lo, Galeone, un piccolo provinciale contro il Diavolo di Claudio Giacchino

lo, Galeone, un piccolo provinciale contro il Diavolo IL PERSONAGGIO tmmmmmmmmm Dopo alcune stagioni negative il tecnico del Pescara, rilanciato dalla vittoria sulla Roma, è tornato sulla cresta dell'onda lo, Galeone, un piccolo provinciale contro il Diavolo «Avanti a zona, sperando che il Milan non ci massacri. Lo scudetto? Tocca alla Juve» Cronista: «Cerco il signor Giovanni Galeone» Bambino: «Non c'è». Galeone, dal fondo della stanza, su rumori d'allegria e voci giocose: «Chiedi chi è». Cronista: «Sono un giornalista di Torino». Bambino: «Dice di dirti che è di Torino». Voce di Galeone: «Allora, vediamo, vediamo un po' quando parlare con il torinese. Digli di richiamare alle 14,30». Allora, mister, dopo aver vissuto alcune stagioni buie pare proprio che la fortuna si sia ricordata di lei se per avere un'intervistarla bisogna mettersi in coda. La sorprendente vittoria sulla Roma ha fatto di lei e del Pescara l'antiMilan, avete persino gli stesi punti. La risposta è uno sbuffo: «Noi l'antiMilan? Per carità, non prendiamoci per i fondelli. Troveremo una squadra in cui gli olandesi sono furibondi per il rovescio contro gli azzurri e gli ita¬ liani euforici. E se manca qualche tulipano incontriamo Papin, inviperito per averle buscate con la Francia in Bulgaria. Oppure, Savicevic, pure lui infuriato perché non gioca mai». Insomma, domenica, maledetta domenica. «Avanti con la zona e speriamo di trovare, nella sconfitta, l'onore. Subire 6-7 gol, anche da marziani come quelli, sarebbe triste». Lo scudetto è già del Milan? «Milan o Juve, Juve o Milan, non si sfugge. Una vaga sensazione mi suggerisce il successo bianconero. Ai Signori del pallone non piace lo strapotere assoluto di uno che, ammazzando il campionato, spegne l'interesse del calcio. Così, occhio e croce, prevedo strategie di Palazzo prò Juventus». Affermazioni pericolose: come si concretizzerebbe questa strategia? Ha prove? «Ci sono giochi particolari, ad altissimo livello, che noi manco immagi¬ niamo. No, nessuna prova, ho solo sensazioni». Chissà come la prenderà Trapattoni. «Trap è formidabile, però fuori campo. Dentro, è insopportabile. Una volta definii una partita della sua Inter'Tideale per far disamorare lo spettatore", quando m'incontrò a Coverciano in un raduno allenatori mi fece una lavata di cape che la ricordo ancora oggi. Ascoltai come uno scolaretto, cosa vuole, noi provincialotti..». A proposito: come mai lei ha successo solo a Pescara? «Non è vero, ho fatto bene anche altrove. Sono retrocesso una sola volta, dico una, e me lo rinfacciano tuttora. Però, io sono sceso in B con una squadretta, mica con il signor Milan di Radice, precipitato tra i cadetti nel 1983, o con il Toro dei Muller, Skoro, Cravero». Per farsi amici lei ha un vero talento. «Non ho offeso alcuno e men che meno Radice, che è sta¬ to capace di vincere un campionato con il piccolo Toro negli anni d'oro della Juventus. Quanto alle amicizie, tra i colleghi sono un po' isolato, va bene così». Sogna ancora la gloria? «Le ho detto addio da un pezzo. Meritavo qualcosina in più: 10 anni fa, quando stavo alla Spai, ero proprio bravo, forse avrei potuto dire qualcosa d'importante se fossi andato in una piazza importante. Ecco, l'unico rimpianto: non aver potuto verificare se sarei stato all'altezza in una grande squadra. Ho 51 anni, il tram del successo è passato». Nel calcio mai dire mai. «Sono meno bravo di un tempo, forse non ho più voglia. E poi, oggi, per arrivare contano tanti fattori: non vede che c'è gente che approda in A senza aver combinato nulla, o che ci resta alla faccia dei fallimenti?» Allora, Galeone invecchierà in provincia lottando sempre e solo per lo scudetto dei peones: la salvezza? «Mi ha preso per scemo? Presto mollo tutto: allenatore provinciale sì, ma ho saputo, e so, farmi pagare. Quindi, o mi godo il dolce far niente eppure tomo al settore giovanile, la cosa più bella è lavorare con i giovani. Con loro sono sempre stato da papa». Perché non c'è rimasto? «Ripeto, non sono scemo. Lei preferirebbe guadagnare un miliardo o 50, 60 milioni l'anno?» Galeone tiratardi, Casanova, amante delle zingarate. Verità o invenzioni? «Non vado mai a dormire presto. Casanova? Magari. Zingarate? Lasciamole al film "Amici miei"». Come finirà il Pescara? «In campionato penso benino: con il Milan male, temo. A meno che salti fuori un pareggino: ma ci pensa, pareggiare, che impresa. E vabbene, sogniamo l'impossibile, tanto, per quel che costa». Claudio Giacchino

Luoghi citati: Bulgaria, Coverciano, Francia, Pescara, Torino