Trappola anche a Monaco

Trappola anche a Monaco Trappola anche a Monaco Catturato un boss della Sacra Corona MONACO. Si faceva chiamare Renato Padovani, viveva a Monaco protetto da amici e probabilmente controllava un traffico di droga tra la Germania e l'Italia. Antonio Riezzo, 47 anni, boss della Sacra Corona Unita, la mafia pugliese, era ricercato dall'aprile scorso. Condannato a nove anni e sei mesi di carcere, è stato catturato dalla polizia bavarese mercoledì mentre usciva da un edificio della Entenbaschstrasse, nel centro cittadino. Riezzo sarebbe arrivato in Germania a gennaio. Da allora spostamenti continui, ospite in casa di amici, nascosto in stanze di albergo. Negli ultimi tempi i carabinieri di Lecce erano però riusciti a risalire al suo domicilio e avevano informato l'Interpol. E' finita così la latitanza del boss. Era mezzanotte quando i poliziotti gli sono piombati addosso. Antonio Riezzo non ha fatto una piega, non ha reagito. Nel suo appartamento sono state ritrovate una banconota da 100 dollari e una patente falsa. Secondo gli investigatori l'uomo era in Germania non solo per evitare la detenzione, ma anche in veste di «ambasciatore» del clan guidato dal boss di Campi Salentina, Giovanni De Tommasi, uno dei capi della Scu, attualmente in carcere. Con lui Riezzo era stato condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso nel maxi-processo alla mafia pugliese celebrato a Lecce un anno fa, 130 imputati, spettacolare spiegamento di poliziotti e carabinieri, città assediata, elicotteri. In totale mille anni di carcere, un colpo durissimo alla Sacra Corona Unita, quella quarta mafia fondata dal brindisino Giuseppe Rogoli, Pino per gli amici, «Dio» per i suoi fedelissimi. Riezzo fu condannato a cinque anni e sei mesi, una pena che la sentenza di secondo grado - il 17 aprile - non ha ridotto, ma elevato a nove anni e sei mesi. Riezzo non aveva atteso la conclusione del processo. Prevedendone l'epiiogo era fuggito in Germania, un Paese che conosce molto bene. Ci ha vissuto negli Anni 70 dopo aver lasciato la sua attività di macellaio a Galatina, dieci chilometri da Galatone, dove è nato. Un semplice emigrante o qualcosa di più? Alla luce degli ultimi avvenimenti la storia di Antonio Riezzo andrà studiata approfonditamente. In Germania il boss s'era anche sposato, poi aveva deciso di tornare a casa, senza la moglie, e di riprendere il suo lavoro di macellaio che polizia e carabinieri hanno sempre considerato una copertura al traffico di droga. Riezzo era, fino a quando è rimasto in Puglia, un capozona, controllava il Sud del Salente-, ma era tutt'altro che un personaggio di seconda grandezza. «E' uno che conta», dicono gli investigatori. La sua cattura potrebbe contribuire a disegnare la mappa aggiornata della Scu. [a. t.] Antonio Riezzo, 47 anni, malavitoso pugliese viveva a Monaco sotto falso nome e si era fatto una famiglia