Belli, bravi, censurati di Enzo Biagi

Belli, bravi, censurati Belli, bravi, censurati Dentro il feroce mirino della tv lungo elenco di nomi eccellenti Tentare l'elenco di tutte le censure in tv equivale a contare i falli commessi nelle partite di almeno dieci campionati di calcio. Ecco le più vistose. E' il 1956. Un bacio scandaloso («troppo sexy»), fra Giorgio Albertazzi e Bianca Toccafondi nel programma «Sesto piano». Reprimenda al regista. Sempre nel 1956, la ballerina Alba Arnova viene licenziata per una calzamaglia troppo aderente di color carne: «nella tv in bianco e nero è come nuda». Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello sono cacciati di punto in bianco perché in «Un due tre» hanno ecceduto nella satira sul presidente di allora. I due rifanno Gronchi che durante una cerimonia ufficiale si siede senza sedia e finisce fra le braccia di De Gaulle. Enzo Tortora viene rimosso dalla «Domenica sportiva» dopo un litigio per «mancata possibilità di dire ciò che vuole». Dario Fo e Franca Rame si vedono bloccare la loro «Canzonissima» di fine '62 perché le chiavi comiche usate sono, secondo la direzione tv, ((troppo triviali». Lo stesso soft-Baudo incorre nella censura nell'85: salta una sua intervista col giornalista Giuseppe Marrazzo autore di un libro sulla vita del camorrista Cutolo. Anche Renzo Arbore nel rnirino dei censori per «L'altra Domenica» dove Benigni si è esibito con l'«Inno al corpo sciolto». Il buon Corrado incorse negli strali per avere detto la battuta «L'Italia è una Repubblica fondata sulle cambiali». Andrea Barbato è l'unico direttore del Tg che sia stato buttato fuori dalla tv (1980). Colpevole di non essere stato troppo ossequioso nei confronti del psi e della sua classe dirigente. Gli altri casi sono più noti: Benigni (con interpellanza parlamentare per il celebre "Woitylaccio"». Mastelloni cacciato (bestemmia in diretta) e con lui la sua intervistatrice Stella Pende. Ma l'elenco delle vittime della censura tv dalla sua nascita fino a Funari sarebbe lunghissimo. Disse Enzo Biagi: «In Rai non ti chiedono se conosci la grammatica, ti chiedono di che corrente politica sei».

Luoghi citati: Italia