Il Circo perde l'Honda e ritrova la Ferrari di Cristiano Chiavegato

Il Circo perde l'Honda e ritrova la Ferrari Addio ufficiale dei giapponesi a dieci anni dal ritorno in Formula 1; Alesi terzo nelle prove di Monza Il Circo perde l'Honda e ritrova la Ferrari // ritiro dopo stagioni di successi MONZA DAL NOSTRO INVIATO Dopo mesi di rumori, di indiscrezioni, di mezze conferme e smentite, ieri la Honda ha comunicato ufficialmente la decisione di lasciare la Formula 1 e quindi la McLaren, cui forniva i motori in esclusiva, a fine stagione. Un brutto colpo per il «circus» dei motori che perde uno dei suoi protagonisti più prestigiosi, segno evidente di una crisi che colpisce un po' dappertutto, anche chi in apparenza sembrerebbe in buona salute. La Casa giapponese aveva debuttato con una vettura di propria concezione nel Gran Premio di Germania del 1964, ottenendo due vittorie nel '65 in Messico e nel 1967 proprio a Monza con Surtees. Aveva abbandonato poi l'anno successivo, per rientrare nel 1983 montando un motore turbo sulla vettura di una piccola scuderia, la Spirit. Da allora ha collaborato con Lotus, Williams e McLaren, stabilendo record difficilmente eguagliabili: 67 vittorie in 9 stagioni (su 147 gare disputate sinora), cinque titoli mondiali piloti consecutivi (dal 1987 al 1991 con Piquet, Prost e 3 volte con Senna). I veri motivi che hanno portato al ritiro della Honda non sono stati resi noti ufficialmente: Nobuhiko Kawamoto, presidente della ottava marca mondiale produttrice d'automobili, nel suo annuncio da Tokyo ha dichiarato: «Alla Honda abbiamo deciso di sospendere le nostre attività in F.l alla fine di questa stagione. Sono dieci anni che siamo tornati nelle corse, in questo periodo siamo riusciti a vincere ai più alti livelli, dove la tecnologia è la più esasperata. Abbiamo vinto per sei anni consecutivamente il campionato mondiale costruttori. In questi anni siamo riusciti ad addestrare personale essenziale per sviluppare i nostri prodotti. E, dato che abbiamo raggiunto i nostri traguardi, abbiamo deciso di sospendere. Per noi lo spirito di battaglia è fondamentale: adesso dobbiamo tornare alle nostre radici e pensare come mantenere questo spirito». Dietro queste parole, però, c'è una crisi di vendite ed economica non indifferenti. I cento e più miliardi investiti nelle corse dovranno servire probabilmente ad altri scopi industriali e commerciali. Ma non è escluso che, a breve scadenza, la Honda non faccia la sua ricomparsa in altri settori come la Formula Indy, dove potrebbe inserirsi con una vettura progettata dalla McLaren. Ieri Ayrton Senna, in una delle sue esternazioni, ha voluto ringraziare la Honda per i successi conseguiti insieme. «I giapponesi - ha detto - hanno insegnato a tutti certi metodi di lavoro che solo loro sinora hanno saputo praticare. Serietà, impegno, capacità di reazione. Ho lavorato molto bene in questi anni con dei partner a mio avviso perfetti. Io sapevo già da tempo che avrebbero lasciato, ma non potevo dirlo pubblicamente». II ritiro della Honda (che dovrebbe comunque rimanere presente in F.l con i motori HondaMugen affidati alla scuderia Footwork) è stato quasi certamente il motivo principale che ha indotto il campione brasiliano a cercare di cambiare squadra, tentando di scalare un posto alla Williams. Ma proprio nelle ultime ore, sembra, la sua candidatura ha subito un ribasso nella Borsa del mercato piloti. Pare che gli sponsor che avrebbero dovuto pagare in qualche maniera il suo ingaggio (per questo 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 Jean Alesi, terzo miglior tempo con la Ferrari ieri a Monza, ha ricevuto la visita di un ammiratore d'eccezione, il connazionale Papin nuovo milanista motivo lui diceva che sarebbe andato «gratis» alla Williams) abbiano fatto retromarcia. Ragion per cui ora il gioco per il 1993, nella scuderia campione, riguarderebbe esclusivamente i signori Alain Prost e Nigel Mansell. Il francese è - a quanto si dice - intoccabile, in una botte di ferro. L'inglese proprio ieri ha fatto capire che la conclusione della telenovela potrebbe arrivare ad ore, magari oggi stesso. Per quanto riguarda la McLaren, il manager Ron Dennis, che pure ha parlato a lungo, non ha fatto rivelazioni. «Ho sentito tutti i possibili fornitori di motori - ha detto - ma non ho ancora preso una decisione. Posso ancora aspettare fino a dicembre. Il mio team ha la capacità di costruire tre vetture nuove in due mesi, per febbraio. In ogni caso il prossimo anno potremmo anche avere un motore di transizione. Andretti è stato avvertito e anche Senna lo sa. Ayrton dovrà dirci qualcosa di definitivo, ma non c'è fretta». Cristiano Chiavegato

Luoghi citati: Germania, Messico, Monza, Tokyo