Chopin rivive negli «Scherzi» di Lonquich di A. Ri.

Chopin rivive negli «Scherzi» di Lonquich SETTEMBRE MUSICA Monografìa del pianista Chopin rivive negli «Scherzi» di Lonquich TORINO. Non è davvero lo Chopin «dattilografato» che capita spesso di ascoltare, quello di Alexander Lonquich, interprete di rara sensibilità e intelligenza chiamato da «Settembre Musica» a inaugurare al Conservatorio la tradizionale monografia pianistica del Festival; la formula pomeridiana del concerto breve è sembrata addirsi a meraviglia al godimento dei «Quattro scherzi» proposti da Lonquich dopo i Due notturni op. 37. Il pianismo di Lonquich resta lontano dalle tentazioni decosiruttiviste di Pogorelich o di Kamenz, ma restituisce esso pure uno Chopin non ovvio, sebbene meno innovativo. Come l'opera di ogni genio, quella di Chopin introduce invenzioni di tale portata che nessun pianista può porsi l'obiettivo di individuare un'interpretazione valida una volta per tutte. Lonquich mostra di aver compreso queste cose e saperle tradurre •splendidamente, inventando suoni limpidi al limite di un'acquaticità pre-debussiana nel I scherzo, o all'opposto avvitando le frasi su se stesse nel TV. Il II e il III paiono fatti apposta per scatenare applausi, ma con Lonquich si viene catturati piuttosto dall'intimità dei passaggi corali e dalla materiata della terzina che apre al grave Top. 31. Trionfo. [a. ri.]

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