Platt: sento profumo di Juve anche se mi han rotto il naso di Fabio Vergnano

Platt: sento profumo di Juve anche se mi han rotto il naso Platt: sento profumo di Juve anche se mi han rotto il naso TORINO. C'è lo stress, denunciato da Vialli, che colpisce chi gioca troppo, ma c'è anche un logorio forse ben più maligno ed insidioso che aggredisce lo straniero. E' la famosa sindrome del «quarto uomo». Nella Juventus, tranne il neo babbo Kohler che per ora è al di sopra di ogni sospetto, ne soffrono in parti quasi uguali Julio Cesar, Platt e Moeller. Infatti è attorno a questi tre che ruotano ogni domenica l'incertezza, il dubbio, l'attesa. Una situazione simile a quella di quasi tutte le altre squadre, ma che Trapattoni esaspera con l'ostinato rifiuto a fare chiarezza sulle proprie intenzioni. Secondo lui, per evitare polemiche e malintesi è meglio non rendere noto in anticipo il nome del «condannato» alla tribuna. Almeno fino a quando non si creeranno i presupposti per scelte definitive. E forse ci siamo molto vicini. Preso atto che il Trap ha fra i suoi diritti anche quello di ricorrere alla pretattica di antica memoria, è chiaro che ai giocatori viene consegnata la patente di immaturi, con tanti saluti alla tanto sbandierata professionalità di chi dovrebbe saper accettare le scelte dell'allenatore senza protestare come un bambino cui è stato strappato il giocattolo preferito. E allora avanti sulla strada del mistero. Domenica scorsa a Cagliari è toccata a Platt la prima tribuna del campionato. Un periodaccio per l'inglese dai modi gentili. Dopo la delusione del Sant'Elia, mercoledì scorso ha perso con la Nazionale in Spagna e come se non bastasse una gomitata di Solozabal gli ha incrinato il setto nasale. Oggi Platt, lo straniero costato alla Juventus tredici miliardi, rischia di nuovo, quasi alla pari con Moeller. Questo per colpa di Carrera. Infatti se il difensore fosse sceso in campo contro l'Atalanta, in mezzo ai vip sarebbe finito Julio Cesar. Ma siccome Carrera soffre per uno stiramento al tendine della gamba sinistra, l'accantonamento del libero è rimandato. Il milordino di Chadderton ha troppa classe (a parte quella calcistica che ha conquistato Trapattoni) per scendere sul terreno della protesta. Perples¬ so e stupito dopo l'esclusione di domenica, conserva un self control notevole: «Questo è il nostro lavoro. Siamo ben pagati e dobbiamo accettare regole che conoscevamo fin dall'inizio. Tra i diritti dell'allenatore c'è anche quello di scegliere lo straniero che vuole e di comunicare la propria scelta nel momento più opportuno». Nessun problema, quindi? Impenetrabile Platt: «Non dico mai bugie, ma qualche volta non dico tutta la verità. Certo è una situazione nuova per il calcio italiano, che investe miliardi e poi li parcheggia in tribuna. Ma sulle mie possibilità future sono sempre ottimista come prima». Di sicuro domani potrebbe pensarla in maniera diversa e sulle follie dei presidenti e sulle scelte di Trapattoni. E con lui l'enigmatico Moeller, che doveva essere una ruota di scorta ed invece è balzato al vertice della hit parade del gradimento, sponsorizzato addirittura dall'Avvocato. A Cagliari ha deluso, ma un prova di appello gli spetta di diritto. In sintesi: con Platt va in campo Casiraghi, in una Juve da avanti tutta come imporrebbe il debutto di fronte al pubblico del Delle Alpi. Con Moeller fuori Casiraghi e dentro Conte. Come a Cagliari. Chi non ha problemi è Torricelli, candidato al debutto in serie A e forse anche a quello europeo se Carrera non dovesse essere pronto neppure per mercoledì. L'Atalanta negli ultimi tre anni è ritornata da Torino con due vittorie ed una sconfitta di stretta misura, con contorno di sofferenze assortite da parte dei ragazzi di Trapattoni. Ma, come si vede nella tabella qui sopra, i bianconeri non vengono sconfitti al Delle Alpi dal 5 maggio dello scorso anno. Un dato che incoraggia Roberto Baggio, fiducioso, ma con una goccia di veleno: «Dovremo mettere al servizio della Juve lo stesso spirito che ha contraddistinto la partita della Nazionale in Olanda. Ma non dipende soltanto da me e da Vialli. Ci vuole la collaborazione di tutta la squadra». Messaggio inoltrato sulla linea dell'utente desiderato. Fabio Vergnano

Luoghi citati: Cagliari, Olanda, Spagna, Torino