DONNE assalto al maschio di Dacia Maraini

DONNE assalto al maschioArriva in Italia il libro-scandalo che raccoglie le loro fantasie erotiche: dalla voglia di supremazia al sadismo DONNE assalto al maschio DANIELLE sogna di sedurre un vergine, meglio se un prete; Terri è una Soon-Yi, vorrebbe far l'a Imore con il patrigno; Monica immagina di stare a letto con un nero, naturalmente «enorme», mentre l'amico di famiglia aziona la cinepresa. A Cassie, piccola manager, piacerebbe il suo più giovane dipendente «da portare a pranzo esibendo il proprio potere (con l'aiuto dell'American Express): esattamente come fanno gli uomini con le ragazze...». Anna si abbatterebbe sul suo uomo «finché lui non cominci a chiedere pietà»; Wendy gli farebbe così male «da sentirlo invocare la morte»; Linda lo chiuderebbe in uno sgabuzzino per tre giorni, senza acqua né cibo «perché è un uomo forte e potente, che alla fine io spezzo sottomettendolo». Ebbene sì, queste sono le Donne sopra. Crudeli, sadiche, violente, ma anche tenere, dolci, protettive, materne, soprattutto nei rapporti omosessuali: «La prendo dì nuovo fra le mie braccia attirandola il più possibile a me - dice Genny - e abbracciate ci addormentiamo...». Talvolta frigide, spesso insaziabili. Amanti del gruppo. Narcisiste con moderazione, smodatamente guardone. Imitano Madonna, sono terribilmente ingenue, nonostante la loro sviscerata passione per la fellatio e il cunnilingus. Però capaci, sembra, di amare finalmente anche un poco se stesse. Saranno queste le donne al potere nel XXI secolo, come profetizzano i due giornalisti-guru statunitensi John Naisbitt e sua moglie Patricia Aburdene? - Danno comunque il titolo, di non suggestiva finezza ma certo di grande utilità commerciale (in inglese è Women on top, più elegante, più ampio), al nuovo libro-documento di Nancy Friday, giornalista sociologa americana, in imminente uscita da Mondadori. Ne sono le protagoniste. Un centinaio, scelte tra lo sterminato materiale raccolto dall'autrice con un appello posto in calce, nei primi Anni 80, al suo «saggio» più famoso, Il mio giardino segreto, che conteneva il primo rapporto anglosassone sulle fantasie sessuali femminili. A raccontare alla Friday la loro storia di sesso sognato ad occhi aperti erano state allora donne quasi tutte adulte, con vite e carriere già da tempo avviate, accompagnate da un profondo senso di colpa. Queste «nuove fantasie sessuali», pa- recchio hard e così numerose da rasentare l'assuefazione, appartengono con poche eccezioni alla generazione che va dai 14 ai 25 anni. La combattiva Friday, una delle firme più redditizie nel panorama dell'editoria social-popolare d'oltreoceano, cinquantenne, ancor bella donna, di queste confessioni ha fatto una sorta di bandiera per dimostrare che il mondo femminile americano è enormemente maturato negli ultimi dieci anni. Non solo: le ragazze di oggi sembrano molto più fortunate delle loro madri che, «troppo vicine ai tabù contro i quali si ribellavano», non poterono godere appieno i frutti della loro lotta sessuale. Mentre «ora le donne - annuncia la Friday - sono finalmente capaci di guardare le loro madri negli occhi, senza rinunciare al proprio orgasmo». Ma quale orgasmo? Solo e sempre immaginato o, poi, anche reale? Quale amplesso? E può bastare la libertà di masturbazione, «grande maestra di vita», grande riparo dalla malattia, dal contagio mortale, a rendere queste ragazze tanto sicure nel futuro incontro con l'amore? Per ora sembrano soprattutto maestre nell'inventare situazioni sessuali da far impallidire qualunque kamasutra. Mentre resta ancora da verificare se, autentiche pioniere, esse hanno superato davvero la cruciale battaglia con «mammina». «Nancy Friday è molto sincera - ritiene Anna Del Bo Boffino che ha curato per Mondadori quasi tutti i libri della scrittrice, da Gelosia a Mia madre me stessa a quest'ultimo - e, sicuramente, è ben documentata. In America molti sondaggi si fanno con richieste attraverso i giornali o le tv, il materiale a disposizione e che viene pubblicato è sempre enorme, per l'edizione italiana abbiamo dovuto sfoltire parecchio l'originale. Confrontando i due libri della Friday, l'attuale e il Giardino, la distanza nelle reazioni delle donne pare davvero abissale. Le prime erano fantasie ancora legate ad una femminilità masochista, ragazze che sognavano di essere presentate al sultano, si preparavano ancora all'harem; quelle di adesso ripercorrono magari troppo lo schema maschile, rivelano bisogno di dominio, ma soprattutto di controllo, che è qualcosa di diverso, di consapevole. Anche se per ora il salto è più immaginato che compiuto, queste donne americane si sono comunque date l'autorizzazione a parlare, a dire tutto. E' un importante risultato». Possiamo ritenere che anche la donne italiane siano vicine a questo traguardo? Dacia Maraini dubita che sia così, sotto qualsiasi latitudine: «Le fantasie erotiche sono sempre esisti¬ te; solo, non si raccontavano. Per il loro valore compensatorio mai come ora sono state importanti. C'è la grande paura della malattia, ci sono tante