Il sesterzio, papà della Lega

Il sesterzio, papà della Lega Il sesterzio, papà della Lega Creata neW81 la prima valuta «falsa» se il comune batte moneta LA Lega Nord «batte» moneta, così hanno titolato mercoledì i quotidiani italiani. Ma la clamorosa iniziativa dei seguaci di Bossi di coniare medaglie cui attribuire un valore convenzionale da mille o da 5 mila lire l'una non rappresenta una novità. Undici anni fa la stessa idea era già venuta - sempre in Lombardia - agli amministratori del Comune di Virgilio (Mantova). In occasione del bimillenario della morte dell'omonimo grande poeta latino il Comune aveva, infatti, inventato il «sesterzio», coniato dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in oro o argento e messo in vendita, rispettivamente, a 100 e a 20 mila lire. Migliaia di prenotazioni erano giunte dall'Italia e dall'estero. Il primo esemplare doveva essere regalato al presidente della Repubblica Sandro Pertini al momento della sua visita ufficiale nella cittadina lombarda. Ma in extremis il ministero del Tesoro riuscì a bloccare quella che sarebbe stata certamente la maxitruffa numismatica del secolo. I «sesterzi», oltre ad avere illegalmente valore legale, sarebbero divenuti, infatti, una vera rarità tra i collezionisti. Soprattutto quelli d'oro, coniati dalla Zecca dello Stato dopo 40 anni dall'ultima emissione in oro avvenuta durante il regno Savoia e per di più con un valore facciale di ben 100 mila lire. Se tutto fosse filato liscio ci sarebbe stata, quindi, un'enorme speculazione. Alla fine, però, tutti i «sesterzi» furono fusi. La storia ha inizio il 9 settembre 1981 quando sul «Corriere della Sera» appare un singolare avviso pubblicitario firmato dal sindaco e dal segretario comunale di Virgilio. In esso si reclamizza che «per la prima volta la città di Virgilio batte moneta» e che «il "sesterzio" avrà corso legale all'interno della città du¬ rante le manifestazioni». Ma - ed è l'elemento apparso più grave - sul fac-simile del «sesterzo» è ben visibile il valore di 20 mila lire impresso sul verso di quello d'argento e di 100 mila lire sul verso di quello d'oro. Subito dopo l'annuncio il ministero del Tesoro, su segnalazione della Banca d'Italia, apre un'inchiesta e blocca tutti i «sesterzi» rimasti presso la Zecca dello Stato perché solo lo Stato può «battere» moneta. Non possono esserci deroghe di alcun tipo, nemmeno per circolazioni limitate. In pratica, il «sesterzio» può circolare esclusivamente come medaglia, mai come moneta. In ogni caso su nessuna medaglia può essere incisa la scritta in lire italiane. Anche il ministero delle Finanze dispone accertamenti sulla regolarità della sua «risoluzione» del '78, come indicato nell'avviso del Comune di Virgilio, che attribuiva valore legale ai «sesterzi», cioè che potevano essere scambiati a tutti gli effetti come monete. Ed altro un colpo di scena. Si scopre, infatti, che la nota ministeriale concedeva l'esenzione dal pagamento dell'Iva per alcune medaglie, denominate «fierini», che potevano essere utilizzate come buono-scambio all'interno della Fiera del Levante di Bari, nonché delle Fiere di Padova e Messina e di altre manifestazioni. L'esenzione Iva era stata concessa solo perché in tali operazioni di scambio delle medaglie, cioè dei «fierini», non vi era fine di lucro. La risoluzione del '78 non poteva, quindi, estendersi anche al «sesterzio». E questa falsa moneta non poteva avere perciò valore legale. La Procura generale della Corte dei conti vuole accertare se l'Erario abbia subito danni ed apre un'inchiesta contabile-amministrativa. Il sindaco di Virgilio, Giovanni Martinelli, viene

Persone citate: Giovanni Martinelli, Sandro Pertini, Savoia, Zecca

Luoghi citati: Bari, Comune Di Virgilio, Italia, Lombardia, Mantova, Messina, Padova