«Quei verdi sono nazisti» di G. M.
«Quei verdi sono nazisti» Annullato in Alto Adige un convegno di «nostalgici» tedeschi «Quei verdi sono nazisti» Dietro a una organizzazione ecologica si nascondeva un gruppo di Ss La comunità ebraica denuncia e l'hotel rifiuta le camere ai congressisti BOLZANO DAL NOSTRO INVIATO Volevano venire in Alto Adige a evocare il fantasma del nazismo: 220 aderenti alla «Deutsche Kulturgemeinschaft», un'associazione che si definisce igienista e ambientalista. In realtà, ha avvertito la comunità israelitica di Merano, si tratta di un plotone di ex appartenenti alle SS, di cupi nostalgici: le svastiche, gli «Heil Hitler» e tutta la simbologia del Terzo Reich. Ma il sinistro raduno, che avrebbe dovuto tenersi in un albergo a Solda a partire da domani, non ci sarà: è intervenuta la questura, e la direzione dell'hotel ha deciso di disdire le stanze. Loro avevano preparato tutto, con una certa discrezione: la prenotazione delle camere al «Grand Hotel Solda», un'adunata tra i boschi altoatesini, un fitto programma di «lavori» che sarebbero durati una settimana. Forse sarebbero passati per congressisti intenti all'ecologia, ospiti a mezzo tra il turismo e l'impegno naturalistico. Ma se n'è accorto Federico Steinhaus, presidente della comunità ebraica di Merano, che ha lanciato l'allarme. Steinhaus ha inviato un messaggio al Presidente della Repubblica, al ministro dell'Interno Mancino, al capo della polizia Parisi, al commissario del Governo e al questore di Bolzano: il raduno, «sotto una veste innocua», mascherava «un seminario di aggiornamento politico». E chiedeva che s'intervenisse immediatamente per impedirlo. Ieri mattina, la decisione della direzione dell'albergo di non mettere a disposizione le stanze. Dice Davide Terranova, segretario del Grand Hotel: «Quelli avevano prenotato a maggio, tramite un'agenzia italiana. Ci avevano detto che si trattava di un gruppo culturale tedesco. Noi eravamo all'oscuro, delle loro reali intenzioni». A bloccare i propositi della «Deutsche Kulturgemeinschaft», che ha sede a Linz, è intervenuto anche il questore, Edmondo Patuto. «Questi - dice - avevano già tentato di tenere una manifestazione in Austria, l'anno scorso, ma le autorità avevano negato loro lo spazio. Quest'anno hanno provato qui. Io ho contattato la presidente di quell'associazione, le ho detto chiaro e tondo che a Solda non avrebbero potuto alloggiare, che se volevano fare un raduno lo facessero nel loro Paese. Secondo loro, avrebbero discusso di ecologia. Secondo me, no. Dunque, se qualcuno di quel gruppo si presenta in Alto Adige, noi lo riaccompagnamo immediatamente alla frontiera». Qualcuno era già arrivato nei giorni scorsi, nel paese altoatesino, probabilmente per preparare l'adunata, ma ieri ha fatto le valigie e se n'è tornato in Austria. A Federico Steinhaus è rimasta comunque una profonda amarezza. «Il raduno non si farà e ne siamo contenti - dice - ma non è questa la soluzione che ci aspettavamo. Avremmo preferito una scelta politica chiara e precisa. Le autorità erano a conoscenza del raduno, di chi vi partecipava e del suo significato, già prima della mia denuncia pubblica. Questa è una soluzione all'italiana». [g. m.]
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