L'addio di Perkins: imparate ad amare

L'addio di Perkins: imparate ad amareL'attore, 60 anni, tenne nascosta la sua malattia. Lascia un messaggio di speranza L'addio di Perkins: imparate ad amare «L'Aids mi ha insegnato la comprensione verso la gente» Con «Psycho» ottenne il gran successo internazionale LOS ANGELES. Anthony Perkins, noto soprattutto per il ruolo di Norman Bates, lo squilibrato ed ossessionante gestore del motel di «Psycho», il classico thriller di Hitchcock, è morto sabato sera nella sua villa di Hollywood. E' morto di Aids, alla presenza della moglie Berry, dei loro due figli e di alcuni amici raccoltisi attorno al letto mentre le condizioni di salute di Perkins volgevano al peggio. Aveva 60 anni e non si sa ancora né quando né come avesse contratto il virus. Perkins, misterioso e riservato come alcuni dei più famosi personaggi che ha portato sullo schermo, aveva deciso di tenere segreta la propria malattia. E adesso, tutto quello che resta, è una dichiarazione scritta pochi giorni prima della scomparsa e resa pubblica subito l'annuncio della morte. «Ho scelto di non renderlo pubblico (il fatto che aveva l'Aids - ndr) perché, rigirando una battuta di "Casablanca", non sono poi così nobile. Ma non ci vuole molto a vedere che in questo mondo così folle i problemi di un vecchio attore non valgono un piatto di lenticchie». Poi, ecco la stoccata finale di Perkins contro i pregiudizi che circondano la malattia e contro Hollywood. «Ci sono molti che credono che questa malattia sia la vendetta di Dio, ma io penso che ci è stata mandata per insegnare alla gente ad amare, a capire e avere compassione per il prossimo. Ho imparato di più sull'amore, la generosità e la comprensione umana da gente che ho incontrato in questa grande avventura nel mondo dell'Aids di quanto mi è accaduto nel mondo spietato e competitivo nel quale ho passato la mia vita». Dopo aver colpito Rock Hudson, Brad Davis, Amanda Blake, Robert Reed ed il cantante Freddy Mercury, la furia dell'Aids si abbatte dunque un'altra volta sul mondo dello spettacolo, un mondo dove Perkins compie il suo debutto nel 1953, recitando a fianco di Spencer Tracy in «The actress». E nel quale riesce a ricucirsi una nicchia come l'interprete, soprattutto, di personaggi strani e nevrotici. Nel 1956, come attore non protagonista in «Friendly persuasion», con Gary Cooper, ottiene una nomination per l'Oscar. L'anno dopo è il giocatore di baseball Jimmy Piersall in «Fear strikes out» e nel 1959 lo vediamo a fianco di Fred Astaire e Gregory Peck in «On the beach», uno dei più noti film anti-guerra. Ma la leggenda di Perkins resterà indelebilmente legata a «Psycho». «Hitchcock ti vuole nel suo nuovo film», gli comunicò un giorno il suo agente. «In quei giorni quello era tutto ciò che Hitchcock doveva dirmi» ricordò Perkins in un'intervista. Con «Psycho», Per- kins ottenne grandi acclamazioni. E con la celebre scena in cui accoltella Janet Leigh nella doccia un posto garantito nella storia del cinema. «Psycho» ha generato tre seguiti, interpretati sempre da Perkins. L'ultima risale al 1990, anno in cui l'attore, in un'intervista, si lamentò perché la sua vita era stata dominata dal lugubre personaggio. «Ogni volta che qualche sconosciuto si avvicina a me, posso essere abbastanza certo che segue l'inevitabile domanda su Psycho. Provo un grande sdegno, veramente». Uomo di poche parole, Perkins ha tentato sempre di custodire con gelosia la propria privacy. Ma ha accettato più volte di discutere alcuni eventi determinanti della sua tormentata infanzia. Suo padre era Osgood Perkins, noto attore di cinema e di teatro. Era spesso in viaggio ed il piccolo Anthony divenne «attaccato in modo anormale» alla mamma. Voleva che il padre morisse e quando, mentre aveva appena 5 anni, morì davvero di un attacco di cuore, Perkins dovette fare i conti con un enorme senso di colpa. «Davo per scontato che il mio desiderio di vederlo morto lo avesse in realtà ucciso», ha confessato. Divennero difficili anche le relazioni con la madre, che aveva l'abitudine di toccarlo in zone erotiche. Mentre piange la scomparsa prematura di un'altra delle sue stars, Hollywood non può fare a meno di porsi la domanda che ricorre ogni volta che un maschio muore di Aids: ma Perkins era gay? In una recente intervista, Perkins ha ammesso di avere avuto «una volta» uh incontro omosessuale aggiungendo che «quel genere di sesso era insoddisfacente». Ha anche sostenuto che quello che molti considerano uno degli aspetti più gratificanti per una star e cioè le continue avances delle attrici, per lui era in realtà un fastidio che lo lasciava «scosso» e «spaventato». Una volta ci provò pure la Brigitte Bardot degli anni d'oro, che dopo averlo invitato nel suo appartamento parigino rese abbastanza esplicite le proprie intenzioni. La reazione di Perkins: «Piuttosto che andarle vicino, avrei infranto la finestra e mi sarei buttato sul marciapiede dieci piani sotto». Perkins ha ammesso che ha avuto la sua prima vera e duratura relazione con una donna all'età di 39 anni. Due anni dopo, celebrava il matrimonio con Berry, che aveva allora 25 anni. Anche i suoi migliori amici pensavano si trattasse di uno dei tanti matrimoni hollywoodiani destinati al fallimento. Invece è durato fino alla morte, portandogli grande serenità. «Sono più calmo, mi irrito di meno. C'è un equilibrio che ci tiene assieme», ha sostenuto recentemente. Poco dopo aggiungeva che la vita matrimoniale lo aveva reso «non più così avido ed ambizioso, non più così paranoico, non più così pieno di paure». La moglie di Perkins e i due figli, Osgood e Elvis, hanno fatto il test per l'Aids e sono risultati negativi. Hanno pregato fans c amici di non mandare fiori, di fare invece donazioni a «Project angel food», un'organizzazione che prepara pasti e poi li porta a domicilio ai malati di Aids. Lorenzo Soria a e o h » o y s » o e e e 9 Qui a destra il celebre urlo di Janet Leigh in «Psycho» Sotto Anthony Perkins in «Psycho 3» Nella foto grande un'immagine dell'attore del 1959 moglie (sorella dell'attrice Marisa Berenson) e con i figli Sotto l'attore in una foto

Luoghi citati: Hollywood, Los Angeles