Rifiuti d'oro, altro arresto

Rifiuti d'oro, altro arresto Proseguono le indagini della Procura sulle Usi torinesi Rifiuti d'oro, altro arresto Manette a dirigente dell'Ecoconsult E' accusato di truffa alle Molinette Un altro arresto nell'inchiesta sulle tangenti e sugli sperperi nelle Usi torinesi. Ieri è finito alle Vallette Paolo Genovese, 37 anni, amministratore unico della Ecoconsult, un'azienda milanese che per circa un anno ha provveduto allo smaltimento dei rifiuti alle Molinette. E' accusato di concorso in abuso in atti d'ufficio con un dipendente dell'ospedale, falso e truffa. L'Ecoconsult avrebbe truffato le Molinette per centinaia di milioni lucrando su! volume dei rifiuti. L'Usi 8 pagava per 30 mila htri al giorno mentre in realtà, secondo l'accusa, l'Ecoconsult ne trasportava non più di 24 mila. Paolo Genovese, difeso dagli avvocati Chiusano e Chiapperò, si è presentato ieri mattina al primo piano della Procura e ha chiesto di parlare con il dottor Corsi: «So che c'è un provvedimento contro di me. Sono a disposizione». L'episodio, che ha coinvolto l'amministratore, è uno stralcio nell'ampia inchiesta sulle Usi torinesi e riguarda in particolare i «rifiuti d'oro». A metà luglio, sempre per questa vicenda, era stato arrestato Renato Pasqualotto, 52 anni, responsabile del servizio smaltimento rifiuti alle Molinette. Secondo l'accusa i due avrebbero collaborato per lucrare ai danni delle Molinette. Il tramite fra Pasqualotto e Paolo Genovese sarebbe stato l'onnipresente Alberto Bellini, allora rappresentante per il Piemonte dell'Ecoconsult. Sembra che ad avere i primi sospetti sugli esorbitanti costi del servizio rifiuti sia stata la responsabile del provveditorato Maria Teresa Flecchia, inquisita in un'inchiesta su appalti sospetti e poi prosciolta e indennizzata con 40 milioni per l'ingiusta carcerazione. All'inizio dell'anno i revisori dei conti avevano scoperto il trucco e, su loro richiesta, qualche mese dopo l'amministratore straordinario dell'Usi 8, Eligio Citta, aveva modificato il capitolato d'appalto stabilendo che lo smaltimento rifiuti andava pagato a peso e non a volume, eliminando così uno spreco per le casse dell'ospedale. Renato Pasqualotto, difeso dall'avvocato Brigandì, aveva detto: «Io dovevo far caricare i camion, non controllare se i rifiuti venissero compattati o meno. I rifiuti tossici dovevano essere portati via tutti i giorni e i camion dovevano venire a caricare indipendentemente dal volume o dal peso. Ieri Paolo Genovese avrebbe spiegato: «Non toccava all'Ecoconsult controllare se i cassoni fossero pieni. Noi mandavamo i camion a caricare i cassoni già chiusi da dipendenti delle Molinette». Come dire: non sapevo che ci pagassero di più di quanto ci spettava. La società incassava compensi per carichi mai trasportati Eligio Citta amministratore delle Molinette «Così abbiamo scoperto la truffa»

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