Maraini e Llera: Ecco a voi casa Moravia di Mirella Serri
Maraini e Llera: Ecco a voi casa Moravia Gli amici bollano i pettegolezzi sul suicidio ed aprono al pubblico l'abitazione dello scrittore Maraini e Llera: Ecco a voi casa Moravia «E' tutto come ha lasciato: quadri, libri, bozze e disordine» PROMA ASSATA è la tempesta delle assurde insinuazioni circolate per qualche I giorno nei salotti e nell'ambiente letterario romano: Moravia si sarebbe suicidato in seguito ad una grave depressione. Ma tutti gli amici dello scrittore hanno smentito senza ombra di dubbio il tam-tam della chiacchiera. «Si può suicidare una persona con il sapone da barba sulle guance e l'asciugamano sui fianchi, appena uscita dalla doccia? E in che modo?», commenta irritato Enzo Siciliano, che è stato uno dei primi, con il giornalista Enzo Golino, con l'editore di Moravia, Mario Andreose, e con il medico curante dello scrittore, ad accorrere e a vedere il corpo inanimato di Moravia. Siciliano non vuole comunque dedicare più che un accenno polemico alle ridicole voci. Gli sta a cuore, piuttosto, parlare dell'Associazione Fondo Alberto Moravia, di cui è presidente e che il 24 settembre aprirà i battenti: «Sicuramente è un argomento più serio e importante», dice lo scrittore. Al Fondo in questi giorni si lavora a ritmo serrato. La sede è l'assolato attico di Lungotevere della Vittoria 1 dove Moravia ha abitato per anni. Le eredi, la vedova Carmen Llera e Dacia Maraini, ne hanno fatto dono all'Associazione con l'arredamento e gli oggetti cari all'autore de «Gli indifferenti» ancora tutti al loro posto. Le stanze con i celebri ritratti di Levi e Guttuso, le maschere africane, la biblioteca che Moravia teneva col disordine in cui lui solo si orientava, saranno aperte al pubblico. «E riveleranno un autore per molti aspetti inedito», sostiene Siciliano. Che cosa c'è da scoprire nelle carte e nei cassetti di un narratore che spesso ha dichiarato di aver vissuto «in pubblico», senza troppe ombre né segreti? «Le sorprese ci saranno - afferma Siciliano -. Per esempio l'estesissima raccolta dei suoi articoli era incompleta. Questo corrispondeva alla sua personalità: non ci teneva a conservare tutto ciò che gli arrivava; aveva una memoria eccezionale di cui si fidava molto». Ma proprio dalla emeroteca di casa Moravia arriveranno le perle di una collezione che negli anni ci si propone di completare: racconti perduti nel tempo che si possono leggere solo su riviste ormai introvabili, su piccole pubblicazioni di carattere scientifico a cui Moravia collaborava per guadagnare qualche soldo. Anche tra i manoscritti ci saranno curiosità e un piatto sostanzioso per gli studiosi: Moravia scriveva e riscriveva, ma sempre buttava le varie «redazioni» del testo. Della «Donna leopardo», però, il suo ultimo romanzo pubblicato postumo e scritto a mano, nel fondo si trovano le varie stesure. Una ricca raccolta di fotografie, un epistolario e alcuni inediti, nonché alcune «chicche» che gli organizzatori non vogliono svelare fino alla data della presentazione ufficiale, arricchiscono ulteriormente il materiale a disposizione del pubblico. Mirella Serri Alberto Moravia
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