Palermo, colpo alle cosche

Palermo, colpo alle cosche Palermo, colpo alle cosche Sequestro di beni miliardari a dodici «presunti capiclan» PALERMO. Un nuovo sequestro miliardario di beni mafiosi a Palermo. Lo ha eseguito, su disposizione della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, la polizia, che aveva consegnato nei giorni scorsi un rapporto sui personaggi indicati come appartenenti alla cosca di Cerda. Sono 12 i presunti mafiosi proprietari dei patrimoni bloccati. I nomi di maggiore rilievo sono quelli di Francesco Biondolillo, 68 anni, e del figlio Giuseppe, 53 anni. Secondo il dossier sottoposto dalla polizia al Tribunale, firmato dal questore Matteo Cinque, i 12 boss erano riusciti ad arricchirsi esercitando pressioni mafiose su diverse attività economiche di Cerda, e soprattutto sull'agricoltura. Giuseppe Biondolillo, detto «il principe», è ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Cerda fm dal settembre del 1980, quando prese il potere in seguito all'uccisione del vecchio padrino Giuseppe Cirrito. Biondolillo avrebbe poi ceduto il vertice del¬ la cosca al figlio Giuseppe. Le altre persone colpite dal sequestro dei beni sono i fratelli Angelo, Giuseppe e Rosolino Rizzo, rispettivamente 57, 54 e 38 anni; Calogero Cirrito, 39 anni; Luigi Piraino, 39 anni; Luigi Mangano, 47 anni, tutti di Cerda; i fratelli Vincenzo, Giuseppe e Stefano Contino, rispettivamente 53,52 e 48 anni, originari di Favara (Agrigento), ma da tempo residenti a Cerda. Sono stati posti sotto sequestro 2 appartamenti, uno a Cerda e uno Palermo; 2 edifici di tre piani a Cerda; terreni per 15 ettari a Cerda e a Sclafani Bagni; partecipazioni in numerose società, operanti nei lavori stradali, nel movimento terra, nel commercio di carni. Di esse, la maggiore è la «Gestione impianti autostradali Caracoli Sud Snc», di Giuseppe Biondolillo e della moglie Maria Grazia Macaluso, proprietaria, fra l'altro di una delle maggiori stazioni di servizio della Al 9 Palermo-Catania. ta. r.]