«Moroni ricevette 1600 milioni»

«Moroni ricevette 1600 milioni» Resa nota la richiesta a procedere contro il deputato psi bresciano suicida «Moroni ricevette 1600 milioni» IIpm: ma nelle sue tasche non entrò una lira MILANO. Sono arrivate a Roma a fine luglio. Ma poi, tra vacanze e polemiche, sono state quasi dimenticate. Ieri invece è stato reso noto il testo delle nuove richieste di autorizzazioni a procedere inviate alla Camera dalla procura di Milano. Su tre si discuterà presto, riguardano gli onorevoli democristiani Luigi Baruffi, Giancarlo Borra e Giorgio Santuz. La quarta sarà invece archiviata: è intestata a Sergio Moroni, il deputato socialista morto suicida il 2 settembre. Un colpo di fucile, ima lettera drammatica per spiegare il suo gesto. E ancora polemiche. Adesso si sa cosa la procura di Milano voleva contestare a Moroni: «di aver ricevuto da Luigi Martinelli (consigliere regionale de), in esecuzione di un precedente accordo, somme di denaro per un miliardo e 200 milioni illecitamente ricevute dalla Todeco, società che si era aggiudicata l'appalto per la discarica di Pontirolo» (ipotesi di reato: corruzione); di aver ricevuto dal consigliere delle Ferrovie Nord Giampaolo Petazzi, socialdemocratico passato ai socialisti, 400 milioni pagati da un imprenditore, «conoscendone l'illecita provenienza» (reato: ricettazione); infine di aver violato la legge sul finanziamento ai partiti. Le fonti dell'accusa contro Moroni sono le dichiarazioni di altri imputati, a partire da Luigi Martinelli. Dice: «GianStefano Frigerio (ex segretario regionale della de, ndr) mi spiegò che era stato stipulato un accordo con la segreteria regionale del psi, in persona dell'allora segretario Sergio Moroni, relativo alla spartizione delle tangenti versate per le discariche... Fu così che, ricevuta la prima rata della tangente per la discarica di Pontirolo, ne versai immediatamente la quota del psi, 150 milioni, a Milano in corso Magenta nell'ufficio del- segretario Moroni, nelle sue mani». «Moroni - continua Martinelli - voleva fare con me il punto della situazione sulla questione delle discariche. Il punto consisteva nel vedere discarica per discarica quali fossero stati gli accordi intervenuti e quali fossero gli accordi possibili con gli imprenditori relativamente al pagamento di somme di denaro alle segreterie regionali del psi e della de». Martinelli parla anche di rimproveri reciproci tra de e psi per una «non corretta spartizione» di tangenti su vari appalti, dalla fornitura di autobus all'edilizia popolare. Credibile Martinelli? A Moroni succede come segretario psi Andrea Parini, che racconta: «Martinelli mi disse di aver raccolto presso imprenditori amici contributi a favore della de e del psi, sulla base di un incarico che aveva ricevuto dal suo partito e dall'allora segretario psi Moroni. Rimasi un attimo perplesso e nei giorni successivi chiesi a Moroni che mi confermò la veridicità dei fatti e, dinanzi alle mie perplessità, mi consigliò di trasferire la cifra sul bilancio della direzione nazionale del partito». Era allora questo il «sistema» di cui parlava proprio Moroni nella sua ultima, drammatica lettera? «Ho commesso un errore accettando il "sistema", ritenendo che ricevere contributi e sostegni per il partito si giustificasse in un contesto dove questo era prassi comune», scriveva nella missiva al presidente deUa Camera, Napolitano. Disperatamente Moroni aggiungeva di non accettare d'essere «accumunato nella definizione di "ladro", nella serena coscienza di non aver mai personalmente approfittato di una lira». Su questo i magistrati milanesi gli danno, implicitamente, ragione: non un accenno infatti (e al contrario di altri indagati) al suo patrimonio; nessun sospetto di amechimento. C'è solo il «sistema». Un «sistema» di cui sarebbero stati a perfetta conoscenza anche gli altri deputati per cui si chiede l'autorizzazione a procedere. Sia Baruffi sia Borra, infatti, sono accusati di ricettazione: il primo come esponente della corrente andreottiana in Lombardia, il secondo come dirigente del «Centro studi Pastore» a Bergamo avrebbero ricevuto soldi provenienti da tangenti «consapevoli della loro illecita provenienza». Più defilata la posizione di Santuz: da ministro dei Trasporti si attivò per far partire i lavori di «Malpensa 2000»: ricevette poi un contributo da Marco Armoni, che seguiva gli appalti della Sea, ma «senza alcun rapporto di causalità» con la sua attività, sia da ministro che dopo. Per lui l'accusa è quindi soltanto di violazione della legge sul finanziamento ai partiti. Susanna Marzolla Venne accusato dal de Martinelli e da Parini (psi) Vi fu una disputa tra i due partiti per la spartizione delle tangenti Sergio Moroni il parlamentare socialista di Brescia che si è ucciso perché coinvolto nello scandalo tangenti Gianstefano Frigerio segretario regionale della de lombarda (a destra) Il giudice Antonio Di Pietro (foto sopra)

Luoghi citati: Bergamo, Brescia, Lombardia, Milano, Moroni, Roma