altre paure. Nella realtà, tutti sappiamo che i rapporti sessuali tra i giovani non sono ben risolti. Le ragazze hanno grande libertà di comportamento, ma non sono libere con se stesse. La cultura maschile vorrebbe ancora una donna sognata, irreale; quanto al mondo femminile non basta cambiare le idee, il mutamento richiede tempo. Le madri che erano ragazze vent'anni fa sono in un certo senso madri divise, diverse da quelle tradizionali però impegnate nella difesa delle figlie dal pericolo, poiché il mondo oggi è più terribile di ieri. Un problema difficile. Angoscioso. Così, mentre le ragazze sognano, oggi gli uomini fuggono...». Lo scetticismo è abbastanza diffuso anche tra le «signore del '68» che hanno, o potrebbero avere, figlie coetanee alle corrispondenti di Nancy Friday. «Queste "donne sopra" - dice Ippolita Avalli, scrittrice, a suo tempo animatrice di una propria, intensa rivoluzione - mi pare proprio Che non si siano impadronite della situazione. Più che donne nuove mi sembrano femmine folli, erinni che si agitano su un uomo mezzo morto. Queste ragazze dimostrano di non aver capito che l'uomo non deve essere il referente primario. Il referente sono loro stesse. Né il conflitto con la madre si risolve gettandole in faccia la nostra determinazione a raggiungere l'orgasmo. Il rapporto con la madre è il più difficile nella nostra vita. Non c'è autorità più grande di questa. Ma nessuno insegna ad amare la madre in una società in cui la vita vale pochissimo, in una realtà malata di morte. C'è una cultura che insegna a odiarla. Il nodo resta irrisolto». Una cultura che è anche il prodotto di una psicoanalisi da rotocalco, un meccanismo di suggestione innescato anche dai media. Elisabetta Rasy è sicura: «Quello che oggi cambia, rispetto al passato, è soltanto il discorso sul sesso. Discorsi spesso divertenti, nella nostra lettera- tura sul sesso esistono capitoli interessanti. Gli americani, poi, in questo sono bravi, l'America è un Paese che "riesce" a parlare di sé. Tutti sappiamo, però, che qualsiasi effetto di liberazione non libererà mai le radici dell'eros. Oggi il sesso è diventato soprattutto un fatto sociale, un "must", è stato investito di un ruolo di status symbol. La realtà è che ogni generazione è sgomenta verso il sesso. Queste ragazze ora parlano, ma il rischio è che possano diventare schiave dei loro discorsi, di una libertà soltanto immaginaria». La strada è ancora lunga. Porci con le ali, il romanzo «sessantottino» più famoso, cominciava con una scena di masturbazione. Gli autori, Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice, naturalmente volevano aggredire, provocare un immediato effetto choc. La masturbazione era ancora fortemente demonizzata, anche quello era un tabù da abbattere. Ma il cuore del problema femminile non stava allora, e non sta oggi, come vorrebbe Nancy Friday, nella capacità più o meno grande di «soddisfarsi» e neppure nel grado di fantasia erotica di cui siamo dotati. E' un problema di rapporti. «Di famiglia, di madri e di figlie, della loro crescita - dice la Ravera esperta di questi problemi anche per aver curato varie rubriche di posta femminile sui settimanali -. Madri che sono state protagoniste del cambiamento e che, forse proprio per ciò, per quell'ubriacatura di giovinezza che fu il '68, non si rassegnano a maturare, non vogliono rinunciare alla loro vita erotica e spesso "investono" sulla vita erotica di figlie e figli. Figli che non trovano più in casa quelle barriere da abbattere per certi versi utili a crescere e restano in una sorta di infanzia protratta con pesanti riflessi sulla sessualità». Situazioni che la scrittrice ha fissato molto bene nei suoi recentissimi racconti, Due volte vent'anni, pubblicati da Rizzoli. «La verità - conclude la Ravera - è che le ragazze oggi sono terrorizzate, fanno poco l'amore, stanno aggrappate a fidanzatini di provata fedeltà, non baciano neppure più». Ma allora chi ha ragione? Saranno davvero così lontane dalla realtà ragazze come la ventitreenne Bliss, altra eroina della Friday, che descrive con minuzia le proprie esperienze (non fantasie questa volta) e conclude: «Io amo il sesso e sono brava a farlo, ma lo considero anche una cosa sacra e meravigliosa»? Bliss è una «donna sopra», una donna scema o una donna sull'orlo dell'abisso? Mirella Appiatti Dalle fantasie di una manager: «Portare a pranzo l'impiegato giovane come fanno gli uomini con le ragazze» Un altro sogno: «Che lui chieda pietà» Dacia Maraini: «Le fantasie sono sempre esistite, ma fino a poco tempo fa non si osava confessarle» Regina padrona e Fante succubo visti dal cecoslovacco Juan Saudek. A sinistra, dall'alto in basso: Elisabetta Rasy, Lidia Ravera e Soon-Yi, protagonista di un amore con Woody Alien *: • " ' * - La cantante e attrice Madonna, quasi sempre in testa alla classifica degli scandali e della trasgressione erotica. E' fra i personaggi più imitati nei sogni delle giovani donne intervistate da Nancy Friday, sociologa e giornalista. Nella foto accanto: la scrittrice Dacia Maraini

Luoghi citati: America, Italia, Mondadori