidentali. E non sono solo nei partiti, esistono nella società civile. Per questo si dovranno scegliere le persone, gli onesti, per evitare che i partiti siano destinati a sparire, non certo a beneficio della democrazia». Da cosa potrebbe nascere la spinta alla «dissociazione» dalla politica e - soprattutto - dall'unità nazionale, come si sta verificando nella ex Jugoslavia? «Dal fatto che si è disintegrata la certezza di un avvenire migliore Quindi, anche attraverso la violenza la gente cerca di difendere ciò che ha conquistato». Ma non è questo - ha detto Bodrato - il senso della politica. Anzi. Chi vi si dedica, deve cercare, ridando credibilità ai partiti e traguardi al cittadino, di superare l'attuale crisi di valori. Giuseppe Sangiorgio Il leader della sinistra de Guido Bodrato: «Il gruppo dirigente deve superare l'immobilismo»

Luoghi citati: Jugoslavia, Novara, Pettenasco, Piemonte, Torino