Incontro-fiume sulla manovra di Stefano Lepri

Incontro-fiume sulla manovra Incontro-fiume sulla manovra Contro il marco 1500 miliardi I tassi schizzano al30per cento ROMA. A prezzo altissimo la lira ha superato un altro venerdì nero. Per tutta la giornata il cambio con il marco è rimasto sull'orlo del baratro, inchiodato a quelle 765,40 lire che rappresentano la parità limite nel Sistema monetario europeo. C'è rimasto grazie a interventi di sostegno che, secondo una valutazione del mercato di Francoforte, sono ammontati in una sola giornata a 2 miliardi di marchi (1500 miliardi di lire). C'è rimasto, anche, grazie a una crescita di oltre il 30 per cento - un livello record - dei tassi interbancari a brevissimo termine. E i problemi non sembrano finiti qui. La settimana prossima, a ridosso del referendum che dovrà decidere l'adesione francese al trattato di Maastricht, la difesa della nostra valuta potrebbe diventare ancora più onerosa. Sui mercati internazionali gli operatori si dividevano tra chi si attendeva una svalutazione in questo fine settimana e quelli che prevedevano nuovi pesanti interventi di tipo monetario a difesa della lira. In mattinata a Londra si era diffusa la voce di un nuovo rialzo del tasso di sconto italiano, dall'attuale 15 per cento (in vigore da venerdì della settimana scorsa) al 18 per cento, la Banca d'Italia ha dovuto smentire; ma chiarendo poi - per evitare interpretazioni di altro genere - che questo strumento resta sempre a disposizione se se ne dovesse presentare la necessità. E tuttavia, assicurano alla Banca d'Italia, la giornata è stata meno pesante del venerdì precedente. Forse la speculazione si sta un poco stancando. Pure se nessuno davvero può prevedere che cosa succederà nel caso i francesi votino «no» nel referendum sull'unione europea. Nel caso di un risultato favorevole all'unione, invece, l'ultimo sondaggio lo dà al 52 per cento - dovrebbe valere la comune determinazione dei Paesi membri del Sistema monetario europeo a non variare le parità di cambio, ossia a non permettere né svalutazioni né rivalutazioni. Nessuna nuova decisione è stata annunciata dopo un lunghissimo incontro nel pomeriggio tra il presidente del Consiglio Giuliano Amato, il ministro del Tesoro Piero Barucci e il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi. In mattinata Ciampi era stato ricevuto dal Presidente della Repubblica. La determinazione ufficiale a non svalutare la lira sembra restare invariata per tre ragioni: 1) per non rendere ancora più difficile il risanamento della finanza pubblica italiana; 2) per non danneggiare gli altri Paesi con monete deboli nel Sistema monetario europeo, verso i quali la speculazione si rivolgerebbe; 3) per non compromettere il processo di unificazione europea. Nella visione della Banca d'Italia, esposta più volte nelle settimane passate dal Governatore Ciampi, una svalutazione aprirebbe la via ad ulteriori «dissennatezze». E' invece possibile resistere sull'attuale cambio, anche grazie all'aiuto che le altre banche centrali sono tenute a darci secondo le regole del Sistema monetario europeo. Così infatti ha dato il suo soccorso ieri soprattutto la Bundesbank tedesca, vendendo una cifra ingente di marchi in cambio di lire, per riequilibrare il cambio tra le due valute. Certo una gran parte dell'aiuto tedesco è a credito e dovrà essere rimborsato; ma si spera che il riflusso di capitali una volta terminata la fase di tensione ne fornirà le risorse. Un qualche disappunto si coglie per la linea eccessivamente dura seguita dalla Bundesbank sul fronte interno: non ci si attendeva di sicuro un ribasso dei tassi ufficiali sul marco che ancora qualche giorno fa il Governatore tedesco Helmut Schlesinger ha dichiarato essere improponibile - ma consen: tire un allentamento dei tassi di mercato avrebbe aiutato i partner comunitari in difficoltà in modo meno oneroso. Stefano Lepri Il Governatore Carlo Azeglio Ciampi

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Giuliano Amato, Helmut Schlesinger, Piero Barucci, Pure

Luoghi citati: Francoforte, Londra, Roma