La lira resta sotto il tallone del marco di Eugenio Ferraris
La lira resta sotto il tallone del marco La valuta tedesca ancora ai massimi contro la nostra moneta. Ciampi incontra Scalfaro La lira resta sotto il tallone del marco Romiti: il Paese è disorientato, servono misure drastiche MADRID. «L'Italia sta attraversando, come già accaduto altre volte in passato, una fase di disorientamento che colpisce giovani ed adulti. Ma questa volta in forma più devastatrice, dal momento che la gente è ormai priva di orgoglio e di senso dello Stato, che d'altra parte ci piacerebbe avere». La fotografia del malessere italiano è dell'amministratore delegato della Fiat Cesare Romiti che ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano di Madrid «El Pais» e nella quale analizza una crisi che sta coinvolgendo economia ed istituzioni. La denuncia di Romiti sulla situazione italiana coincide con un altro venerdì nero della lira, rimasta tutta la giornata al limite massimo della banda di oscillazione sul marco - 765,40 - soltanto grazie agli sforzi congiunti di Bankitalia e Bundesbank. Sul difficile momento che sta attraversando il Paese, ed in particolare sull'aspetto imprenditoriale della recessione economica, Romiti imputa la perdita di competitività «al costo dei servizi che sono più alti che in altri Paesi, al non funzionamento delle infrastrutture ed al livello insostenibile degli attuali tpssi di interesse». La cura, per l'amministratore delegato della Fiat, deve essere impostata su «provvedimenti molto severi» nell'arco di tempo di alcuni anni, «ma l'importante è che si cominci ad adoperarsi per cambiare la tendenza delle cose». Qualcosa, in effetti, è stato già fatto. «Il Governo Amato è partito con il piede giusto - osserva Romiti - ma dovrà comunque assumere decisioni drastiche e dolorose quanto inevitabili». Tangenti e mafia. Sulle prime: «Questo Paese è infestato da quello che io chiamo il suo male oscuro. Il privato cittadino e le imprese sono ormai stanchi di dover pagare per ottenere ciò che legittimamente spetta loro. Per porre fine a questo stato di cose - conclude Romiti a proposito delle inchieste - la giustizia deve seguire il suo corso processando i colpevoli. Ma soprattutto è indispensabile un'azione seria e decisiva». Mafia e possibilità di debellarla. «Come diceva il giudice Falcone, la mafia può essere sconfitta semplicemente applicando le leggi dello Stato come è stato fatto con il terrorismo e non applicando il principio di "bomba per bomba". Per questo la responsabilità è solo politica: quando lo Stato vuole catturare i mafiosi, lo fa». Un quadro desolatamente negativo? La colpa di tutte queste situazioni è «l'andamento della politica in questi ultimi anni», ma un rimedio c'è: «Non faccio parte del partito dei catastrofisti - conclude Romiti penso che la nostra salvezza stia nell'unità europea». E di Europa, di problemi e prospettive dell'industria continentale alla vigilia del grande mercato unico, l'amministratore delegato della Fiat ha parlato ieri intervenendo ad un conve¬ gno all'Università di Oviedo. «Gran parte delle possibilità di assicurare all'Europa una crescita economica sostenuta ed equilibrata dipenderà dalla forza e dalla solidità del sistema industriale. L'industria europea è soggetta ad una pressione competitiva sempre più forte, che nasce dal confronto più diretto tra le imprese europee ma anche tra queste e quelle extraeuropee, giapponesi in primo luogo». Dopo aver ricordato che una competizione sempre più intensa ed aperta è certamente positiva perché va a vantaggio dei consumatori europei, Romiti ha sostenuto che «la capacità di tener testa alla concorrenza dipende anche da condizioni esterne all'impresa, condizioni che possono essere create solo da precisi indirizzi politici. La realizzazione di un vero sistema industriale europeo richiede una politica industriale europea», in particolare indirizzata alla ricerca scientifica e tecnologica, allo sviluppo delle aree arretrate, alla formazione. Alla base di questo processo ci sono soprattutto l'uomo e la crescita culturale dei popoli europei: «Neppure la più avanzata innovazione tecnologica - ha concluso Romiti - è in grado di sostituire la creatività, l'intelligenza e la costante tensione al meglio che solo l'uomo può esprimere». Eugenio Ferraris Cesare Romiti, amministratore delegato della Fiat
Persone citate: Cesare Romiti, Ciampi, Falcone, Romiti, Scalfaro
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